Venerdì, 03 Giugno 2016 - 17:10 Comunicato 1146

L’Eni come metafora dell’Italia tra pubblico e privato

L’Eni, una delle più grandi aziende italiane, è di fatto uno ‘Stato dentro lo Stato’: è questa la tesi del libro-inchiesta "Lo Stato parallelo-La prima inchiesta sull’Eni tra politica,servizi segreti,scansali finanziari e nuove guerre" (Chiarelettere) redatto in cinque anni di lavoro dai giornalisti Andrea Greco (la Repubblica) e Giuseppe Oddo (Sole 24 ore). Il libro è stato oggi al centro della sezione ’Incontri con l’autore’, moderata dal vicedirettore del Corriere della sera, Federico Fubini, che ha evidenziato come la storia dell’Italia dal Dopoguerra a oggi si rispecchia nell’indagine “non cronologica” sull’evoluzione di una delle più grandi aziende nazionali. “Un libro coraggioso - ha affermato la giornalista Tonia Mastrobuoni nell’introduzione - che assume a tratti toni da spy story “.
“Un approccio di metodo degno del miglior giornalismo investigativo - ancora Fubini - dove tutte le fonti sono state controllate e incrociate minuziosamente”.
L’Eni, azienda multinazionale creata dallo Stato italiano come ente pubblico nel 1953 sotto la presidenza di Enrico Mattei, tenuta fino alla sua morte nel 1962, fu convertita in società per azioni nel 1992. Gli autori hanno evidenziato come dalla nascita dell’azienda a oggi si sia verificata un’oscillazione periodica tra positività e negatività, data dall’alternarsi di alcuni ad e manager autonomi e altri invece diretti dalla politica.

Enrico Mattei appartiene alla prima categoria:”uso i politici come taxi” diceva. In questa particolare sorta di stagione autonoma l’Eni diventa  uno stato parallelo a quello italiano con tanto di politica estera e con la politica nazionale a suo servizio.  “Tra le righe del libro, per Fubini, si trova l’analisi del rapporto difficile tra potere pubblico e potere privato in Italia. Quando Cefis prende il posto di Mattei si parla dell’”uomo della restaurazione. Cefis - ha detto Fubini - ha relazioni speciali con i poteri occulti dello Stato, in primis con i servizi segreti”.

“Se con Mattei  l’Eni vive una delle sue migliori stagioni, poi i manager catturati dalla politica rischiano di danneggiare l’azienda - ha sottolineato Giuseppe Oddo - la politica si verifica un danno per la più grande azienda italiana”. Tra il 1992, dopo Mani pulite,  e il 2005 che l’Eni diventa un’azienda intoccabile diventa di nuovo autonoma e si quota in borsa. Ma nel 2005  con la forza del Governo Berlusconi e  il forte rapporto  tra il Presidente del Consiglio e l’ad Paolo Scaroni, e con un prezzo del petrolio alle stelle, c’è un riavvicinamento della politica. 

Molti i dividendi per il Ministero del tesoro di Tremonti: circa 30 miliardi,  ma pochi gli investimenti remunerativi dal punto di vista economico. In questi nove anni l’azienda spende oltre tre miliardi per comunicazione, pubbliche relazioni e sponsorizzazioni. “Il libro - ha poi sottolineato Fubini - ha il merito di offrire l’opportunità di riflettere  in termini storici sul rapporto tra imprese pubbliche ed economia in Italia.

“Nella vicenda dell’Eni  - ha aggiunto - vediamo che in Italia i momenti di crisi economica sono stati allo stesso tempo un momento di svolta. Dalla grande depressione del 1929, alla disfatta bellica, alla prima crisi economica nel 1992,  si è cercato di imprimere una ristrutturazione, riducendo la forte presenza dello Stato nell’economia del Paese, piano piano il controllo pubblico si riduce a favore dell’ingresso di azionisti privati. Esempio è Telecom, che nel tempo è diventata un’azienda solo a capitale privato. Le crisi economiche e finanziarie sono momenti di svolta per l’innovazione di modelli, ora cerchiamo di capire se questa  seconda crisi possa essere un ulteriore punto di svolta: creando oggi maggiore possibilità di far crescere imprese private .



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