Domenica, 05 Febbraio 2017 - 09:05 Comunicato 228

L'orso "arriva" al Trento film festival

Martedì 7 febbraio, alle 21, al cinema Astra, in collaborazione con il “Laboratorio alpino delle Dolomiti Bene Unesco” proiezione del film di Annaud

Nell’ambito delle attività del “Laboratorio alpino delle Dolomiti Bene Unesco”, martedì 7 febbraio, al cinema Astra, alle 21, il Trento Film Festival proietterà il film L’orso, di Jean Jacques Annaud (Francia, USA, 1988, 94') considerato dalla critica e dagli appassionati naturalisti un vero e proprio capolavoro sul plantigrado e il suo rapporto con l’uomo. (L’ingresso al cinema è di 5 euro).

Il film, girato tra gli straordinari scenari delle Dolomiti, sarà introdotto dal giornalista Rosario Fichera, autore peraltro di un romanzo sull’orso bruno. Ospite della serata sarà il presidente della Trentino Film Commission, Giampaolo Pedrotti che porterà la sua testimonianza su come le grandi produzioni girate nei nostri territori, come nel caso de L’orso, creino delle importanti ricadute locali a livello economico, culturale e di know-how.

Attiva dal 2011, la Trentino Film Commission promuove e sostiene le produzioni cinematografiche, televisive e documentaristiche, sia italiane che estere, in grado di valorizzare e diffondere il patrimonio culturale, ambientale e storico del territorio trentino. Il Trento Film Festival collabora attivamente con la Trentino Film Commission, prevendendo peraltro, nell’ambito del programma cinematografico, la sezione “Orizzonti vicini”, uno spazio interamente dedicato ai film prodotti o girati in Trentino-Alto Adige, agli autori, case di produzione e scuole di cinema della regione. 
L’orso, candidato al tempo al premio Oscar per il miglior montaggio e vincitore di due Premi César, assegnati al regista e alla montatrice, Noëlle Boisson, è ambientato nel 1885, nella Columbia Britannica, nello stesso periodo in cui nei nostri territori la caccia all’orso bruno era premiata addirittura con delle generose ricompense in denaro. Da questo punto vista l’opera di Jean Jacques Annaud rappresenta l’occasione per ripercorrere la storia della convivenza uomo-orso anche nella nostra provincia, un tema, questo, soprattutto oggi, di grande attualità alla luce della popolazione di orsi bruni che vive in Trentino, grazie alla loro reintroduzione attuata con il progetto Life Ursus e che più in generale s’inquadra nel problema del ritorno nelle Alpi dei grandi predatori, tra i quali, oltre all’orso bruno, il lupo (che sta tornando in modo spontaneo), la lince e lo sciacallo dorato.   
La sinossi del film
La trama della pellicola, affascinante e avvincente, con una serie inaspettata di colpi di scena, narra la storia di un piccolo d'orso che vive il trauma della morte accidentale della madre. Costretto ad arrangiarsi, il piccolo si sforza di trovare cibo e rifugio fino a quando s’imbatte in un enorme orso grizzly maschio, braccato a sua volta da due cacciatori di trofei, di cui il più giovane, avventato e ingenuo, appena ne ha l'occasione, spara all'animale, riuscendo, però, solo a ferirlo. L'orso, infuriato, fugge, uccidendo uno dei due cavalli dei cacciatori. Poco dopo, il cucciolo, trovatosi di fronte all'orso grizzly e vedendo in lui una figura paterna, tenta di farselo amico, ma l'altro, leso e innervosito, lo respinge. Il piccolo orso, tuttavia, non si arrende, riuscendo ad avvicinarsi al plantigrado e a leccargli in modo rasserenante la ferita: si forma così l'amicizia tra i due animali, con il grande che prende l'orfano sotto la propria protezione, insegnandogli a pescare e cacciare. 
Determinati a trovare il grizzly, i due cacciatori si uniscono a un terzo uomo, accorso con dei cani. Inizia così un drammatico inseguimento, con i cacciatori che riescono a catturare il piccolo orso, legandolo a un albero del proprio accampamento. Ma è proprio lì che accade un evento inaspettato: il cacciatore più giovane si ritrova, la mattina presto, solo e senza il suo fucile di fronte al potente grizzly che, dopo averlo terrorizzato ringhiandogli ferocemente, decide alla fine di risparmiargli la vita e di recedere. Una scena importante del film, questa, che riflette nella realtà l’indole dell’orso che normalmente nei confronti dell’uomo non arriva all’atto estremo. Il cacciatore però approfitta dell’occasione per recuperare l’arma e sparare all’animale, ma al momento di premere il grilletto, sentendosi in debito nei suoi confronti, sceglie di mettere fine all'estenuante caccia, abbassando il fucile. Decide così di andare via con i compagni, liberando il piccolo orso che, rimasto solo e indifeso, viene inseguito e ferito da un puma; quando il felino sembra avere la meglio, improvvisamente, arriva il grizzly che con dei poderosi ringhi lo intimidisce costringendolo a fuggire via. I due orsi ritornano nuovamente insieme e, con l'avvicinarsi dell'inverno, si ritirano in una grotta per il loro periodo di semi letargo.

(gp)


Immagini