Venerdì, 03 Giugno 2016 - 17:05 Comunicato 1145

Oggi presso l'Aula magna della Fondazione Franco Demarchi
L'Agenzia per la famiglia discute di “politiche familiari per la crescita di un territorio”

La piazza di Santa Maria Maggiore a Trento ha aperto da quest'anno le porte al Festival e, dunque, ad occasioni di dibattito, cultura, laboratori, tra cui il convegno organizzato dall'Agenzia provinciale per la famiglia sul tema delle politiche familiari come elemento incentivante allo sviluppo della comunità, del territorio e dell'economia locali. Sono intervenuti il dirigente dell'Agenzia per la famiglia Luciano Malfer, Anna Zattoni, direttore generale di Valore D, ed ha moderato Francesca Gennai di Con.Solida.

Dal 3 al 5 giugno, la piazza di Santa Maria Maggiore a Trento è entrata a pieno titolo tra i “luoghi della crescita” del Festival dell’Economia sotto la regia della Fondazione Franco Demarchi. Per tre giorni la piazza, recentemente sottoposta a restauro, ospiterà laboratori, proposte culturali e momenti di confronto per presentare esperienze del mondo del privato sociale, della cooperazione e del volontariato, su temi importanti per la comunità, quali l’economia sociale, la cittadinanza attiva e i servizi innovativi.

Tra i numerosi appuntamenti in programma, anche il convegno tenutosi oggi presso l'Aula magna della Fondazione Franco Demarchi – nell'ambito del ciclo “Confronti” - organizzato dall'Agenzia per la famiglia della Provincia autonoma di Trento, moderato da Francesca Gennai di Con.Solida, che ha aperto il meeting affermando: “gli ultimi dati Istat riportano una decrescita demografica importante che investe l'intero nostro Paese e l'Europa. Inoltre il tasso delle persone con un impiego sarà sempre più basso ed esse dovranno inoltre mantenere un popolo di pensionati sempre più ampio in futuro”.

Il dirigente dell'Agenzia per la famiglia Luciano Malferè intervenuto aprendo il convegno odierno: “E' una bella sfida quella che abbiamo di fronte: la nostra Amministrazione locale ha investito molto nelle politiche familiari come driver di crescita economica e valore per il territorio. Sono 3 le questioni strategiche che vorrei condividere: 1) come supportare il benessere della famiglia, i progetti di vita, l'occupazione femminile, il superamento del gender gap; 2) coinvolgimento di tutti gli attori sul territorio no/for profit; 3) sviluppo locale con azioni che non richiedano investimenti pubblici. Il rapporto nascite e morti tra il 1900 e 2013 presenta un picco demografico importante e la situazione è preoccupante. Occorre dare progettualità alle famiglie, gestire i sistemi previdenziali e garantire loro un futuro ed è necessario quindi intervenire sul welfare territoriale: in Trentino un ruolo importante ce l'hanno vari attori creando un eco sistema fruttuoso: enti pubblici, famiglie, aziende private. Il welfare classico – legato allo Stato – è in crisi e ora la regia è in mano al territorio composto da: famiglie, associazionismo, partnership pubblico/privato. La nuova frontiera è far sì che la spesa pubblica debba sostenere il capitale sociale, il capitale familiare, il capitale aziendale e relazionale. 4 sfide attendono l'ente pubblico quindi: ridefinire la sua governance, lavorare sulla sussidiarietà orizzontale, valorizzare la società civile, integrare comunità/policy e la governance condivisa e partecipata. Occorre quindi ridefinire i paradigmi classici di azione e dare avvio al “new public family management”, far sì cioè che l'autorità pubblica sia un aggregatore di risorse sul territorio e riorienti le risorse esistenti laddove l'attività proposta genera reali risorse a beneficio della comunità. E, infine, il “family mainstreaming” per rileggere tutte le politiche in chiave “family”: il Trentino è laboratorio strategico in tal senso convinto che questo modello crea valore aggiunto sul territorio.

La nostra provincia di Trento ha agito secondo varie traiettorie, creando: i marchi Family in Trentino, la certificazione Family audit, che agisce sulla conciliazione vita-lavoro (20 aziende nazionali marchiate ad oggi con 106.000 dipendenti coinvolti), gli standard family su diverse categorie: attività sportive, ristoranti, Comuni (l'85% della popolazione trentina vive in un Comune “amico della famiglia”), agritur, musei, bed & breakfast, ecc., 15 Distretti famiglia. La leva per attivare questi percorsi è l'ente pubblico che motiva e sensibilizza il territorio su questi temi (es. con attribuzione di punteggi aggiuntivi e assegnazione di contributi integrativi nelle gare pubbliche). Questo percorso ha generato alcuni importanti e concreti risultati: il Dossier delle politiche familiari, assegni per famiglie numerose o nuovi nati, nuove tariffe rifiuti family, riduzione dei costi energetici e agevolazioni trasporti per famiglie”.

Anna Zattoni, direttore generale dell'azienda con sede a Milano “Valore D” ha preso a sua volta la parola spiegando gli obiettivi dell'Osservatorio della sua organizzazione che agisce su specifici temi: “conciliazione vita-lavoro, pari opportunità, incentivi e tutela della natalità, nuova imprenditorialità (anche al femminile), leadership al femminile, ecc. Il nostro osservatorio valuta le nostre 150 aziende nazionali associate e rileva un Paese con il 60% di laureati donne; l'occupazione femminile è al 50,6 % e quasi il 30% delle donne al 1° figlio lascia il lavoro. Le opportunità da cogliere quali sono? Innanzitutto si parte dal dato che la mixitè uomo/donne nelle aziende è sempre vincente e più produttiva; più donne al lavoro significa più crescita per le aziende e il Paese stesso. In sintesi, Valore D aiuta le aziende a valorizzare il talento di tutti, percorsi di leadership, pari opportunità, modelli di innovazione sociale e sostenibilità e welfare aziendale (quell'insieme di strumenti e servizi legati all'ambiente di lavoro - orari, sedi di lavoro, flessibilità - integrati nella gestione delle risorse umane). Quando si assiste al valore del welfare aziendale? Quando l'azienda utilizza questi strumenti per incentivare produttività, stimolare la motivazione del personale, dare risposte concrete alle necessità dei lavoratori nella conciliazione vita-lavoro (gestione figli, genitori anziani, soggetti con handicap), quando garantisce pari trattamenti, maggior equilibrio tra tempi di lavoro e tempo libero, lavoro agile (telelavoro, smart working). La produttività di una azienda parte da queste premesse perché agevolano la diminuzione dello stress, della demotivazione, dell'assenteismo, la riduzione di richieste di permessi e malattia e rientro anticipato dalla maternità. Le aziende che hanno abbracciato questi percorsi innovativi hanno risparmiato fino a 4.000 ore l'anno con guadagno economico e produttivo al contempo.

Le nostre aziende associate cosa stanno facendo in concreto? Hanno introdotto flessibilità orario, strumenti di empowerment (formazione e sviluppo), part time orizzontale/verticale, banca delle ore, nidi aziendali, campus estivi per i figli dei dipendenti. Per quanto concerne la gestione dei carichi di cura, si stanno sviluppando convenzioni per la non autosufficienza dei parenti dei loro dipendenti (es. ricerca badanti, case di riposo). Osserviamo quindi che nella società odierna le aziende private si affiancano al welfare pubblico con un nascente “welfare secondario” con risultati ottimali e di alta produttività. Infine, per Valore D sono 3 le azioni da intraprendere: continuare questa azione di sensibilizzazione tra le aziende private, dialogare con le istituzioni, realizzare iniziative ad hoc come “La giornata del lavoro agile”, creare una rete condivisa tra aziende e territorio per mettere in comunicazione domanda e offerta e dare impulso al sistema dei servizi.”



Immagini