Glasgow è ancora una volta lo scenario che accoglie lo sbandato protagonista Robbie e la sua balorda comitiva di ragazzi dei quartieri suburbani, emarginati dalla società - che tanto bene Loach ha saputo rappresentare in passato – a cui il regista rivolge la sua attenzione convinto della necessità di volgere lo sguardo a certi ideali di giustizia e offrire un riscatto sociale ai suoi protagonisti, sancito in questo caso da un whisky d'annata. La parte degli angeli è infatti quella percentuale di whisky che evapora quando si apre una botte e che salendo fino in cielo, inebria gli angeli.
In sintesi la trama. Una commedia dolceamara incentrata su Robbie, un ragazzo di Glasgow che cerca di liberarsi della faida famigliare che lo tiene prigioniero. Quando entra di nascosto nel reparto maternità dell'ospedale per far visita a Leonie, la sua giovane ragazza, e prendere in braccio per la prima volta Luke, il figlio appena nato, Robbie è sopraffatto dall'emozione e giura che Luke non avrà la vita di privazioni che ha vissuto lui. Mentre sconta una condanna a svolgere lavori socialmente utili, Robbie conosce Rhino, Albert e Mo, per i quali un impiego è, come per lui, poco più di un sogno remoto. Robbie non immagina certo che dandosi all'alcool le loro vite cambieranno. E non scadenti vini liquorosi, ma i migliori whisky di malto del mondo. Che ne sarà di Robbie? Lo aspettano altre vendette e violenze o un nuovo futuro con la uisge beatha, la 'acqua di vita'? Solo gli angeli lo sanno...
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