Venerdì, 01 Marzo 2019 - 15:21 Comunicato 400

In apertura i saluti dell’assessore Segnana e l’intervento di Cesarini Sforza
L’assistente sociale nell’emergenza: seminario oggi a Sociologia

L’assistente sociale nell’emergenza: questo il tema del seminario tenutosi oggi al Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento, organizzato da Asproc, associazione di assistenti sociali volontari costituitasi nel 2016 che, nell'ambito delle attività di protezione civile, interviene nelle situazioni di calamità e di emergenza nazionali. L’evento si è aperto con i saluti dell’assessore provinciale ala Salute e politiche sociali Stefania Segnana, a cui è seguito fra gli altri l’intervenuto del dirigente generale del Dipartimento della protezione civile Gianfranco Cesarini Sforza, centrato sui piani di emergenza territoriali e la partenship fra la Protezione civile e il volontariato.
L’assessore Segnana ha sottolineato come sia di estrema importanza “la disponibilità volontaria di tante persone che, in Trentino, si rendono disponibili per questo tipi di interventi. Come Giunta provinciale abbiamo dovuto iniziare il nostro mandato proprio affrontando le difficoltà create dal maltempo, ma averlo fatto con l’aiuto vostro e delle altre realtà del volontariato ha reso i nostri sforzi più facili. Dobbiamo quindi innanzitutto dirvi grazie, confermando la nostra intenzione di continuare a collaborare con voi. Il supporto che offrire alle istituzioni e alle popolazioni direttamente colpite dalle emergenze è fondamentale, e questo sia a livello locale sia in altri scenari, come quello di Amatrice, dove siete intervenuti con generosità e competenza”.

Molti gli assistenti sociali presenti in sala, dal Trentino e dall’Alto Adige, ma anche da fuori regione. L’eccezionale maltempo dello scorso ottobre, del resto, ha reso ancor più attuale il tema del  ruolo che l’assistente sociale, professionista iscritto ad un albo nazionale ed in possesso di competenze specifiche per affrontare situazioni di fragilità e disagio, può assumere anche in situazioni di emergenza in cui sono intere comunità ad essere coinvolte, in maniera drammatica e in un lasso di tempo molto breve.

Marisa Dubini, presidente di Aspro del Trentino Alto Adige, ha sottolineato come l’associazione, assieme all’Ordine regionale degli assistenti sociali, si interroghi costantemente  su come intervenire, anche nelle emergenze, con sempre maggiore cognizione di causa “Non si possono trascurare gli aspetti formativi – ha detto – indispensabili per affrontare le numerose calamità che affliggono Italia: terremoti, alluvioni e quant'altro. E’ da questa consapevolezza che nasce l’esigenza del seminario di oggi. Alla professione dell’assistente sociale appartengono già molti strumenti per affrontare soprattutto il disagio quotidiano. Negli eventi di emergenza però il disagio colpisce contemporaneamente e in maniera molto veloce intere comunità, fino a disgregarle. Serve quindi una preparazione specifica. La costituzione 3 anni fa dell’associazione Aspro è stata la risposta. Nel 2016 siamo stati presenti nel centro Italia, come volontari assistenti sociali all’interno della struttura della Protezione civile, portando anche in questi contesti  il valore e la specificità  della nostra professione”.

La professoressa Teresa Bertotti ha portato i saluti dell’Università di Trento, sottolineando come il Dipartimento di Sociologia abbia molto investito nel percorso di formazione degli assistenti sociali, diventando un punto di eccellenza nel panorama nazionale. “La collaborazione con il Consiglio regionale dell’ordine è altissima – ha aggiunto - e riteniamo che non potrà che rafforzarsi  in futuro, coniugando teoria e pratica”.

La presidente di Asproc nazionale Monica Forno ha ripercorso quindi la storia dell’associazione, illustrandone scopi e attività. “Siamo un’associazione di volontariato – ha detto - quindi i suoi membri hanno messo a disposizione le proprie competenze e il proprio tempo per queste attività. Abbiamo in Italia circa 170 soci, distribuiti in una decina di realtà regionali. La sfida della nostra professione è di attrezzarci al fine di arrivare al momento dell’emergenza mettendo a frutto saperi e competenze già acquisiti. Come associazione di protezione civile anche la nostra è tenuta a partecipare a momenti formativi per supportare i colleghi che agiscono nelle zone colpite da calamità, portando in modo rispettoso, delicato ma competenze il proprio aiuto, in maniera complementare a quanto fatto direttamente dai territori. Si tenga presente che nelle calamità di natura straordinaria le fragilità già esistenti e già oggetto del lavoro dell’assistente sociale, come ad esempio le problematiche legate agli anziani, non scompaiono, anzi, semmai a loro volta si aggravano. Di conseguenza, bisogna essere anche pronti a modificare il proprio approccio, tenendo  conto, quando si esce dal proprio ambito di riferimento, anche delle normative ed i contesti sociali diversi. Lo sforzo deve andare anche nella direzione di evitare che le calamità eccezionali disgreghino il tessuto comunitario. La sfida per la professione è quindi una sfida sul campo, in sinergia con le altre energie e le altre associazioni che compongono la complessa macchina della Protezione civile”.

 La giornata è proseguita con i diversi interventi i scaletta fino alla chiusura dell’evento.

(mp)


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