Le condizioni poste a un Paese che ha bisogno di fondi possono essere di natura politica e di natura economica, decise ex ante oppure ex post, ovvero selezionando prima i Paesi a cui dare le risorse in base alla garanzie di aggiustamento di politiche economiche interne, oppure selezionando dopo i primi effetti di progresso sociale ed economico risultanti dai primi aiuti finanziari. La condizionalità è pertanto interconnessa al concetto di sovranità di uno Stato,in quanto può intaccare la libera gestione delle proprie politiche di sviluppo. Tuttavia le risorse finanziarie costituiscono anche incentivi al progresso socio-economico di un Paese. Come nel caso della Tanzania che ha ricevuto fondi dalla Norvegia a condizione di emancipare le donne e avarie processi di ampia scolarizzazione. Non sempre è esistita la condizionalità, perché negli anni'50 il Fondo monetario internazionale prestava soldi a Paesi in difficoltà senza condizione, ma con la sola finestra temporale di sei mesi. ‘' Ma si sono verificati comportamenti opportunistici da parte del Pase ricevente - ha osservato Laura Bottazzi – del tipo ‘'prendi i soldi e scappa'' che hanno fatto porre nuove clausole nell'erogazione dei fondi, come garanzie di aggiustamento di politiche monetarie e fiscali''. Attualmente dopo molte oscillazioni sulle modalità e sulle funzioni in termini di rapporto dell'erogazione di risorse a un Paese bisognoso, siamo giunti alla ‘'terza generazione'' di condizionalità, che ci mostra un contesto di cooperazione tra il Paese che presta il denaro e quello che lo riceve, sulla base di un rapporto pubblico e trasparente. I vantaggi della condizionalità oggi si confermano che, nel caso di un Paese affidabile,in accrescimento di incentivi a implementare riforme economiche o politiche, di allocare fondi a Paesi con strutture economiche migliori e nell'aumento della capacità di monitorare l'effetto che tali fondi hanno sull'economia del paese ricevente. Se non c'è cooperazione può verificarsi il caso limite della Tanzania che nel tempo ha accumulato 20.000 diverse condizioni di performance poste da 50 donatori diversi, accollandosi le spese di ben 100.000 consulenti economici.
‘'Per evitare questo effetto – ha spiegato Bottazzi - ci vuole una società civile consapevole e responsabile. Non è passata l'era della condizionalità, ma ci si muove verso la partnership, si richiede ai donors di lavorare con le autorità locali. Oggi le condizionalità riguardano sempre più riforme strutturali, che a lungo termine porteranno a governance democratiche e alla riduzione della povertà. Imporre la condizionalità può limitare la sovranità di un Paese, ma lo si può evitare, se ci si muove in cooperazione allo sviluppo''.
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