Venerdì, 15 Dicembre 2017 - 15:59 Comunicato 3369

In Consiglio provinciale la relazione del presidente Ugo Rossi al bilancio 2018
"L'Autonomia deve generare e produrre Autonomia"

"Un Trentino senza periferie, coeso, che parla almeno 3 lingue, inserito dentro L'Euregio, lo Stato e l'Unione europea. Un Trentino possibile grazie al senso di appartenenza e impegno di tutti per un’Autonomia che deve generare e produrre autonomia" sono alcuni dei temi chiave emersi dalla relazione dal presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi in Consiglio provinciale dove ha avuto oggi inizio la discussione sul bilancio 2018.

La discussione di questo bilancio ci offre l’occasione innanzitutto per tracciare una sintesi del percorso compiuto in questa legislatura. Prima di addentrarmi negli aspetti specifici, permettetemi di fare riferimento ad un evento che risale a pochi giorni fa, un incontro posto a conclusione di un percorso che abbiamo dedicato ai cinquant’anni dal primo Piano Urbanistico Provinciale e che ha toccato diverse località del Trentino. Vorrei iniziare proprio da qui la mia riflessione, ovvero da una importante, impegnativaeredità, che deve servirci da sprone, per mettere ulteriormente a fuoco le coordinate dello sviluppo futuro della nostra comunità. Quell’evento ci ha ricordato che i primi passi li abbiamo mossi appunto cinquant’anni fa nella stagione kessleriana, una stagione non esente da polemiche, anche se oggi tutti ne riconosciamo il valore, e la capacità di anticipare il futuro, di guardare più in là.
C’era anche allora, mi sembra doveroso ricordarlo, chi professava scetticismo, chi invitava alla prudenza, chi enfatizzava anche modesti incidenti di percorso, da cui nessuna amministrazione è immune, e chi dice il contrario imbroglia i cittadini. I risultati, però, sono arrivati. E quei risultati maturano ancora oggi, continuano a portare frutto, sono il carburante del cambiamento che vogliamo e che cerchiamo, giorno dopo giorno, di realizzare. Un cambiamento non distruttivo, ma costruttivo, responsabile e lungimirante.
E’ con questo spirito che si sono sviluppate, ad esempio, le novità che interessano il nostro sistema scolastico, a partire dall’introduzione del trilinguismo, una scelta anche un po’ contestata, ma del resto non andò così anche in altri casi, come quando fu istituita la Facoltà di Sociologia? Eppure oggi consideriamo quelle scelte come sfide lanciate dai decisori di allora nei confronti di tutto ciò che appariva statico.
Non lo diciamo per puro e semplice amore nel “nuovo”, ma perché il mondo in cui siamo immersi, oggi come allora, è dinamico, i cambiamenti che lo attraversano sono sempre più accelerati. Le spinte che racchiude possono essere davvero centrifughe, possono scagliare un piccolo territorio come il nostro nella direzione sbagliata, se non sarà in grado di accompagnarle, di piegarle ad una idea di futuro ragionevole, sostenibile, condivisa. Come in altre occasioni ho avuto modo di dire, in passato una forte spinta al cambiamento veniva dalla condizione materiale del Trentino.
Negli anni 60 eravamo una terra che solo allora stava cominciando ad uscire dalla povertà. La lunga stagione delle migrazioni era appena terminata, ovunque si avvertiva il desiderio di stare meglio pur senza rinunciare a quanto di buono vi era nell’identità trentina, nelle nostre radici, nella nostra eredità.
Anche se le condizioni oggi sono molto diverse, dobbiamo coltivare quello spirito, quell’entusiasmo, quel coraggio, quella capacità di progettareilfuturo. Veniamo da una stagione difficile, segnata dalla crisi economica più devastante che l’Europa abbia sperimentato dal Secondo dopoguerra. Oggi cogliamo segnali di ripresa importanti, anche in Trentino – stimiamo una crescita del 1,6% nel 2018 ed è una stima prudente – ma non possiamo nasconderci che le cose non sono rimaste le stesse. Non possiamo quindi semplicemente ricominciare dal 2008. Per fortuna in questi anni non siamo rimasti ad attendere passivamente che la bufera passasse. Ci siamo impegnati, abbiamo cercato di affrontare le pressioni – alcune potenzialmente distruttive – a cui eravamo sottoposti, trasformandole, ove possibile, in opportunità. Lo abbiamo fatto nel solco del mandato che i cittadini hanno affidato al centro sinistra autonomista, interpretando la nostra “specialità”, che riaffermiamo come paradigma su cui costruire il nostro futuro, non in modo chiuso ed isolato, ma al contrario volendo essere parte delle dinamiche nazionali, europee e globali, con lo sforzo di proporre una connotazione politica completamente distante e inequivocabilmente alternativa a quanti ci propongono scorciatoie che bypassano i problemi reali proponendo slogan o frasi ad effetto che fanno leva sull’emotività, ma non portano ad alcun risultato.
Alternativa ed inequivocabilmente distante da chi agita le paure delle persone, da chi alimenta o anche sottovaluta e magari minimizza i rigurgiti violenti della xenofobia che serpeggia in tutta l’Europa. Alternativa e inequivocabilmente distante da chi sull’onda di una presunta modernità che si nutre delle contraddizioni (e a volte delle perversioni) della rete cavalca il populismo e alimenta la sfiducia e il rancore. Alternativa ed inequivocabilmente distante da chi senza conoscenza e con superficialità strumentale considera l’esperienza autonomistica del Trentino un privilegio anacronistico da rimuovere.

I risultati li mettiamo a disposizione di tutti
Vale la pena ricordarne alcuni, a partire da quelli che hanno consolidato e rafforzato la nostra Autonomia.
Grazie all’accordo finanziario – il Patto di garanzia concluso e ratificato in legge nel 2014 – abbiamo assicurato al bilancio provinciale sicurezza di programmazione. Con l’accordo abbiamo stabilito, in base a chiari parametri, il nostro contributo di compartecipazione al risanamento dei conti pubblici. In cambio abbiamo ottenuto la garanzia che in futuro lo Stato non potrà più imporci unilateralmente ulteriori obblighi finanziari. A livello nazionale siamo oggi gli unici a poter disporre degli avanzi di amministrazione. Con l’assestamento del bilancio siamo pertanto in grado di aggiungere, ogni anno, ulteriori risorse rispetto a quelle dell’esercizio in corso. 

Il Patto di garanzia regge. È dimostrato non solo sul piano pratico, come appena descritto, ma anche su quello più prettamente giuridico. La Corte costituzionale si è infatti appena pronunciata con sentenza n. 237/2017 su alcune disposizioni di legge che modificavano la legge statale n. 243/2012, riguardante il pareggio di bilancio. Il principio sancito dalla Corte è che una legge ordinaria non possa liberamente intervenire su materie riservate a una cosiddetta legge “rinforzata”. Perché mi preme sottolineare questo? Per rimarcare che una legge rinforzata può essere approvata solo con il nostro consenso e quindi solo con il nostro consenso può essere modificata. La legge rinforzata a cui mi riferisco è quella che ha per oggetto l’accordo finanziario.

Inoltre ciò che caratterizza il nostro accordo finanziario rispetto agli accordi sottoscritti da altre Regioni autonome come il Friuli-Venezia Giulia, è chiaramente stabilito dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 154/2017. Cito testualmente: “Nonostante entrambi gli accordi siano stati recepiti nella legge n. 190 del 2014 (rispettivamente ai commi da 406 a 413 e ai commi da 513 a 523), soltanto il primo,“ – ossia il nostro accordo finanziario – “nel ridefinire complessivamente i rapporti finanziari tra lo Stato, la Regione Trentino-Alto Adige e le Province autonome di Trento e di Bolzano, […] esclude la possibilità di modifiche peggiorative, salvo esigenze eccezionali di finanza pubblica e per importi predeterminati già nelle clausole del patto.” E ancora: “Per questa via – come ricostruito nella sentenza n. 28 del 2016 – le Province autonome di Trento e di Bolzano vengono a godere di una condizione di autonomia oggettivamente differente rispetto a quella propria del Friuli-Venezia Giulia, in riferimento alle richieste statali di concorso al risanamento dei conti pubblici.” Vengono ribaditi, ancora una volta, due aspetti fondamentali: l’impossibilità per lo Stato di intervenire unilateralmente, come aveva sempre fatto dal 2009 in poi, nelle casse provinciali e l’esaustività del nostro concorso finanziario al risanamento del bilancio dello Stato. Ciò significa, in altre parole, che possiamo gestire liberamente le risorse finanziarie generate dal nostro territorio.

La frammentazione e l’incertezza politica e la crisi della democrazia rappresentativa in Italia e in Europa hanno condizionato e influenzato l’azione di salvaguardia della nostra Autonomia. Un’azione complessa e articolata che coinvolge sia la dimensione tecnica – che vorrei in questa sede ringraziare - che quella politica e che si basa sulla progressiva ridefinizione dei molteplici equilibri e assetti istituzionali, politici e statutari e che richiede un lavoro costante, nonché un notevole sforzo di apertura, condivisione e dinamicità.

All’interno di questo contesto siamo comunque riusciti ad ottenere altri importanti e significativi risultati, consolidando, sviluppando e rafforzando la nostra Autonomia. Questo è stato possibile anche grazie al rinnovato rapporto e alla proficua collaborazione con Bolzano, la cui rafforzata sinergia rappresenta l’altro grande elemento innovativo, strategico e prospettico che ha caratterizzato in maniera particolare questa legislatura e dal quale l’autogoverno efficace e lungimirante dei nostri territori non può prescindere. L’asse strategico che, con un quotidiano e costante lavoro, siamo riusciti a creare con Bolzano ha rappresentato il presupposto per raggiungere i risultati ottenuti, per rapportarsi con più autorevolezza sul piano nazionale ed europeo, per garantire lo sviluppo strategico dei nostri territori e per affrontare efficacemente le sfide che abbiamo davanti. Un rapporto che si è sviluppato a livello territoriale, ma che ha potuto valorizzare le proprie potenzialità anche grazie alla forte collaborazione con la rappresentanza parlamentare. Già a fine 2013, abbiamo ottenuto la modifica dell’art. 80 dello Statuto, grazie alla quale ci è stata riconosciuta la competenza esclusiva in materia di finanza locale e tributi locali.

Tra i più rilevanti risultati ottenuti  vi è poi il rinnovo di durata trentennale della concessione della tratta autostradale Brennero Modena, il cui notevole valore politico deriva dalla possibilità di gestire uno dei corridoi di collegamento più importanti d’Europa. Una opportunità particolarmente importante per i nostri territori – vista la loro collocazione e natura – che ci permette di attivare più di 4 miliardi di investimenti – di cui oltre un terzo su territorio trentino - e di promuovere politiche pubbliche condivise, sostenibili e innovative a difesa dell’ambiente e in tema di mobilità.

Grazie ad un’ulteriore modifica statutaria, stiamo per ottenere la competenza a legiferare, nel quadro europeo e nazionale, su modalità, procedure e criteri per l’assegnazione delle concessioni per grandi derivazioni a scopo idroelettrico. Una norma che rappresenta un ulteriore passo avanti in termini di sviluppo e crescita del nostro sistema, che ci permetterà di proporre politiche innovative in un ambito molto significativo per quanto riguarda lo sviluppo del sistema economico trentino, il rispetto dell’ambiente e l’approvvigionamento energetico.

Con l’approvazione della legge di stabilità nazionale avremo l’equiparazione dei fondi per la previdenza complementare del nostro territorio (Laborfonds e Sanifonds) ai fondi nazionali di categoria previsti da diversi contratti collettivi nazionali, garantendo la piena operatività dei nostri strumenti regionali e rimuovendo la discriminazione rispetto a quelli nazionali di categoria. Si tratta di un risultato importantissimo che garantisce una migliore e più attenta tutela dei lavoratori e dei cittadini, contribuendo anche in maniera significativa allo sviluppo economico e sociale della nostra comunità, grazie agli interventi diretti di investimento e sostegno. Basti pensare che Laborfonds ha investito 26,7 milioni nel Comparto Trento del Fondo Strategico Trentino Alto Adige gestito da FININT Investment SGR e 5 milioni nel progetto di social housing territoriale realizzato attraverso il Fondo Housing Sociale Trentino e che, nel solo anno 2016, il Fondo ha versato 5 milioni di imposta sostitutiva. Cifre aumentabili in maniera significativa perché la norma ci consente di raddoppiare e finanche triplicare la platea degli aderenti.

Un ulteriore importante passaggio è costituito dall’approvazione della legge costituzionale in materia di tutela della minoranza linguistica ladina, che, modificando e integrando lo Statuto di Autonomia, disciplina importanti garanzie di rappresentanza del gruppo linguistico ladino, mocheno e cimbro e riconosce il Comun General de Fascia quale ambito istituzionale a cui trasferire o delegare poteri o funzioni amministrative in tema di tutela delle minoranze. Una legge che salvaguarda e valorizza le minoranze, la cui tutela rappresenta uno dei pilastri su cui è fondato il nostro sistema di autogoverno. In questa legislatura siamo inoltre riusciti a sbloccare l’erogazione degli arretrati finanziari e delle quote variabili, che ci spettavano da molti anni, ma che, nella difficile situazione attuale, non era scontato ottenere.

Abbiamo infine approvato quasi una ventina di norme di attuazione, alcune delle quali particolarmente significative e strategiche. Basti pensare alla norma in materia di contratti pubblici e appalti, alla norma in materia di delega di funzioni riguardanti l’attività amministrativa e organizzativa di supporto agli uffici giudiziari e alla norma in materia di commercio e urbanistica commerciale che ci permette di adottare una pianificazione territoriale più attenta alle esigenze delle nostre comunità e più rispettosa delle peculiarità e tradizioni del nostro territorio. Vi sono poi la norma concernente la gestione del Parco Nazionale dello Stelvio e le norme in materia di esercizio venatorio che mantengono in capo alla Provincia la regolazione e la definizione delle modalità di esercizio nelle zone protette e nei parchi provinciali. 

Sul fronte dei provvedimenti provinciali voglio ricordare le principali riforme di questi quattro anni:
- la revisione della riforma istituzionale con la fusione dei comuni;
- la riforma urbanistica e il governo del territorio;
- la riforma degli appalti;
- la riforma della dirigenza;
- l’istituzione della consulta per la riforma dello statuto;
- la legge sulla scuola;
- la legge sullo sport;
- la legge sulle attività culturali;
- la legge sull’informazione;
- la legge sulle cave;
- la riforma del welfare degli anziani;
- il piano di mobilità sostenibile;
- il piano socio sanitario;
- il piano di politiche del lavoro;
- introduzione dell’imposta di soggiorno per finanziare la promozione turistica. 

La nostra esperienza di governo, quindi, non solo ha rappresentato l’argine all’avanzata del populismo e della demagogia, ma ha anche saputo garantire le condizioni per mantenere salda la nostra Autonomia speciale e per far tornare a crescere il Trentino, coniugando competitività con coesione sociale e sostenibilità, diritti con responsabilità ed autonomia delle persone. Ne dobbiamo essere fieri, perché sono il frutto del nostro lavoro e sono le basi su cui si può edificare con fiducia il nostro futuro. Ed ora ci accingiamo a fare un altro passo avanti.

Il Bilancio 2018: il Trentino col segno più
Più Pil, più fiducia, più servizi, più occupazione, più qualità dell’ambiente, più investimenti per le imprese, famiglie e cittadini. Al di là delle cifre, oggettivamente importanti, la prima considerazione che aiuta ad inquadrarle si riassume nella parola stabilità. È così che si presentano i conti pubblici, grazie al lavoro di razionalizzazione della spesa fatto in questi anni, ai provvedimenti adottati e alla collaborazione con altri attori del sistema (le autonomie locali in primis).

Per il 2018 ci poniamo l’obiettivo di consolidare le scelte strategiche fatte in questa legislatura, destinando le risorse disponibili al rafforzamento e alla qualificazione delle politiche che puntano ad accelerare la ripresa economica in atto, facendo leva anche sulla qualità dell’ambiente e del territorio e salvaguardando gli elevati livelli di coesione sociale che caratterizzano il Trentino. Gli indicatori ci parlano di una ripresa ormai consolidata. Ma è la percezione delle imprese a fare la differenza: ora le aziende guardano con fiducia al futuro, hanno ritrovato la voglia di investire. Il che si traduce in opportunità per l’occupazione e la crescita.

I dati più recenti dell’economia trentina ci mostrano un aumento del fatturato del 2,5% nel primo semestre dell’anno con la miglior performance sul mercato italiano che raggiunge il 6,3%; aumentano anche le esportazioni (+10%, rispetto al +8% nazionale), in particolare verso la Germania, la Francia e gli Stati Uniti; il turismo ha fatto registrare la migliore stagione di sempre: l’aumento delle presenze complessive è pari al 4,3%; aumentano anche i consumi delle famiglie (+1,6%) che ci parlano di una ritrovata fiducia. La disoccupazione è scesa dal 6,5% del 2013 al 4,6% di oggi, è aumentato il tasso di occupazione dal 65,5% del 2013 al 69,8% di oggi. Anche le imprese investono di più (incremento del 20,6% degli investimenti materiali e del 5,7% di quelli immateriali).
Dal 2013 l’economia trentina mostra un trend in aumento e nel periodo 2013-2016 la crescita cumulata del PIL è stata pari al 2,6%, lasciando dunque alle spalle le forti contrazioni del 2008/2009 e del 2012. Nel 2017, la crescita oscillerà tra l’1,6 e l’1,7% con previsioni che ci parlano di un mantenimento di questo valore anche negli anni futuri.
Credo che sia interessante anche una rapida valutazione del trend del PIL pro-capite (in PPA per abitante) anch’esso in crescita, che passa da 34.300 del 2013 a 35.500 del 2015. Sono dati che posizionano il Trentino tra le realtà più ricche dell’Italia e dell’Europa (siamo tra le prime 50 regioni su un totale di 268). Non possiamo trascurare altre variabili non monetizzabili, come il capitale sociale, le attività di volontariato, i beni relazionali di cui il nostro Trentino è ricco. Un’economia senza valori, un’economia che non contiene in sé i germi fecondi della solidarietà, è sterile. Gli esseri umani non vivono di sole cifre, ma di convinzioni, obiettivi, aspirazioni: è questo che orienta e cambia i comportamenti.

Welfare, salute e coesione sociale
Nella precedente legislatura – quando iniziavano a palesarsi gli effetti della crisi – abbiamo varato il reddito minimo di garanzia. Il Trentino ha deciso di darsi uno strumento ancora più inclusivo e innovativo, l’assegno unico provinciale, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2018. Si tratta di uno strumento che raggrupperà tutti gli interventi economici di contrasto alla povertà e di sostegno alle famiglie, al fine di garantire una migliore graduazione del sostegno pubblico rispetto ai bisogni, tenendo conto della condizione economica del nucleo familiare. Non solo puntiamo a migliorare i livelli di equità; ma ci poniamo anche l’obiettivo di un progressivo passaggio da un welfare redistributivo ad un welfare generativo, che punti sul lavoro, sulla capacità delle famiglie di uscire dalla loro condizione di bisogno, di rendersi autonome, di automotivarsi. Nella stessa direzione vuole andare anche il piano “Risparmio casa”, indirizzato alle giovani coppie che desiderano acquistare la loro prima abitazione con mutui a tassi agevolati se ci si iscrive ad un fondo pensione, ed altri strumenti studiati proprio per incoraggiare le famiglie a coltivare una visione positiva di futuro, come il piano di accumulo per i giovani che un domani frequenteranno l’università. Vengono inoltre confermati gli aiuti che non confluiscono (in questa fase) nell'assegno unico (come l'abbattimento dei canoni di locazione in alloggi ITEA/sul libero mercato, le borse di studio/gli assegni per studenti universitari, ecc.) per uno stock complessivo di circa 190 milioni di euro annui.
Abbiamo confermato tutti gli investimenti per la salute e le politiche sociali. Tra gli obiettivi del bilancio la riforma dell’assistenza agli anziani, il potenziamento degli interventi di riabilitazione dei disabili, l’estensione dei contributi per la copertura previdenziale per chi si astiene dal lavoro per la cura dei figli e dei soggetti non autosufficienti.
Ma anche la “macchina” della sanità sarà migliorata attraverso il completamento del modello organizzativo dell’Azienda sanitaria, lo sviluppo dell’assistenza territoriale, l’introduzione diffusa delle “Cure intermedie” quale strumento di gestione appropriata della dimissione del malato da struttura ospedaliera, la realizzazione del progetto per la prevenzione “Trentino salute plus” previsto dal Piano provinciale della salute e l’attivazione del nuovo sistema di accreditamento delle strutture socio-assistenziali che garantirà una maggiore qualità dei servizi erogati.
Ricordo infine che in Trentino abbiamo avviato un centro di Protonterapia, specializzato nella cura di alcune patologie tumorali, a servizio di un bacino di pazienti molto più ampio di quello provinciale. Gli inizi non sono stati dei più facili a causa delle complesse procedure di riconoscimento dei trattamenti nel prontuario nazionale, ma grazie ai costanti contatti con il ministero la situazione si è finalmente sbloccata, nell’interesse in primo luogo di quanti potranno beneficiarne. 

Le nuove migrazioni
Nemmeno il nostro territorio, come noto e come le cronache tanto locali che nazionali hanno spesso enfatizzato, è rimasto indenne da quella che è sicuramente un’emergenza mondiale, vale a dire il fenomeno delle migrazioni di massa. Non può essere altrimenti, se pensiamo a quel passaggio strategico che è il corridoio del Brennero. Chiudersi a riccio e pensare così di risolvere il problema equivale a nascondere la testa nella sabbia, senza contare che mai la nostra comunità si è dimostrata egoista e insensibile verso chi ha davvero bisogno di aiuto. 
Assieme a Bolzano ed Innsbruck, con umiltà ma grandissima determinazione, abbiamo fatto sentire la nostra voce nei confronti dei rispettivi Stati centrali e della stessa Unione Europea. E questa voce in qualche modo è riuscita a farsi ascoltare, proprio in un momento in cui era più che concreto il rischio che una nuova barra al confine ci facesse ripiombare indietro di decenni, azzerando in un colpo solo la conquista della libera circolazione in Europa. Nel riconoscere quanto di buono è stato fatto, soprattutto da parte dello Stato italiano per il presidio dell’emergenza e le molte e generose azioni di soccorso messe in atto, dobbiamo continuare, assieme, a far sentire questa nostra voce, per dire all’Europa che non può abdicare di fronte a questo grave fenomeno.
Per chiedere ragionevolezza ed impegno, tenendo presenti quei valori di solidarietà che da sempre caratterizzano l'approccio delle Autonomie speciali al tema immigrazione, tanto più in un'emergenza creata dai conflitti in Africa e in Oriente. Ma anche per dire no al traffico di vite umane ed ottenere l’attivazione di tutte le misure possibili per frenare la partenza di scafi che troppo spesso portano alla morte quando invece promettevano salvezza. E dobbiamo insistere affinché si risolva il tema delle misure di rimpatrio nei casi in cui non sia concesso il diritto di asilo, nel momento in cui la nostra comunità conferma l’impegno a fare la propria parte, aspettandosi però giustamente il rispetto delle regole. Da parte di tutti. Con il nostro impegno ad utilizzare al meglio le risorse messe a disposizione dallo Stato per i profughi e, parallelamente, per gestire al meglio l’integrazione dei nuovi trentini, fedeli alla tradizione di una comunità solidale ed accogliente. 

La scuola, un'opportunità per tutti
La scuola trentina vuole preparare ciascuno ad affrontare il proprio futuro, valorizzando ogni singolo talento. La macchina dell’istruzione è una macchina complessa, e richiede pertanto continue attenzioni. Anche quest’anno il mondo della scuola può contare su importanti risorse. In particolare il bilancio conferma quelle per il rinnovo del contratto, per la stabilizzazione degli insegnanti, per migliorare i modelli di inclusione degli studenti con bisogni educativi speciali e per il trilinguismo, progetto quest’ultimo che esprimerà le sue ricadute tra alcuni anni.
Sarà poi rafforzato il sistema della formazione duale, da strutturare come percorso di “vero apprendistato”. Sono previsti incentivi per le imprese coinvolte e in più si favorirà la riorganizzazione dell’offerta scolastica con specifici incentivi ai docenti che si renderanno disponibili. Anche il diritto allo studio potrà contare su risorse aggiuntive in particolare per organizzare la mensa in vista della distribuzione dell’orario su 5 giorni anziché 6. Infine sarà messa a regime la certificazione delle competenze del Sistema provinciale. Nel sistema dell’istruzione vanno sottolineate le riforme introdotte con “la scuola al passo con i tempi”, con l’importante coinvolgimento dei poli della Meccatronica e della Green economy, ovvero dell’ “industria 4.0”, ed il Piano scuola digitale.

Alta formazione e ricerca, motori di sviluppo
Con convinzione prosegue anche nel 2018 il sostegno della Provincia all’Università e al sistema della ricerca, naturale prosecuzione di quello dell’istruzione. L’attenzione è rivolta in primo luogo agli studenti, anche con finanziamenti di borse di studio e, come ho già accennato, a forme di incentivazione al risparmio delle famiglie per coprire le spese universitarie dei figli. Un’attenzione particolare è rivolta a migliorare l’accesso agli studenti che provengono da un contesto socio-economico sfavorevole: di nuovo, da un lato ciò va a rafforzare la nostra idea di equità, ma dall’altro va a vantaggio di tutto il Trentino, che non può permettersi di lasciare indietro nessuno, di trascurare nessun talento, anche solo potenziale. Il nostro territorio può vantare più di 20 istituti di ricerca, che impiegano 3100 ricercatori. La ricerca costituisce dunque, fin dai tempi del Pup, una leva fondamentale per lo sviluppo del sistema economico, anzi, possiamo dire che era complementare agli sforzi fatti per migliorare il Trentino attraverso la pianificazione urbanistica. Confermiamo pertanto innanzitutto i finanziamenti alla Fondazione Bruno Kessler e Fondazione Edmund Mach, le due colonne portanti del nostro sistema della ricerca. Abbiamo inoltre destinato specifiche risorse per accelerare il trasferimento tecnologico verso le imprese, il sostegno al consorzio Hub Innovazione Trentino, e finanziamenti specifici per progetti di ricerca di CIBIO, di CIMEC, per la fisica quantistica. Proseguirà, infine, la collaborazione nell’ambito dell’Euregio. Istruzione, alta formazione universitaria, ricerca e trasferimento tecnologico devono continuare ad essere il fulcro di una strategia che punta alla qualificazione del capitale umano come strumento indispensabile a traghettare il Trentino verso i nuovi assetti produttivi.

Giovani protagonisti
I giovani sono una delle nostre priorità. Lo abbiamo detto a inizio legislatura. Lo ribadiamo convintamente ora. A loro abbiamo rivolto specifiche azioni: penso a tutti gli interventi in ambito scolastico, di facilitazione per entrare nel mondo del lavoro (Garanzia giovani), ai supporti offerti tramite la nostra società di sistema Trentino sviluppo in tema di incoraggiamento della nuova imprenditorialità. Confermiamo anche il sostegno alle politiche giovanili per le attività dei Piani giovani e dei progetti specifici, nonché per azioni di contrasto al fenomeno del cyberbullismo e di conoscenza del mondo virtuale. Vogliamo garantire almeno 500 posti annui per il Servizio Civile Universale Provinciale, che si è sviluppato in questi ultimi anni. Sarà valorizzato il ruolo del Consiglio provinciale dei giovani e promossa una ricerca sui contenuti e sui condizionamenti della rete, in particolare nei confronti delle giovani generazioni. Dobbiamo dirlo senza ambiguità: è in primo luogo a partire da qui che il “piccolo Trentino nella grande Europa” può costruire il suo futuro. Da questa voglia di Heimat che si reinventa giorno dopo giorno, coniugando il legno dei nostri boschi al silicio dei microchips, chi lavora nei ristoranti dei nostri alberghi e nei nostri agriturismi agli studenti che partecipano, fianco a fianco con i ricercatori senior, ai camp tecnologici targati Web valley. Mettendo assieme chi studia nelle nostre ottime scuole professionali e chi va all’estero a completare la propria formazione, chi vendemmia, chi fabbrica chiodi, chi alleva gli animali e chi lavora con le tecnologie avanzate. Perché i giovani sono tutt’altro che “seduti”, specie se si dà loro fiducia; semmai spetta a noi dare loro spazio e fiducia, e spetta a noi fare tornare quelli che si stabiliscono altrove, offrendo ciò che è giusto: lavoro, stipendi adeguati, dignità.

La centralità del lavoro
L’affermazione di una persona passa attraverso la dignità del lavoro. E se conforta il fatto che i tassi di disoccupazione scendono, nondimeno serve una manutenzione continua degli strumenti che hanno permesso di raggiungere questi risultati. Le cifre contenute nel rapporto Istat/Ispat relativo al terzo trimestre 2017, presentate la scorsa settimana, confermano il consolidamento  dell’occupazione. Le forze lavoro superano le 257mila unità, aumentando del 3,4% rispetto all’anno precedente. Al contrario la disoccupazione scende nettamente. Perciò, nel confermare gli attuali incentivi alle assunzioni e le risorse per il Progettone, si insisterà, attraverso il Piano di politica del lavoro, sull’assunzione di misure sempre più personalizzate ed efficaci, per passare dall’occupabilità alla vera occupazione. Puntiamo ad una formazione personalizzata dei disoccupati, che tenga conto delle esigenze del mercato del lavoro, e su una riconfigurazione del reddito di attivazione che miri a far rioccupare il lavoratore in tempi brevi, favorendo la creazione di opportunità anche nel campo del lavoro autonomo. In questo campo, assieme al movimento cooperativo, vogliamo lanciare la sfida della progressiva ricollocazione nel mercato del lavoro di lavoratori attualmente impiegati nei lavori socialmente utili attraverso il sostegno e l’implementazione di nuovi servizi che possono costituire nuove opportunità imprenditoriali in particolare nel campo delle politiche innovative di sostegno alla persona sul territorio.

Politiche fiscali e sostegno all’economia
Le risorse a disposizione trovano una precisa finalizzazione nel rafforzamento e nella qualificazione delle politiche economiche in essere, attraverso misure di accompagnamento e di accelerazione della ripresa economica. Una leva importante in questo senso è rappresentata dal complesso sistema degli incentivi alle imprese, nella forma dei contributi a fondo perduto per accompagnare i processi di investimento delle imprese e nella agevolazioni fiscali (sconti IMIS e IRAP in particolare). Sotto il primo profilo elemento caratterizzante la manovra è rappresentato da una revisione complessiva dei contributi concessi nella forma del credito d'imposta, che saranno attribuiti a quelle imprese che attiveranno comportamenti "virtuosi" nei propri processi di spesa, correlati alla patrimonializzazione aziendale. Un modo più selettivo e quindi più equo di attribuire gli incentivi a favore di imprese che attiveranno processi di innovazione (organizzativa, di prodotto, di processo), che parteciperanno a processi di formazione duale, che assumeranno stabilmente, che realizzeranno progetti di welfare aziendale. Accanto a ciò verrà potenziato il sistema dei bandi, più mirato rispetto alla tradizionale procedura a sportello, e confermato il sistema di incentivi attraverso la procedura negoziale, un patto di collaborazione virtuosa tra azienda che investe ed ente pubblico che assegna l'incentivo economico. Sul fronte delle agevolazioni fiscali, confermato l'impianto delle riduzioni IRAP (con l'aliquota base più bassa d'Italia e aliquota zero per le nuove imprese per i primi 5 anni), è prevista un'estensione delle agevolazioni IMIS (in aggiunta a quelle esistenti per commercio, alberghi, studi professionali e piccoli opifici artigianali ed industriali) per ricomprendere di fatto tutte le tipologie di immobili produttivi utilizzati dalle imprese. Nel complesso lo stock di risorse pubbliche per agevolazioni fiscali supera i 210 milioni di euro. Sul fronte del credito permane e si rafforza il sostegno della Provincia alle imprese attraverso i plafond assegnati agli enti di garanzia per supportare le aziende nell'accesso al credito bancario e per concessioni dirette di finanziamenti e mutui da parte degli stessi confidi, con un aumento dei plafond di spesa mutuabile (da 100 a 250 mila euro). E' inoltre in corso di definizione un'intesa complessiva con il sistema bancario locale e nazionale presente sul territorio per individuare condizioni di contesto più favorevoli all'accesso ai prestiti bancari. Anche in questo ambito il ruolo dell'ente pubblico può rivelarsi utile a favorire una migliore relazione tra istituti di credito e cliente, soprattutto se di dimensione micro.  Useremo la leva fiscale anche per incentivare la crescita di un altro settore che ha un grande impatto sulla vita di tutti, quello della casa: oltre a mantenere gli incentivi per il recupero ambientale, il risparmio energetico, le ristrutturazioni, aggiungeremo risorse (20 milioni di euro) per interventi mirati al recupero dei centri storici.

Paesaggio, agricoltura, “valori aggiunti”
Oggi la sensibilità dei cittadini in merito al valore del paesaggio è notevolmente cresciuta rispetto al passato e la stessa legislazione impone di migliorare ancora di più lo strumento di governo del territorio. Per questo la Provincia insisterà nell’utilizzare gli strumenti per la tutela e la riqualificazione del paesaggio, con particolare riguardo ai parchi, alle aree protette e a quelle di maggior pregio, nonché per il contenimento del consumo del suolo. Parallelamente proseguirà l’impegno sul versante della prevenzione dei rischi e della corretta manutenzione. Oltre al paesaggio, vogliamo continuare a riservare un’attenzione particolare all'agricoltura, che in Trentino ha un ruolo fondamentale sia, appunto, per la corretta gestione del paesaggio, sia per la conservazione della biodiversità, ma soprattutto per il contrasto all'abbandono e il sostegno all’economia locale. L'agricoltura nelle nostre zone montane deve diventare il fattore di innesco di processi di sviluppo più complessi, capaci di integrare altri settori economici, assicurando la vitalità della montagna.  Abbiamo previsto fra l’altro misure per contrastare i danni prodotti dalle ultime gelate e dall’altro lato spingiamo, anche attraverso un progetto di agricoltura sostenibile, per introdurre nel sistema agricolo trentino nuovi fattori competitivi come varietà di colture più resistenti. Un altro intervento mirato riguarderà il risparmio dell’uso dell’acqua.

"T" come territorio e turismo 
La presenza di flussi turistici permette di creare una economia sia endogena che esogena. L’assenza di turismo, soprattutto nelle zone in cui esso rappresenta una insostituibile ancora di salvezza, ha al contrario ricadute profondamente negative, portando a quella che i sociologi definiscono desertificazione sociale. Una delle sue conseguenze è ad esempio il progressivo abbandono dei piccoli borghi, con tutto ciò che ne consegue anche in termini di manutenzione ambientale. Ribadito il concetto che il territorio, soprattutto se ben tenuto, è il nostro patrimonio, il turismo può e deve evolvere in maniera coordinata con tutti gli altri ambiti dell’economia e della vita sociale. Di qui lo stimolo a collocare gli alloggi turistici dentro l’offerta turistica complessiva, in modo organico, con formule da sperimentare, attraverso ad esempio “hub” coordinati da albergatori o Start up che nelle loro azioni di marketing inseriscano stabilmente questa tipologia di offerta e aiutino così a destagionalizzare le presenze. Se poi prendessero corpo specifici progetti di riqualificazione di aree che, con il coinvolgimento di imprenditori e istituzioni, decidano di scommettere su forme di turismo innovativo, passando anche dalla dismissione di impianti e la sostituzione con nuove infrastrutture leggere, ci sarà una norma che consentirà di accompagnarli attraverso Trentino Sviluppo. Dobbiamo però uscire da quella diffusa gabbia ideologica secondo cui non si può coniugare lo sviluppo e la sostenibilità del territorio montano: crediamo che lo sviluppo sull'area alpina possa passare anche attraverso scelte infrastrutturali oculate e innovative. Tra gli altri obiettivi specifici in questo ambito, continuerà la promozione del marchio di qualità trentino, in particolare nell’ambito del settore agro-alimentare e la ristrutturazione dei rifugi alpini, nel quadro del più generale processo di diffusione del brand Trentino, ad ogni livello, che abbiamo già avviato lo scorso anno. 

Cultura e sport, grandi eventi 
Le iniziative culturali continueranno a perseguire la loro mission grazie alla conferma del sostegno pubblico, ma senza trascurare il loro potenziale intrinseco in termini di sviluppo territoriale. La Finanziaria provinciale propone come novità la nascita dei “distretti culturali”, previsti dalla nuova legge. A loro il compito di integrare l’offerta di beni e servizi, promuovendo le opportune sinergie tra mondo imprenditoriale, operatori culturali e amministrazioni pubbliche. Obiettivo, anche qui, quello di incrementare i livelli di occupazione e la promozione turistica del territorio. Il 2018 sarà anche l’anno dell’Adunata Nazionale degli Alpini a Trento, un’occasione preziosa per valorizzare il territorio nel segno della cultura della pace. In questa legislatura, il Consiglio ha inoltre approvato una importante legge volta a riconoscere e valorizzare la memoria condivisa del popolo trentino e dei suoi caduti nella Prima Guerra Mondiale. Un atto significativo che intende favorire una lettura integrale della storia nel rispetto delle nostre radici e del nostro passato. Anche la nuova leggesullo sport incoraggia la nascita di specifici distretti. Accanto a ciò, nel 2018, è previsto il sostegno ad alcuni grandi eventi di richiamo internazionale, primi fra tutti il Giro d’Italia e i Mondiali Juniores di sci.

Opere pubbliche e trasporti amici dell'ambiente
Sono confermati gli investimenti per le grandi opere già programmate mentre ulteriori interventi, anche su piccole opere, consentiranno di perfezionare il raccordo fra le arterie principali. Sono inoltre previste risorse per investimenti per la manutenzione straordinaria delle strade, per interventi sulle discariche e sui depuratori, per la messa in sicurezza dei ponti. Il rinnovo della concessione A22 prevederà inoltre, nei primi 15 anni della durata trentennale della nuova concessione, la realizzazione di 3 miliardi di interventi e 1 miliardo di manutenzioni del tratto autostradale, che, come già detto, in buona parte (circa 1/3) ricadranno sul territorio provinciale. Ma un accento particolare la manovra lo pone sul trasporto pubblico e sulla mobilità elettrica. Nel primo caso si tradurrà nell’introduzione dell’orario cadenzato per i trasporti pubblici nelle valli, misura che invoglia molto l’utenza a ricorrere al servizio pubblico. Nel secondo caso, proseguiranno le misure del piano mobilità elettrica per favorire l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi e per l’installazione delle colonnine di ricarica. Si vuole investire energie, forze ed idee – l’avvio della RO.LA a Trento annunciato ieri alla presenza del Ministro Delrio è l’esempio più recente – affinché si diffonda un modello di mobilità multimodale, basato sulla scelta di vari mezzi di trasporto, più sostenibili: la mobilità pedonale, ciclabile, il trasporto pubblico e le forme di condivisione dei mezzi o delle tratte. Perché il cambiamento sia possibile sarà necessario  avviare azioni di “mobility management”, informazione e marketing della mobilità, oltre che scelte urbanistiche innovative.

Comuni protagonisti
Nel 2018 non si prevedono a carico dei comuni trentini ulteriori concorsi agli obiettivi di finanza pubblica. In tema di agevolazioni fiscali (IMIS) a favore dei cittadini e delle imprese, comprese le novità introdotte con il bilancio 2018 (immobili di categoria D1, D7, D8), vengono confermati i trasferimenti compensativi ai comuni per il minor gettito. In materia di personale, in analogia con quanto disposto per l'amministrazione provinciale ma in misura maggiore, viene introdotta una sostanziale flessibilità nel turn-over dello stesso (rendendo possibile la sostituzione del personale cessato dal servizio per l'intero importo dei risparmi conseguenti alle cessazioni). E' inoltre prevista la stabilizzazione dei precari, previa analisi organizzativa, in analogia a quanto stabilito per la Provincia, così come l'estensione ai comuni delle misure per favorire il prepensionamento del personale. Risorse dedicate sono poi previste per accrescere il servizio di sicurezza del territorio mediante l'assunzione di nuovo personale di polizia locale e per la formazione, attraverso il rifinanziamento dello specifico progetto di sicurezza urbana di Trento che sarà esteso alla città di Rovereto. Nel complesso lo stock di risorse messe a disposizione ammonta a 274 milioni di euro. Per il 2018 vengono confermati gli spazi finanziari assegnati dallo Stato per la realizzazione di investimenti mediante l'utilizzo degli avanzi di amministrazione per 50 milioni di euro. Vengono attribuite ai comuni nuove risorse per interventi di manutenzione del proprio patrimonio, con un fondo specifico di 40 milioni di euro. E' previsto altresì uno specifico fondo (1 milione di euro) da destinare alle Comunità di valle per modernizzare le mense scolastiche in funzione della progressiva riduzione dell'attività formativa su 5 giorni. Verrà infine messa in campo una capillare azione, con risorse a carico del bilancio provinciale, per il monitoraggio delle strutture scolastiche comunali a fini antisismici.

Provincia più snella
Prosegue il processo di efficientamento e miglioramento della competitività del sistema pubblico provinciale attraverso il controllo e la revisione della spesa – diventati sistemici - e il rinnovamento e la valorizzazione dell’apparato amministrativo provinciale. Saranno attivate misure per il prepensionamento, l’allentamento dei vincoli del turn over, la stabilizzazione dei precari, l’assunzione di giovani con età inferiore ai 32 anni, opzione concretizzata per la prima volta in queste settimane, attraverso l’assunzione di 57 ragazzi, ed unica esperienza a livello nazionale. Nella presente Legislatura si registra una consistente riduzione, al netto del rinnovo contrattuale, della spesa di personale e della spesa per straordinari.

Il futuro
Non sta a noi valutare i risultati raggiunti ma posso affermare con tranquillità, in base ai dati già noti e alle considerazioni espresse all’inizio di questa relazione, che il contesto, la “base” su cui poggia questo Bilancio è solido e favorevole al lavoro da compiere sia nel finale di questa legislatura sia anche nell’avvio della prossima. L’idea di fondo che caratterizza questa legge di bilancio e che ha caratterizzato la nostra azione politica e amministrativa in questa legislatura è basata su due assunti: la concezione di un’Autonomia che deve generare e produrre autonomia; la consapevolezza che il nostro sistema di autogoverno, per affrontare efficacemente le nuove sfide, deve necessariamente migliorare e rafforzare la sua capacità di creare relazioni. Un’Autonomia che genera autonomia significa un sistema di governo in grado di rinnovarsi costantemente, di reinterpretare le sfide che ha di fronte, di fare scelte responsabili e coraggiose volte a ridefinire gli equilibri istituzionali, sociali, politici ed economici, coinvolgendo e valorizzando la propria comunità e declinando in maniera aperta e lungimirante la propria specificità. Insomma, un’Autonomia con un ampio respiro, che non alimenta sé stessa, ma che si mette continuamente in discussione, quale condizione necessaria per lo sviluppo dei nostri territori e per le prospettive di crescita del nostro sistema istituzionale e di autogoverno. La sfida è stimolare sempre di più le potenzialità e l’iniziativa che ciascun individuo può mettere in campo per sè stesso e per la propria comunità. Ecco cosa significa un’Autonomia che genera Autonomia: significa individui più autonomi e intraprendenti, imprese, associazioni, istituzioni che si sentono responsabili del proprio futuro e che esercitano quell’attitudine a fare da sé che ha sempre contraddistinto il nostro popolo. Insomma un’Autonomia che aiuta chi resta indietro con politiche di welfare responsabile, ma che allo stesso tempo coltiva l’obbligo della competitività.
In questa legislatura, abbiamo cercato di attivare misure di sostegno di questa natura e in questa legge di bilancio confermiamo questo approccio. Si tratta di un cambio di paradigma, di un’evoluzione culturale. L’altro grande obiettivo che ha caratterizzato e caratterizza la nostra azione politica ed amministrativa è quello di rafforzare e migliorare la capacità del nostro sistema autonomistico di creare relazioni. La natura dinamica e composita della nostra Autonomia, le sfide che abbiamo davanti, la globalizzazione e il suo nuovo assetto di governance, la crisi dello stato sociale, la conformazione, collocazione e natura delle nostre comunità richiedono un grande sforzo di apertura e una straordinaria capacità di stare in maniera organica e propositiva dentro ai processi nazionali e sovranazionali. Su questo fronte, il tema della mobilità e dei collegamenti transfrontalieri riveste certamente un’importanza strategica. In un’economia globalizzata, è fondamentale per i nostri territori e per il nostro sistema economico essere collegati, sia a nord che a sud, tanto con le aree metropolitane - dalle quali dobbiamo saper cogliere le opportunità economiche e di sviluppo, tenendoci lontani dal rischio di omologazioni -, quanto con le più importanti realtà europee.
Per questo, la realizzazione del tunnel del Brennero e del corridoio transfrontaliero sono la vera grande sfida che abbiamo davanti, per stare da protagonisti nei processi globali e per anticipare anziché subire il cambiamento. Si tratta di un’opera epocale dai molteplici risvolti, che ci dà la possibilità di ridefinire le nostre politiche pubbliche, coniugando in maniera innovativa economia, ambiente, territorio, mobilità, agricoltura e turismo. Un’opportunità che dobbiamo saper cogliere e che dobbiamo affrontare congiuntamente a Bolzano e Innsbruck e in maniera sinergica con il governo nazionale ed europeo.
L’altra grande sfida che anche come Trentino siamo chiamati ad affrontare deriva dalla nuova fase storica che stiamo vivendo, caratterizzata da una profonda crisi della sovranità nazionale. Gli Stati nazionali non sono più in grado di rispondere singolarmente e in maniera efficace alle nuove dinamiche socio-economiche e alle sfide che la società globale ci pone. All’interno di queste nuove dinamiche, dobbiamo essere protagonisti, favorendo, da un lato, il rilancio del processo di integrazione europea, attraverso il rafforzamento della dimensione politica e sovranazionale dell’Unione e rilanciando, dall’altro, il rafforzamento delle prerogative e delle responsabilità delle realtà locali e regionali, quale ambito privilegiato di coinvolgimento delle popolazioni e di miglioramento della democratizzazione dell’Unione Europea e della sua vicinanza ai cittadini. Senza questo ancoraggio, il processo di integrazione europea non potrà avere successo.
Il rilancio della governance multilivello e il superamento della crisi della sovranità nazionale rappresentano una sfida epocale che le democrazie moderne hanno il dovere di affrontare in maniera sistemica, quale requisito per garantire la crescita, lo sviluppo e la sicurezza delle nostre società. E il Trentino, da questo punto di vista, deve dare il suo contributo, quale esempio di buon governo territoriale e di valorizzazione delle radici culturali e delle identità territoriali. È una preziosa occasione per rilanciare la prospettiva della governance multilivello intesa come rafforzamento di tutti i livelli di governo, non solo quello europeo, grazie ad una sistematizzazione e ad una migliore distribuzione dei poteri. E in questa prospettiva di rafforzamento delle relazioni, sono da inserire le iniziative che abbiamo intrapreso nei confronti di quelle regioni che chiedono più autonomia, grazie all’attivazione dell’art. 116, comma 3 della Costituzione, e nei confronti del Governo nazionale, sollecitandolo ad avviare un ragionamento sulle prospettive del regionalismo in Italia, sottolineando le buone ragioni del regionalismo differenziato all’interno del rispetto dei principi dello stato di diritto e proponendoci come positivo modello di autogoverno. Il Trentino deve e vuole essere protagonista di questo dibattito. E nell’ottica di rilancio in maniera aperta della prospettiva regionalistica, con la convinzione che il superamento dei confini e la prospettiva comparata siano l’orizzonte in grado di garantire sviluppo e coesione economica e sociale, sta anche la nostra attiva partecipazione alle strategie macroregionali, in particolare EUSALP ed EUREGIO, la cui azione e la cui importanza dovranno essere rilanciate e rafforzate nei prossimi anni.
Una scelta politica precisa che ha inteso valorizzare la nostra storia comune e il nostro legame privilegiato con Bolzano e Innsbruck in un’ottica di apertura e che come tale è stata realizzata coinvolgendo i due Stati nazionali (Italia e Austria) e adottando uno strumento previsto dalla normativa europea. L’idea è quella di rafforzare ulteriormente i nostri legami, ma di farlo guardando all’Europa e proponendosi come modello di collaborazione all’interno del più ampio processo di integrazione europea. L’auspicio è che l’Unione Europea rilanci e rafforzi questa prospettiva e questi strumenti anche in futuro. Solo così si potrà superare questo momento di crisi della sovranità nazionale, offrendo una prospettiva di sviluppo del progetto di integrazione credibile, efficace e prospettica.
Siamo partiti dal PUP di cinquant’anni fa che anticipava il futuro, vogliamo essere degni di quell’eredità e vogliamo anche noi provare ad immaginare il Trentino del futuro, un Trentino possibile perché sostenibile, quello del 2025.
Un Trentino ancora orgoglioso della sua specialità, della sua vocazione all’autogoverno, capace di essere aperto al futuro, consapevole che l’identità non è un fatto statico ma in evoluzione continua. Identità è cambiamento e capacità di conservare i valori dentro i cambiamenti. Un Trentino che avrà saputo preservare e valorizzare l’ambiente mantenendo però la possibilità e la capacità di viverlo e abitarlo. Di farlo con produzioni sostenibili, pulite e socialmente responsabili. Un Trentino all’avanguardia sull’innovazione tecnologica, ma soprattutto sociale, capace di gestire ma anche di invertire il peso dello sbilancio demografico. Un Trentino che abbia saputo completare un processo virtuoso di integrazione, accogliente ed esigente, dei nuovi trentini che vivono e lavorano sul nostro territorio. Un Trentino ancora più connesso dove sarà normale un viaggio in treno da Monaco al Lago di Garda in meno di tre ore, dove sarà normale muoversi con veicoli elettrici e con trasporti pubblici in grado di sostituire il mezzo privato. Un Trentino dove le merci attraversano il nostro territorio senza inquinarlo, un Trentino in rete con il mondo. Un Trentino che attraverso la rete connette le proprie imprese con il mondo e realizza  la conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze familiari. Un Trentino unito fra centro e periferia, anzi, senza periferie. Un Trentino coeso con valli, identità e campanili forti perché lavorano insieme e insieme progettano il loro futuro. Un Trentino che parla almeno tre lingue, dove sia normale apprendere e istruirsi in scuole, università e centri di ricerca collegati con le imprese. Un Trentino che nel quadro di un unico statuto ha saputo rafforzare ed istituzionalizzare la collaborazione con l’Alto Adige/Südtirol dentro la nuova Regione e assieme con il Tirolo dentro l’Euroregione. Un Trentino pienamente inserito dentro uno Stato e un’Unione Europea che sanno valorizzare differenze e minoranze e collaborazioni oltre i confini.
Un Trentino possibile quindi, certamente attraverso una necessaria e responsabile azione di buon governo dell’Autonomia, ma soprattutto possibile grazie al senso di appartenenza e all’impegno di tutti.

L'intervento integrale del presidente Rossi:

 

(gz)


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