Venerdì, 26 Settembre 2014 - 02:00 Comunicato 2401

Oggi a Trento l'ultima giornata della quinta Water Conference 2014
L'ACQUA NON HA CONFINI: E ALLORA COME LA GESTIAMO?

Alla Facoltà di Lettere dell'Università di Trento si è svolta oggi l'ultima giornata della quinta Water Conference 2014. Dopo le sessioni di ieri che hanno visto protagonisti ricerche e dati scientifici, oggi si è dato spazio alle opzioni presenti per l'applicazione di queste conoscenze in campo politico e sociale. Grazie alla testimonianza di alcune esperienze di collaborazione idrica transfrontaliera i partecipanti hanno potuto ottenere interessanti spunti.-

"L'acqua è una connessione a livello fisico tra i Paesi", sono queste le parole di Mark Howells, ricercatore presso la Royal Institute of Technology di Stoccolma. Partendo da questa citazione parte il ragionamento sulle problematiche legate alla gestione dei fiumi che nel loro corso toccano più Paesi.
All'interno di un sistema basato sugli Stati Nazione, come si può essenzialmente prendersi cura di questi fiumi, sia da un punto di vista ambientale che socio-economico? In risposta a queste problematiche, nel 1992, l'ONU ha istituito la Convention on the Protection and Use of Transboundary Watercourses and International Lakes (Water Convention), per rafforzare le misure adottate dai vari Stati nella protezione e gestione delle acque transfrontaliere.
A questo proposito, Annuka Lipponen, rappresentante dell'ufficio Affari Ambientali della Water Convention, ha sottolineato come nell'area alpina si possono trovare delle similitudini e quindi delle sfide comuni che necessitano di politiche più integrate e coerenti tra loro. L'approccio per giungere a tale risultato è stato presentato dall'esperta e dal suo collega Howells durante il loro intervento. Si tratta del Water-food-energy-ecosystem nexus, che ha come obbiettivo quello di considerare simultaneamente gli interessi non solo dei vari Paesi coinvolti, ma anche di tutti i settori in gioco (energia, acqua, cibo e ambiente). Proviamo a spiegare meglio: immaginiamo che un fiume passi per il Paese A e per il Paese B. E che il Paese A utilizzi l'acqua principalmente per la sua agricoltura, mentre il Paese B ne abbia bisogno per la produzione di energia idroelettrica. E come si fa? Secondo il modello proposto, la gestione delle acque di questo ipotetico fiume dovrà basarsi su una cooperazione sia transfrontaliera, quindi considerando il contesto socio-economico e giuridico di entrambi i Paesi, sia inter-settoriale, valutando le esigenze di tutti gli ambiti interessati.
È quindi importante ricordare che ciò che avviene in un particolare settore può influenzare le dinamiche degli altri sistemi con un impatto che va anche oltre i confini nazionali. Non va però dimenticato, come ha messo in luce Howells, che ogni caso ha la sua specificità, perciò fondamentale è la partecipazione attiva da parte di tutti gli attori coinvolti.
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