Venerdì, 01 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1554

Robert Holzmann spiega al Festival dell'economia i vantaggi del sistema pensionistico a contribuzione definita
"LA RIFORMA FORNERO? UN MODELLO PER L'EUROPA, MA DOVEVA ESSERE COMUNICATA MEGLIO"

La riforma delle pensioni varata dal governo Monti? Un modello per l'Europa che ha sì bisogno di qualche aggiustamento ma che ha "caratteristiche promettenti", e che offre "incoraggianti lezioni" ad altri paesi europei, alcuni dei quali (Svezia, Polonia, Lettonia) lo stanno già adottando. A stendere un tappeto rosso per il ministro Elsa Fornero, che interverrà domani al Festival dell'economia, è Robert Holzmann, austriaco con bisnonna trentina, ma soprattutto uno dei massimi esperti in materia previdenziale. Intervenendo al Festival per rispondere alla domanda se "devono altri paesi imitare il nuovo sistema pensionistico italiano", Holzmann non ha dubbi: "Il sistema a contribuzione definita (NDC) introdotto dall'Italia garantisce la solvibilità del sistema anche in condizioni demografiche ed economiche avverse, evita alti costi di transizione ed è estremamente corretto e giusto in quanto garantisce alle persone che, al momento di andare in pensione, quanto hanno pagato riceveranno, niente di più e niente di meno".-

Come funziona il sistema NDC? Come un conto individuale a ripartizione. I partecipanti (e/o i loro datori di lavoro) pagano i contributi, a tasso fisso, sugli stipendi nel corso della loro carriera, i contributi sono registrati su un conto individuale, il conto cresce con i contributi versati ed è accreditato con un tasso di rendimento, al momento di andare in pensione il capitale viene convertito in una rendita vitalizia che considera l'aspettativa di vita restante.
Raffrontando l'impatto che le riforme NDC hanno avuto in quattro Paesi (Italia, Svezia, Polonia e Lettonia), e ricordando come in essi le riforme siano state intraprese sotto la pressione della crisi economica e della necessità di cambiare, Holzmann evidenzia come in tali Paesi i risultati attesi sulla partecipazione alla forza lavoro dei lavoratori anziani sembrano essere stati raggiunti, mentre i tassi di sostituzione sono in linea con quelli degli altri Paesi OCSE; come i sistemi a contribuzione definita sembrano aver superato la tempesta causata dalla recessione del 2009, sebbene non ne siano emersi completamente incolumi; e come le previsioni di spesa (- 0,4 % del PIL per l'Italia) suggeriscano l'efficacia dell'approccio di equilibrio fiscale nel lungo periodo. Un sistema, dunque, finanziariamente sostenibile.
Holzmann - che si è rammaricato di non avere in sala, fra i tanti giovani venuti ad ascoltarlo per capire se e come alla pensione ci arriveranno, la ministra "lacrime e sangue" - ritiene però che tali sistemi possano funzionare ancora meglio. "Se si vuole passare dal vecchio al nuovo occorre farlo rapidamente per evitare di avere problemi futuri, occorre anche identificare e finanziare i costi di transizione in modo esplicito man mano che emergono, adottare un meccanismo di stabilizzazione esplicito per garantire la sostenibilità, istituire un fondo di riserva per garantire la liquidità, sviluppare - infine - un meccanismo esplicito per la condivisione del rischio sistemico di longevità".
Il linguaggio è quello del tecnico (ma anche il ministro Fornero lo è!), il succo è che, per Holzmann, anche se non per la sindacalista che ha interloquito con lui, la riforma "è equa" e che l'Italia "ha fatto bene ad introdurla, anche se è mancata la determinazione per diventare un vero modello da seguire (ma questo può cambiare)". Certo, ammette, "il sistema a contribuzione definita non è infallibile, ma se eseguito alla lettera lascia meno spazio alle manipolazioni politiche, non tutti i problemi concettuali ed operativi sono stati risolti, ma questi devono essere affrontati in qualsiasi altro sistema o riforma".
Ma allora, se è così buona e giusta questa riforma, perchè dunque i lavoratori e i pensionati italiani non stanno (ancora) festeggiando il loro nuovo sistema e non celebrano con canti e danze un bene intellettuale da esportare? Per quanto spiazzante possa apparire, la risposta di Robert Holzmann è questa: "La riforma non è stata comunicata bene, il governo avrebbe prima dovuto spiegarla ai giornalisti e chiedere loro di fare la propria parte".

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