Sabato, 30 Maggio 2015 - 02:00 Comunicato 1291

LA "NUOVA FINANZA" COME STRUMENTO PER LA MOBILITÀ D'IMPRESA

L'Italia ha un tessuto formato da piccole medie imprese e oggi è difficile fare impresa è ancora di più è difficile far crescere le imprese in termini di uguaglianza. È assolutamente necessario, accanto ad una buona idea, avere il capitale, disporre di strumenti finanziari idonei come punto di partenza, perché anche la migliore idea senza il supporto finanziario non prende quota. Quali sono gli strumenti a favore di piccole e medie imprese e di start up innovative messi a disposizione dai canali finanziari e da quelli complementari.
La crescita dimensionale delle imprese italiane e il capitale di rischio necessario a finanziare lo sviluppo e l'innovazione sono da sempre al centro del dibattito economico. Al centro della discussione, i nuovi strumenti finanziari: minibond, crowdfunding, incubatori e start up contribuiscono tutti a ridisegnare la mobilità del nostro tessuto industriale.-

Ne hanno parlato nel pomeriggio in un Confronto a cura di GEI Gruppo Economisti d'Impresa, tenutosi al Dipartimento di Economia e Management dell'Università di Trento, Federico Barilli, Andrea Crovetto, Livio Scalvini moderati da Alessandra Lanza.
Dal punto di vista della mobilità sociale avere un tessuto che dia pari opportunità è fondamentale in un paese dove la grande industria ha lasciato il posto alle piccole imprese. Grande industria che faceva da incubatrice d'impresa e da banca alle piccole imprese. Ora non è più cosi e si rende la necessità di poter disporre di strumenti alternativi.
Livio Scalvini ha affrontato questa tematica dal punto di vista delle grandi banche. Questo - ha detto - è un momento in cui siamo di fronte ad una crescita esponenziale grazie alle tecnologie e non solo del digitale, ma anche energia, biotecnologia, domotica, è tutto questo risulta devastante per il nostro modo di vivere. Nel quotidiano emergono nuove imprese che intercettano le traformazioni e riescono a scalare i mercati, come Google Facebook, aziende che hanno una visione globale e impattano il tessuto delle imprese esistenti.
L'innovazione non viene più fatta nei centri di ricerca ma fuori e deve essere intercettata. Queste imprese hanno saputo cogliere le sfide globali, hanno usato tecnologie accessibili, hanno competenze incentrate su tecnologia e innovazione. Così anche le start up hanno bisogno di strutturarsi in termini di competenze, di finanza per sostenere gli investimenti, e di leve per facilitare l'accesso ai mercati.
Scalvini ha portato l'esperienza di quelle banche che costruiscono progetti di formazione per vedere se i progetti hanno solidità e accompagnano le start up in un processo di accelerazione per incontrare gli investitori. Andrea Crovetto ha parlato dello strumento dei minibond, affermando che essi non sono la soluzione ma parte di essa. Non è sufficienze avere capitale disponibile ma questo capitale deve essere fruibile. L'impegno quindi a favore delle medie imprese è stato quello di creare, acconto agli strumenti finanziari, soggetti complementari specializzati in minibond che danno credito alle imprese: oggi in Italia sono trenta. E' cresciuta così l'attenzione verso la media impresa. I risultati dei minibond è incoraggiante: dal 30 aprile (lancio dei minibond) ci sono state delle operazioni importanti. Il lavoro fatto in Italia da governo e autorità è stato buono. I minibond sono quindi un'idea di competizione molto importante e un'opportunità per le imprese.
Federico Barilli è intervenuto parlando delle imprese innovative oggi in Italia. Al registro camerale dedicato ad oggi si sono iscritte 4000 imprese italiane e sono alcune decine quelle che hanno superato un milione di fatturato. Un movimento dal basso importante quindi. Il Trentino - ha detto Barilli - è un terreno molto fertile per le start up. Ciò che bisogna fare ora è attivare il patrimonio privato italiano. -



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