"Anche noi - ha proseguito l'assessora Ferrari - stiamo cercando di rafforzare la presenza delle donne nelle istituzioni; sebbene la legislazione ci garantisca parità di diritti, questo non si traduce nella pratica, perché esiste un condizionamento culturale, la divisione dei ruoli tradizionali nella nostra società non consente alle donne di essere in numero significativo nei luoghi decisionali".
Ruth Colian ha quindi parlato della sua esperienza, raccontando alcune delle difficoltà affrontate nel suo percorso di candidatura al parlamento d'Israele. Le donne ultra ortodosse isaeriale non hanno vita facile. Nel loro mondo infatti tutto è deciso dagli uomini. Sono sottopagate e hanno un’aspettativa di vita tra le più basse del Paese, perché non si sottopongono a screening e prevenzione. Oltre a prendersi cura dei figli e della casa, devono spesso sostenere economicamente i coniugi, che si dedicano allo studio delle Scritture. Ma Ruth Colian, 34 anni, una laurea in legge, un profilo Facebook seguito e aggiornato, si batte per il cambiamento. Convinta che le donne della sua comunità non siano rappresentate dai politici haredi che siedono in parlamento, nel 2015 ha fondato il primo partito femminile ultraortodosso e si è candidata per la Knesset, il parlamento israeliano. I risultati del voto non le hanno permesso di superare la soglia di sbarramento; ma un primo passo è stato fatto e alle prossime elezioni le donne haredi avranno nuovamente la possibilità di dare il loro appoggio a un movimento politico che affronta questioni come il trattamento salariale, il divorzio, le violenze domestiche e le relazioni di genere.
"C'è ancora - ha concluso Colian - chi deplora quello che sto facendo, ma sono sicura che ci sia un'ampia fetta di popolazione, anche al di fuori della mia comunità, che apprezza quello che sto portando avanti". Quindi un invito all'assessora Ferrari di "non smettere mai" e di continuare a battersi per la parità.
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