Giovedì, 17 Maggio 2018 - 12:36 Comunicato 1048

Firmato questa mattina dal governatore Ugo Rossi alla casa circondariale di Spini di Gardolo un protocollo per i corsi rivolti ai detenuti
L'educazione è sempre la via del riscatto

Conoscere, imparare, impegnarsi anche in questo modo lungo il percorso di inserimento sociale: è questo il "cuore" del nuovo protocollo d'intesa fra la Provincia autonoma e la casa circondariale di Trento, firmato oggi dal governatore Ugo Rossi e dal direttore del carcere Valerio Pappalardo.
Il protocollo rilancia la collaborazione già avviata nel 2012 che coinvolge, oltre alla Provincia e all'amministrazione penitenziaria, anche istituti scolastici e altri enti presenti sul territorio. Si tratta del liceo Rosmini e degli istituti professionali Pertini e Alberghiero, con un''offerta formativa diversificata per consentire ai detenuti di acquisire alcune competenze di base o di accedere ad un diploma o a una qualifica professionale specifica.
Attualmente sono circa 200 i detenuti coinvolti nelle varie attività formative: 19 di loro sosterranno presto l'esame finale del 1° ciclo (a conclusione della scuola media), uno la maturità, una decina stanno frequentando i corsi di scuola alberghiera. Il presidente della Provincia, che era accompagnato dai dirigenti scolastici Matilde Carollo e Stefano Kirchner, ha sottolineato come questi percorsi riescano ad arricchire tutta la scuola trentina e assieme all'augurio di buona fortuna per il futuro, si è rivolto ai detenuti con parole di incoraggiamento: "È attraverso questo che riuscite a dimostrare la vostra voglia di ricominciare. Credeteci", ha detto Rossi.
Un ringraziamento agli insegnanti che con il loro impegno rendono possibile questa realtà è giunto dal presidente, ma anche dagli stessi detenuti, per i quali la formazione rappresenta un'opportunità per la crescita della persona e il reinserimento lavorativo e sociale, elementi fondamentali per evitare di fallire il percorso di riscatto. "Il vuoto uccide" ha detto infatti uno di loro non a caso stamattina.

La Provincia ha individuato nel liceo Rosmini l'istituzione che gestisce l'offerta formativa sia del primo sia del secondo ciclo di istruzione e che prevede percorsi modulari di alfabetizzazione (lingua italiana, inglese, tedesco, informatica, matematica, educazione alla cittadinanza), un percorso annuale di conseguimento del titolo conclusivo del primo ciclo di studi (ex scuola media) e un percorso di scuola secondaria di secondo grado ad indirizzo di liceo economico sociale, in formula mista con indirizzo professionalizzante alberghiero. Vengono garantiti anche moduli formativi non professionalizzanti di tecnica di estetica e acconciatura e di panificazione e pasticceria. L'offerta formativa cerca di tener conto, pur in presenza di notevole complessità organizzativa per la necessità di coinvolgimento in iniziative e momenti separati, delle diverse caratteristiche della popolazione ristretta, rivolgendosi sia ai detenuti ordinari sia ai cosiddetti protetti e alla componente femminile e di garantire percorsi qualificanti e arricchenti anche sotto il profilo della crescita culturale e della cittadinanza consapevole. È coinvolta a vario titolo la maggior parte della popolazione detenuta, che nel carcere ha a disposizione una biblioteca di circa 7.000 volumi, con un movimento prestiti di 130 unità giornaliere.

I progetti formativi tengono conto delle specificità della casa circondariale, che presenta un numero di persone ristrette con pene detentive generalmente inferiori ai tre anni, per cui risulta particolarmente complesso impostare una formazione che possa garantire prospettive di più lungo termine. Anche la presenza di una sezione protetti e una femminile, che devono essere coinvolti in iniziative separate, rende ulteriormente complessa l'organizzazione. Il nuovo protocollo tiene conto della nuova regolamentazione normativa per gli adulti, considerando anche la realtà della popolazione detenuta e si propone di orientare tutta l’attività verso obiettivi di educazione alla cittadinanza e percorsi sempre più finalizzati ad un efficace reinserimento nella società delle persone ristrette.

Il protocollo siglato stamattina va nella direzione di garantire organicità degli interventi, rafforzando i percorsi formativi già presenti all'interno della casa circondariale, ponendo le basi per una valida organizzazione del servizio secondo criteri di efficacia ed efficienza a sostegno dei diritti della persona detenuta. La flessibilità dei percorsi è per adeguarsi, in maniera proficua, alle opportunità offerte dal contesto territoriale e a bisogni diversificati. Il tempo scuola è adeguato in relazione ai vari percorsi curriculari e ai corsi definiti ed è previsto, inoltre, il massimo coinvolgimento delle persone detenute e le risposte ai loro bisogni formativi, concordando tra le parti e tenendo in debita considerazione le ore di formazione che l’amministrazione carceraria è in grado di garantire. Con il protocollo siglato oggi viene confermato anche un gruppo di coordinamento composto da due rappresentanti della casa circondariale e due rappresentanti del Dipartimento provinciale e presieduto dal dirigente del Dipartimento della Conoscenza, che ha il compito di definire un piano di programmazione dei corsi da attivare, il calendario delle attività, gli spazi e le necessità di carattere didattico da considerare per ogni anno scolastico. L'attuazione del piano è compito invece della commissione didattica, che è presieduta dal direttore della casa circondariale ed è composta dai docenti che prestano servizio in carcere e a cui possono partecipare anche funzionari e responsabili del Dipartimento della conoscenza. 

(us)


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