Sabato, 03 Giugno 2017 - 11:31 Comunicato 1451

L’ottica di genere, per una medicina correttamente “disuguale”

L’ottica di genere in medicina arriva al Festival grazie al confronto, al palazzo della Regione, sul tema della disuguaglianze tra donne e uomini. Ne hanno parlato Roberta Chersevani, presidente della Federazione nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Maurizio Del Greco, Direttore U.O. Cardiologia dell'Ospedale S. Maria del Carmine di Rovereto e Fulvia Signani, dirigente psicologa AUSL Ferrara. L’incontro è stato coordinato da Simonetta Fedrizzi, presidente della Commissione Provinciale Pari Opportunità. Promuovere la salute di tutta la popolazione non può prescindere dalla dimensione di genere, sia sul piano fisiologico che sociale: questo il tema di fondo. Alla base delle disuguaglianze di salute ci sono precisi fattori sociali, condizioni di lavoro, livello di istruzione, reddito, stili di vita.

La sfida oggi è introdurre l'ottica di genere nei percorsi preventivi, diagnostici, terapeutici e assistenziali, per una medicina che riconosca le differenze, perché donne e uomini per la stessa malattia possono presentare quadri clinici diversi. Anche in questo modo si può mettere veramente al centro ogni paziente, con vantaggi sul piano della cura e della gestione delle risorse disponibili attraverso l’utilizzo di terapie adeguate ad ogni persona.

“La medicina di genere – ha chiarito in apertura Simonetta Fedrizzi - non è la medicina delle donne. La differenza di genere in medicina ha una storia relativamente recente. Con questo incontro si vuole stimolare l’attenzione scientifica ma anche quella politica”.

Per Maurizio Del Greco emblematico è il caso della cardiologia: “Ci sono studi che dimostrano come per anni ci si è dedicati di più ad analizzare e curare gli uomini rispetto alle donne, nonostante i recenti dati sull’incidenza delle diverse malattie”. Tra donne e uomini esistono invece, ha evidenziato il cardiologo, moltissime differenze anche nei fattori di rischio, nel modo di manifestarsi delle cardiopatie, nella prognosi. Anche i sintomi nelle donne sono difficili da sospettare e sono atipici rispetto allo standard maschile. “Anche nella ricerca moderna  - ha aggiunto Del Greco - le donne sono meno presenti degli uomini e questo può avere delle conseguenze in termini di appropriatezza delle cure”.

Fulvia Signani è partita dall’esempio dell’assegnazione degli Oscar per il cinema per evidenziare il diverso impatto del premio nell’aumento dei compensi riconosciuti ad attori maschi, molto di più, e femmine, molto meno. “I dati – ha detto Signani - vanno raccolti tenendo conto delle differenze di genere e vanno comparati”. Gli enti pubblici, in materia di salute pubblica, possono avvalersi di una valutazione di impatto basata sulla partecipazione dei detentori d’interesse, come cittadini, imprese, politici, che poggia sulla rendicontazione per una gestione basata sulle evidenze. Signani ha citato gli studi di Ann Oakley che ha dimostrato che il modello di vita di uomini e donne è diverso e nelle organizzazioni sociali non mancano forme di segregazione. Nel campo dell’assistenza e della gestione della casa Signani ha sottolineato il diverso ruolo che viene tradizionalmente lasciato alle donne:”Tutto ciò si riverbera anche nel campo della medicina, che se si limita alle differenze sessuali non è medicina di genere”.

Roberta Chersevani ha detto che “Anche per i farmaci stiamo imparando che c’è una peculiarità di genere”. Diagnosi, prevenzione, terapia – ha spiegato - possono migliorare tenendo conto delle differenze di genere. “Non è la medicina delle donne – ha ribadito - ma quella che segnala le differenze”. 



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