
E’ un’atmosfera da stadio quella che gli ospiti si sono trovati di fronte, con un entusiasmo che è andato crescendo man mano che si dipanava il racconto, accompagnato dalle immagini, di una stagione, quella del 2009-2010, senza precedenti per il calcio italiano e, fino ad oggi, anche senza emuli. In quell’anno la vittoria di Coppa Italia, scudetto e Champions League ha rappresentato per l’Inter la stagione perfetta, anche se non scontata. Cori, nomi scanditi come si fa in curva, applausi: è stata una festa per i colori nerazzurri, con un'accoglienza che ha commosso lo stesso Moratti. Quando il tifo ha lasciato il posto all’analisi si è provato a sintetizzare la formula di un così importante successo: tanto talento, con numerosi giocatori di classe giunti a Milano, ma anche grande temperamento e convinzione nei propri mezzi, trasmessi da un allenatore come José Mourinho, ricordato più volte come grande motivatore e come un allenatore capace di arrivare preparato agli incontri che contano, disponendo la formazione al meglio. “Era una squadra – ha ricordato il capitano Zanetti – che ci credeva fino alla fine”.
La narrazione è partita dalle prime giornate della stagione 2009-2010 per ripercorrere, con l’aiuto delle immagini più belle e del commento degli atleti e dei dirigenti, tra aneddoti curiosi e inediti, le giornate sofferte ma esaltanti che hanno portato al successo i nerazzuri, in un campionato italiano e una Coppa Italia contesi ad una Roma molto forte, e in europa con la vittoria contro alcune delle migliori squadre di quel periodo: Bayern Monaco, Barcellona, Chelsea.
Sono passati alcuni anni da quei risultati, per i tifosi nerazzurri sicuramente tanti, ma le emozioni, nel ripercorrere quell’entusiasmante cavalcata sono ancora molto forti, anche per i diretti protagonisti.
I legami che si sono creati tra coloro che hanno vestito quella maglia sono molto forti tanto che è stato varato anche il progetto “Inter Forever” che, come ha spiegato Toldo, coinvolge tutti gli ex giocatori della squadra per tramandare, con varie iniziative, esperienza e senso di appartenenza.
Ma quella che si è vissuta al Santa Chiara non è stata un’operazione nostalgia, anzi. Si respirava la voglia di passare il testimone dalla squadra e dalla società vincenti nel 2010 a quelle attuali chiamate a nuove sfide.