Mercoledì, 27 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1913

Replica dell'assessore Gilmozzi alle critiche della consigliera Penasa
LA PROVINCIA DIFENDE LA POTESTA' TARIFFARIA DEI COMUNI IN MATERIA DI ACQUE

"La Giunta provinciale non sposta in alcun modo il potere di decidere le tariffe relative ai servizi pubblici di acquedotto e di fognatura Dai comuni alla Provincia, ma si limita a ribadire che i modelli tariffari sono assunti d'intesa tra la Giunta provinciale e il Consiglio delle autonomie locali. Si è valutata la necessità di adottare questa norma proprio per difendere la potestà tariffaria dei comuni e la possibilità di continuare ad applicare i proprio modelli tariffari. Ciò a seguito dell'emanazione di una recente norma statale contenuta nel cosiddetto 'decreto Salva Italia' che attribuisce all'Autorità per l'energia elettrica e il gas le funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici tra le quali anche quelle in materia tariffaria." Questa la replica della Giunta provinciale, per bocca dell'assessore all'urbanistica e agli enti locali Mauro Gilmozzi, alle dichiarazioni della consigliera provinciale Franca Penasa, diffuse anche da alcuni organi di informazione.-

"Ad oggi - spiega Gilmozzi - il potere di decidere le tariffe relative ai servizi pubblici di acquedotto e di fognatura è in capo ai comuni, i quali, nell'individuare le tariffe, devono rispettare delle regole contenute in modelli tariffari assunti d'intesa tra Giunta provinciale e Consiglio delle autonomie locali."
La norma oggetto della contestazione di questi giorni da parte dell'esponente della Lega Nord è contenuta nell'articolo 1 del ddl 314/XIV di iniziativa della Giunta provinciale. "Essa - continua Gilmozzi - non sposta il potere di decidere le tariffe dai comuni alla Provincia, ma ribadisce doverosamente che i modelli tariffari sono assunti d'intesa tra la Giunta provinciale e il Consiglio delle autonomie locali. Si è valutata la necessità di inserire questa norma esattamente per le finalità opposte a quelle dichiarate dalla consigliera Penasa, ossia per difendere la potestà tariffaria dei comuni e la possibilità di continuare ad applicare i modelli tariffari, vale a dire le regole per il calcolo delle tariffe, d'intesa tra la Provincia e il Consiglio delle autonomie locali. La citata necessità deriva da una recente norma statale (il comma 19, dell'articolo 21, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 c.d. decreto "Salva Italia") che attribuisce all'Autorità per l'energia elettrica e il gas le funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici tra le quali anche quelle in materia tariffaria. La Giunta provinciale con la norma proposta vuole solo cercare di difendere i modelli tariffari attualmente applicati dai comuni e la possibilità di continuare a decidere tali modelli a livello locale.
Voglio evidenziare che la Giunta provinciale in questi ultimi due anni è intervenuta altre volte con modifiche normative per difendere in materia di servizi idrici le prerogative statutarie provinciali e l'autonomia istituzionale dei comuni. Ricordo che ancor prima degli esiti referendari del luglio 2011 si era intervenuti per affermare la possibilità per i comuni di continuare a gestire direttamente tali servizi mentre la disciplina statale non ammetteva questa possibilità e spingeva per una liberalizzazione del servizio."
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