Giovedì, 13 Settembre 2012 - 02:00 Comunicato 2729

L'avvenuta acquisizione illustrata dall'assessore Franco Panizza in una conferenza stampa al museo Caproni
LA COLLEZIONE "GIANNI CAPRONI" È PATRIMONIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

"La collezione Gianni Caproni fa parte del patrimonio della Provincia autonoma di Trento". L'annuncio lo ha dato oggi l'assessore provinciale alla cultura Franco Panizza, nel corso di una conferenza stampa che s'è tenuta proprio al Museo dell'Aeronautica "Gianni Caproni": accanto all'assessore Laura Dalprà, dirigente della Soprintendenza per i beni storico-artistici; Michele Lanzinger, direttore del Museo delle Scienze - Museo dell'Aeronautica "Gianni Caproni" e Luca Gabrielli che, assieme a Neva Capra, cura la struttura del museo di Mattarello.-

"Oggi – ha ancora detto Panizza, – questa inestimabile collezione è finalmente e a tutti gli effetti patrimonio pubblico, e pertanto strumento centrale per la valorizzazione del museo di Mattarello e della figura del grande trentino, pioniere dell'aeronautica italiana". Ciò è stato reso possibile grazie alla disponibilità dell'Associazione che riunisce i discendenti di Gianni Caproni, "e qui mi corre l'obbligo di ricordare e di ringraziare soprattutto la figlia del pioniere, la contessa Maria Fede," ha detto l'assessore, ma grazie anche ai responsabili e ai funzionari sia della Soprintendenza provinciale per i beni storico-artistici sia del Museo "Gianni Caproni" e del Museo delle Scienze e all'apporto significativo degli esperti, tra cui Wolfgang Meighörner, che ha valutato la collezione e fornito il proprio parere di congruità sul valore dei beni acquisiti dalla Provincia.
300mila euro la cifra che la Provincia a speso per assicurarsi la proprietà di una delle più significative collezioni aeronautiche del mondo: non solo aerei, ma anche frammenti di velivoli storici, e poi una biblioteca di cinquemila volumi e 15mila copie di progetti di aerei. "Una cifra simbolica – ha sottolineato Panizza, – che tra l'altro consentirà alla famiglia Caproni di procedere alla valorizzazione e alla catalogazione degli archivi di famiglia, che poi andranno a implementare le risorse del nostro Museo, come ci è stato confermato in un recente incontro che abbiamo avuto con Maria Fede e con il fratello Giovanni a Venegono, nella tenuta di Villa La Colombara, meglio nota come Villa Caproni di Taliedo".
E se Michele Lanzinger nel suo intervento ha sottolineato come, "con l'acquisizione della collezione Caproni il Museo di Mattarello diventa a tutti gli effetti un soggetto di promozione culturale all'avanguardia mondiale nel suo settore, capace cioè di organizzare un'esposizione come quella attuale, ma anche di favorire la consultazione di un archivi e di una biblioteca all'avanguardia come quantità e come qualità per rendere possibili studi, analisi e ricerche", Laura Dalprà ha usato l'immagine del cerchio per definire l'operazione di acquisizione: "Gianni Caproni negli anni Venti del secolo scorso si alzò letteralmente in volo dal Trentino per diventare a tutti gli effetti un pioniere dell'aeronautica. Oggi, a vent'anni esatti dall'inaugurazione del museo di Mattarello a lui dedicato, Gianni ritorna nel suo Trentino portando con sé tutta la sua collezione, preziosissima, ambita a livello internazionale e quindi autentico bene culturale del quale occuparsi per la sua tutela e per la sua valorizzazione".
Luca Gabrielli, nel suo ruolo di curatore del museo, ha ricordato come fin dal 1909-1910, agli albori della sua attività di progettista aeronautico, Caproni ebbe coscienza e consapevolezza profonda dell'importanza di quel che via via stava disegnando e progettando: "È grazie a questa felice intuizione che lui decise di conservare la memoria del suo lavoro, quella stessa memoria di velivoli, oggetti, opere d'arte e documenti che oggi noi possiamo ammirare nell'hangar dell'aeroporto di Mattarello".

COME SI E' GIUNTI ALL'ACQUISIZIONE
Dal 1991 la collezione Caproni era stata affidata in comodato gratuito alla Provincia dall'"Associazione "Museo Aeronautico Gianni e Timina Caproni" che riunisce i discendenti del Caproni (1886-1957), con l'intento di garantire la tutela e la valorizzazione della vasta eredità storica e culturale del pioniere, composta di aeromobili, motori, cimeli, documenti ed opere d'arte. Il 14 dicembre 2011 la Giunta provinciale, constatata la volontà espressa dagli eredi Caproni di cedere la collezione, ha incaricato la Soprintendenza per i beni storico-artistici di curare l'iter amministrativo dell'acquisizione, dando mandato di procedere alla valutazione economica della collezione stessa e individuando nel dott. Wolfgang Meighörner, direttore dei Tiroler Landesmuseen di Innsbruck e già direttore dello Zeppelin Museum di Friedrichshafen, l'esperto cui affidare l'incarico di formulare un parere di congruità sul valore dei beni oggetto di acquisto. Dopo un'attenta azione di studio e documentazione condotta dal personale del Museo e della Soprintendenza, la Provincia e gli eredi Caproni hanno definito di comune accordo il valore della collezione, poio avallato dal perito incaricato, e hanno infine quantificato il prezzo di acquisto detraendo dal valore complessivo l'ammontare degli investimenti compiuti dalla Provincia, a partire dal 1991, per operazioni di restauro e manutenzione conservativa dei beni. A seguito dell'avvenuta firma dell'accordo, la collezione diviene proprietà della Provincia e aggiunge così un nuovo e prezioso tassello al sistema museale provinciale.

LA COLLEZIONE CAPRONI
La collezione "Caproni" è stata creata da Gianni Caproni a partire dal 1910; nel 1927, per volontà dello stesso capostipite e della moglie Timina Guasti, essa dà origine al "Museo Aeronautico Caproni di Taliedo", ossia a quello che viene riconosciuto come la più antica istituzione museale al mondo preposta alla conservazione delle testimonianze della storia aeronautica. Oltre che per la sua longevità, lungo il Novecento la collezione acquista notorietà internazionale per la rarità o l'unicità dei beni che la compongono, per la ricchezza tematica delle diverse raccolte che entrano a farne parte e per la completa originalità dei beni in essa custoditi. Quell'immenso patrimonio raccolto da Caproni e dai continuatori della sua opera diventa finalmente fruibile al pubblico nel 1992, con l'apertura a Trento del nuovo "Museo dell'Aeronautica Gianni Caproni", oggi incluso nella rete museale che fa capo al Museo delle Scienze.
Il nucleo più famoso e apprezzato della collezione Caproni è rappresentato da 36 aeromobili storici, di cui 28 aeroplani, 4 elicotteri e 4 alianti. A questo nucleo appartengono sia velivoli progettati e costruiti dallo stesso Caproni lungo l'arco della sua attività, e da lui successivamente destinati al museo aziendale, sia velivoli di diversa produzione italiana e straniera acquisiti per il museo fra le due guerre allo scopo di documentare i progressi dell'aviazione. All'iniziativa degli eredi di Caproni si deve, nel secondo dopoguerra, l'ulteriore ampliamento della raccolta di aeromobili fino a raggiungere l'attuale consistenza, grazie a una campagna di acquisti di velivoli giunti al termine della vita di volo, di velivoli in vendita sul mercato antiquario o di mezzi dismessi da Aeronautica Militare. La completa originalità delle macchine e il loro stato di conservazione, spesso eccezionale per via della presenza prolungata all'interno di una collezione privata e solo raramente aperta al pubblico prima del 1991, contribuiscono a fare del Museo Caproni uno fra i più famosi e prestigiosi musei aeronautici al mondo.
Fra i beni di punta della collezione sono da ricordare almeno il biplano Caproni Ca 6 e il monoplano Caproni Ca 9 del 1911, testimonianze pionieristiche degli esordi del giovane Caproni come costruttore di aerei; il prototipo di caccia bombardiere Caproni Ca 53 della Prima guerra mondiale; i frammenti del Caproni Ca 60 del 1921, primo prototipo per il trasporto civile di massa sulle tratte transoceaniche; il biplano da turismo Caproni Ca 100 del 1928, ed infine il prototipo di aerotaxi Caproni Ca 193 del 1949. Numerosi anche gli aeromobili di diversa produzione raccolti da Caproni e dai suoi eredi per il loro valore storico, come ad esempio il biplano da ricognizione Ansaldo SVA 5 della Prima guerra mondiale, legato alla celebre impresa del "Volo su Vienna" di Gabriele D'Annunzio, il frammento di caccia tedesco Fokker D.VIII anch'esso risalente alla Grande Guerra, i caccia italiani Macchi MC 200 e Reggiane Re 2005 della Seconda guerra mondiale, o gli elicotteri Manzolini, emblemi dei primordi del volo ad ala rotante in Italia nel secondo dopoguerra.
Se la collezione Caproni può essere definita unica nel suo genere, lo si deve anche al fatto che essa non include solo aeromobili storici ma anche vaste raccolte dedicate – come nelle intenzioni dei fondatori del museo – alle testimonianze più disparate della conquista dell'aria da parte dell'uomo: parti di aeroplani, motori aeronautici, eliche, cimeli e testimonianze materiali della storia aeronautica e dei suoi principali protagonisti in Italia e nel mondo, manifesti e pubblicità d'epoca a tema aeronautico, documenti e fotografie, nonché modellini di aerei creati sia per finalità reclamistiche e di rappresentanza aziendale, sia per i test aerodinamici in galleria del vento.
Di particolare interesse è anche la raccolta artistica, in cui sono presenti alcuni dei principali artisti italiani del primo Novecento, coinvolti da Caproni nell'opera di illustrazione e pubblicità dei suoi aeroplani, in particolare appartenenti alla corrente del secondo futurismo che trova nella collezione del Museo Caproni la sua più ampia e completa espressione. Fra i molti nomi di spicco della raccolta, sono da ricordare almeno quelli di Luigi Ratini, Luigi Bonazza, Fortunato Depero, Giacomo Balla, Mario Sironi, Tato, Alfredo Ambrosi.
Degni di nota sono anche la biblioteca Caproni, fondo librario a tema aeronautico di rilevante ampiezza e valore culturale, e l'archivio dell'"Ufficio tecnico della società Aeroplani Caproni" di Roma, in cui sono raccolte le riproduzioni eliografiche dei progetti di aeroplani eseguiti nelle diverse sedi produttive della società in un arco di tempo compreso fra il 1918 e il 1943: un complesso documentario di notevole estensione e di imprescindibile importanza per la storia dell'industria aeronautica italiana.
(m.n.)

Filmato a cura dell'Ufficio Stampa.
In allegato breve intervista audio all'assessore Franco Panizza -