Domenica, 05 Giugno 2016 - 15:26 Comunicato 1235

L’economista dello sviluppo Mariaflavia Harari: migliori collegamenti centro-periferia per vivere meglio

La sfida? Connettere centro e periferie nel segno della qualità della vita e dei servizi. Ad analizzare il ruolo delle politiche nella regolazione dell’uso del suolo e nello sviluppo delle infrastrutture è stata oggi al Festival dell’Economia di Trento Mariaflavia Harari. La relatrice, che è assistente alla cattedra di Real Estate alla Wharton School, Università di Pennsylvania, è specializzata in economia urbana ed economia dello sviluppo. Al pubblico ha offerto uno spaccato del suo programma di ricerca incentrato sull’urbanizzazione nei Paesi in via di sviluppo. I suoi attuali progetti si concentrano sulla struttura urbana in India e la riqualificazione delle baraccopoli in Indonesia.

Questa mattina il suo intervento, sul tema “Centri e periferie”, inserito nella sessione “Le parole chiave”, in una gremita sala conferenze “Alberto Silvestri” del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento. Nell’introduzione Francesca Decimo, docente al Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell'Ateneo, ha messo in evidenza la portata innovativa della ricerca condotta  da Mariaflavia Harari sull’impatto delle diverse forme di città attraverso un’analisi che combina dati satellitari e dati del censo indiano.

Uso immagini satellitari notturne – ha chiarito Harari - che registrano le luci artificiali: in questo modo si possono tracciare i contorni delle aree urbane e il loro cambiamento. Nel tempo c’è un deteriorarsi  della compattezza.

La planimetria  di una città – ha spiegato – dipende da numerosi fattori, tra i quali la conformazione topografica di un territorio e la pianificazione urbanistica. Si può intervenire sulla seconda per determinare un’espansione compatta o irregolare delle città.

L’esistenza delle città – ha proseguito l’economista dello sviluppo - è legata ai benefici derivanti dalla vicinanza fisica. La realizzazione di questi benefici dipende da quanto è agevole il transito da un punto all’altro della città. La forma urbana influenza gli spostamenti e le distanze centro-periferia. Geometrie più compatte corrispondono a percorsi più brevi.

Le città con distanza brevi – ha osservato - attraggono più abitanti. Pur di abitare in una città compatta, ovvero con distanze minori tra centro e periferia, si accetta una sorta di sovrapprezzo:  la famiglia media indiana è disposta a rinunciare al 5% del proprio reddito.  A differenza dei consumatori, le imprese hanno la capacità di neutralizzare le distanze nelle città con piante irregolari: tendono a collocarsi in zone centrali.

La geometria urbana – ha concluso Harari - ha implicazioni significative per la qualità della vita. La ricerca scientifica può informare i responsabili politici indicando opzioni per migliorare l’uso del suolo e il transito urbano.

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