Venerdì, 20 Gennaio 2012 - 02:00 Comunicato 122

In un conchiuso la richiesta al governo di promuovere azioni di contrasto dell'"Italian sounding"
LA PROVINCIA ACCANTO A COLDIRETTI NELLA DIFESA DEL MADE IN ITALY

Si chiama "Italian sounding" ed è la diffusione di prodotti che traggono in inganno circa la vera origine geografica, uno dei fenomeni che più sta preoccupando, e danneggiando, i produttori italiani dell'agroalimentare. Formaggi, salumi, vini ed altri prodotti alimentari di qualità che identificano in tutto il mondo il "Made in Italy" e che di italiano hanno poco o nulla. Italiana è talvolta la società che, con un improprio utilizzo di risorse pubbliche, finanzia direttamente o indirettamente la produzione all'estero di falso Made in Italy. E' ad esempio il caso della Simest spa, società finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all'estero controllata dal Ministero dello sviluppo economico, sul cui operato sta chiedendo da mesi di fare chiarezza Coldiretti. La campagna del maggiore sindacato agricolo nazionale a tutela del vero "Made in Italy" agroalimentare è ora sostenuta, assieme a molte altre amministrazioni pubbliche italiane, anche dalla Provincia autonoma di Trento: le ragioni dell'iniziativa sono richiamate in un conchiuso approvato stamane dalla Giunta provinciale.-

Nel conchiuso si chiede sia data piena attuazione alla legge n. 4 del 2011 che ha introdotto nel nostro ordinamento il principio dell'obbligatorietà dell'indicazione in etichetta dei prodotti alimentari del luogo di origine della materia prima agricola; la definizione da parte del Governo di criteri di finanziamento dei progetti all'estero in grado di scongiurare appropriazioni indebite delle denominazioni protette e impropri richiami all'origine italiana dei prodotti commercializzati; azioni di contrasto a livello europeo e mondiale dell'Italian sounding in quanto fenomeno ingannevole e scorretto che danneggia la nostra cultura e tradizione e vanifica il sacrificio dei nostri operatori abusando del buon nome del nostro Paese.
Di seguito il testo del documento.

CONCHIUSO

In un momento di grave crisi in cui il nostro Paese è alla ricerca di azioni e risorse per il rilancio dell'economia e della crescita occupazionale, si riconosce al Made in Italy, in particolare quello agroalimentare che rappresenta oltre il 16 % del Pil nazionale, il ruolo di straordinaria leva competitiva e di sviluppo del Paese.
Alla luce dell'intensificarsi degli episodi di contraffazione e concorrenza sleale verso i prodotti nazionali, da tempo Coldiretti è impegnata a livello nazionale in un progetto di tutela e valorizzazione del vero "Made in Italy" agroalimentare, su cui intende riportare l'attenzione delle Amministrazioni pubbliche locali, dei consumatori e delle realtà economiche.
La sempre più larga e preoccupante diffusione di prodotti che traggono in inganno circa la vera origine geografica delle materie prime impiegate (Italian sounding) realizza un evidente danno all'immagine della produzione agroalimentare nazionale, raggirando i consumatori che non vengono messi in condizione di scegliere in modo consapevole.
È recente la denuncia di Coldiretti relativa ad una nuova vicenda di utilizzo improprio di risorse pubbliche da parte della "Società italiana per le imprese all'Estero - SIMEST s.p.a." (società finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all'estero controllata dal Ministero dello sviluppo economico) destinate a finanziare direttamente o indirettamente la produzione o la distribuzione di prodotti alimentari, formaggi e salumi tipici in primis, che poco o nulla hanno a che fare con il tessuto produttivo del Paese.
Le operazioni di sostegno dell'Italian sounding, da parte della SIMEST, sono suscettibili di causare gravi danni, limitando fortemente le potenzialità di crescita ed esportazione delle produzioni agroalimentari italiane sui mercati internazionali, che di fatto vengono "saturati" da prodotti che evocano denominazioni di territori e di produzioni che sono il frutto di secoli di storia, tradizione, ricerca della qualità e impegno diligente dei nostri produttori.
Tali operazioni, che si configurano come pratiche di concorrenza sleale e che, secondo stime, finiscono per sottrarre all'economia nazionale oltre 60 miliardi di euro all'anno, impediscono peraltro ai consumatori di effettuare una corretta comparazione sulla base della diversa qualità e convenienza con prodotti autentici del Made in Italy.

Ritenendo necessario porre fine a questa deprecabile situazione che contraddice, peraltro, le linee di azione e le dichiarazioni di impegno del Governo,

la Giunta Provinciale

In coerenza con l'attività e le misure di sostegno e promozione delle produzioni agroalimentari trentine di qualità poste in essere a livello locale dall'Amministrazione provinciale e da altri enti, istituzioni ed organismi a ciò deputati;

Considerato altresì, accanto a quello economico, l'alto valore "identitario" che tali produzioni caratteristiche e tipiche assumono per i territori ove esse hanno origine ed il grave pregiudizio che deriva ai produttori dall'Italian sounding;

Visto il documento unitario del 4 agosto 2011 con il quale tutte le parti sociali (Confindustria, Abi, Alleanza Cooperative Italiane, Ania, Cgil, Cia, Cisl, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Rete Imprese Italia, Ugl, Uil), nella definizione delle priorità sulle quali operare per rilanciare la crescita, hanno chiesto di "attuare politiche incisive volte alla promozione e difesa del made in Italy di qualità quale leva competitiva del Paese, in grado di valorizzare il lavoro, il capitale e il territorio italiano, sfruttando il potenziale di penetrazione commerciale all'estero delle imprese italiane";

Condividendo l'azione di Coldiretti a tutela del vero "Made in Italy" agroalimentare e l'azione da essa intrapresa affinché sia fatta chiarezza sulla vicenda che vede protagonista la Società italiana per le imprese all'Estero - SIMEST s.p.a.;

chiede

1. che sia data piena attuazione alla legge n. 4 del 2011 che ha introdotto nel nostro ordinamento il principio dell'obbligatorietà dell'indicazione in etichetta dei prodotti alimentari del luogo di origine della materia prima agricola;

2. la definizione da parte del Governo di criteri di finanziamento dei progetti all'estero in grado di scongiurare appropriazioni indebite delle denominazioni protette e impropri richiami all'origine italiana dei prodotti commercializzati;

3. azioni di contrasto a livello europeo e mondiale dell' Italian sounding in quanto fenomeno ingannevole e scorretto che danneggia la nostra cultura e tradizione e vanifica il sacrificio dei nostri operatori abusando del buon nome del nostro Paese.
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