
"Mi hanno dato il Premio Nobel per l'Economia nel 2014 per aver studiato i fallimenti, gli insuccessi dei mercati". Jean Tirole in Francia e negli Stati Uniti studia la moralità e l'etica dei mercati. Non nuocere è il primo approccio alla moralità. Ma può anche essere una cosa più ampia, legata alle emozioni, variabile da periodo a periodo e da società a società.
"Tra non molti anni sarà un software - provoca Tirole - a decidere, nelle auto a guida automatica, se salvare i passeggeri a bordo o 5 persone che attraversano la strada". Tirole contesta la visione di alcuni filosofi, convinti che i mercati siano una minaccia alla coesione sociale. Ma anche la Corea del Nord, in fondo crede al mercato, azzarda il Nobel. Poi un ragionamento sul ruolo degli economisti: "C'è un forte giudizio critico nei nostri confronti. Siamo considerati egoisti e calcolatori, latori di cattive notizie. Ma noi semplicemente compariamo costi e benefici. Non sappiamo fare previsioni ma sappiamo progettare interventi per ridurre i rischi. Esattamente come i sismologi non sanno prevedere i terremoti e i medici il momento esatto in cui vi verrà un infarto, così noi non sappiamo quando scoppia una crisi".
Quanto ai mercati, Adam Smith, il grande economista, sosteneva che l'egoismo può portare a una società armoniosa e di successo. Per Tirole è sbagliata l'equazione economia=mercati, mercati=laissez faire. "Non sappiamo se i mercati ledano la coesione sociale. È facile criticare la globalizzazione. Ma il protezionismo sarebbe un vero e proprio disastro. Noi economisti non ignoriamo la moralità. L'indignazione non basta. Io studio anche la corporate social responsability. Per molte aziende c'è vantaggio a diventare canale dei valori sociali della propria clientela. E non dimentichiamo che tutte le modalità per ridurre l'inquinamento globale sono orientate al mercato. Viviamo in una società disuguale e spesso facciamo finta di non vederlo". In campo sanitario, ad esempio, Tirole Ammonisce: "Non ci piace vedere quante persone sarebbero disponibili a cedere dietro corresponsione di un prezzo i propri organi. Capiremmo che ci sono molti poveri e molte disuguaglianze".
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