Giovedì, 15 Novembre 2012 - 02:00 Comunicato 3551

Esperti ed operatori della scuola d'accordo nel Seminario promosso dall'Iprase
LA SCUOLA DEVE ATTREZZARE I RAGAZZI PER UNA CITTADINANZA ATTIVA E RESPONSABILE

Tutti d'accordo sul messaggio da mandare con urgenza, esperti di problemi scolastici e formativi, dirigenti scolastici ed insegnanti, responsabili dell'Iprase e, principalmente, l'assessore provinciale all'istruzione e allo sport, Marta Dalmaso: il vecchio adagio "Leggere, scrivere, far di conto", come mission cognitiva della scuola è sempre valido, ma oggi non basta davvero più, la scuola deve puntare sulle competenze di cittadinanza per gli studenti. Lo chiede da tempo l'Europa, lo chiedono con un po' di timidezza i documenti nazionali, lo chiedono con chiarezza i Piani di studio provinciali della scuola trentina. Questo il risultato principale del confronto nazionale promosso dall'Iprase oggi ed ancora in corso presso l'Aula Magna del Palazzo Istruzione di via Gilli 3 a Trento.-

"Leggere, scrivere, far di conto e poi? Competenze chiave di cittadinanza e curricula del primo e secondo ciclo di istruzione", il titolo del seminario nazionale, rivolto a dirigenti Scolastici e insegnanti delle scuole trentine, promosso dall' l'Iprase del Trentino per tutta la giornata odierna, confronto nazionale interessante ed a più voci, con contributi da esperti nazionali, tra i quali Anna Maria Ajello (La Sapienza-Roma) e Carlo Petracca (MIUR) ed esperienze a confronto dall'Emilia Romagna, dal Veneto, dal Friuli Venezia Giulia e tre testimonianze dal Trentino.
I lavori del Seminario sono stati introdotti dell'assessore Marta Dalmaso e dal direttore Iprase, Beatrice de Gerloni.

Sul tappeto un tema molto attuale e stimolante: la scuola deve puntare a raggiungere il noto "obiettivo del "Leggere, scrivere, far di conto", o deve decisamente mirare molto più in alto, come viene richiesto con forza e ormai da tempo dall'Unione Europea, dalle Indicazioni nazionali e – con una chiarezza e perentorietà specifica - dai Piani di studio provinciali?
Risposta scontata, ma rimarcata e rilanciata da tutti gli interventi, a cominciare da quello in apertura dell'assessore provinciale all'istruzione e allo sport, Marta Dalmaso.
"Titolo un po' provocatorio, quello proposto – ha esordito l'assessore -, ma voglio partire proprio da questo: Il richiamo è al confronto tra la scuola di un tempo, quella appunto centrata sul leggere, scrivere e far di conto e la scuola di oggi, quella che potremmo chiamare la scuola delle competenze. Oggi la scuola è dentro un radicale processo di cambiamento culturale e sociale rispetto al quale è chiamata ad adeguare la sua proposta formativa, per attrezzare i giovani a confrontarsi e vivere dentro un mondo basato sulla conoscenza, un mondo pluralistico e globalizzato, un mondo in rapida evoluzione (trasformazioni sociali e dei saperi, incertezza, precarietà ….)"
Giusto, allora, partire proprio da quel lontano "leggere, scrivere e far di conto – ha proseguito Dalmaso -, da quegli obiettivi di educazione alla cittadinanza che sono ormai patrimonio acquisito, ma oggi si chiede alla scuola di compiere un salto di qualità, che non significa abdicare ai saperi essenziali, ma di ripensarli a partire dai nuovi bisogni e dai nuovi obiettivi formativi dei giovani."
Tutti i relatori hanno riconosciuto che in Trentino c'è una realtà di sistema scolastico molto più significativa e più chiara anche sul piano normativo rispetto alla formazione sulle competenze di cittadinanza, come è dimostrato dai Piani di Studio provinciali. Ed a questi si è richiamata l'assessore come un fari prezioso per tutti: "Nei nostri Piani di studio provinciali, che guardano all'Europa e al contesto nazionale, abbiamo dato una nostra risposta e abbiamo condiviso con il mondo della scuola una proposta che afferma la centralità del soggetto che apprende, dello studente inteso come "persona", l'attenzione alle varie dimensioni della persona, esplicitate nei quattro assi del Profilo (identità e orientamento, la relazione con gli altri e la cittadinanza attiva, la progettualità e la dimensione del fare, gli strumenti culturali), l'approccio per competenze come una risposta per fare dei saperi scolastici, "saperi viventi, strumenti per pensare e per agire, al lavoro e al di fuori di esso".
Sappiamo quanto sia difficile in questo presente "fare scuola" – ha concluso l'assessore -; forse la scuola, per il suo delicatissimo compito e per le responsabilità che è chiamata ad assumersi (a volte pesanti come macigni), è l'istituzione che vive con più angoscia e difficoltà le sfide del futuro.
Penso che uno dei modi per affrontarle sia anzitutto farlo insieme, attraverso la riflessione e il confronto, ma anche attraverso una fiducia e una tensione positiva nei confronti di rinnovati percorsi educativi, che non abbandonano quel vecchio "leggere, scrivere e far di conto" ma affrontano con coraggio e consapevolezza anche quell'ultima domanda "e poi?" Parlare di competenze di cittadinanza significa quindi collocarsi dentro questo orizzonte educativo nuovo che salda le conoscenze e il sapere con quel "saper fare" e soprattutto "saper essere", che è condizione imprescindibile per vivere e agire nel mondo contemporaneo."

Beatrice De Gerloni, direttore dell'Iprase del Trentino, nel presentare il programma della giornata, ha parlato di "un tema cruciale, non solo perché costantemente al centro della riflessione soprattutto europea, ma anche per l'urgenza che riveste oggi parlare di cittadinanza, di educazione alla cittadinanza, di competenze di cittadinanza; in un mondo in cui farà la differenza avere cittadini partecipi, consapevoli, responsabili, autonomi, capaci di relazioni, in grado di affrontare rischi e precarietà, di risolvere problemi."
In una parola, la scuola deve avere come finalità prioritaria quella di "formare cittadini più attrezzati a vivere ed agire dentro la complessità e i rischi, più tutelati sia nell'ambiente di vita e di lavoro che nelle loro relazioni interpersonali".

Il tema delle competenze è stato inizialmente esplorato con suggestioni interessanti da Annamaria Ajello e Carlo Petracca, esperti nazionali sia sul tema specifico delle competenze che su quella della relazione adolescenti-adulti che su quella della formazione degli insegnanti.
Poi, le testimonianze su esperienze, con il confronto tra le esperienze realizzate in tre regioni italiane e quelle trentine ne lavoro di gruppo, gli approfondimenti in plenaria e le conclusioni di Annamaria Ajello e Arduino Salatin. (mc)

Immagini e Filmato a cura dell'Ufficio Stampa Pat -