Giovedì, 24 Marzo 2016 - 09:02 Comunicato 503

La delegazione guidata dagli assessori Ferrari e Daldoss ha visitato anche la sede di Chengdu di Huawei, colosso delle telecomunicazioni e ict
Istruzione, ricerca, innovazione: il sistema trentino si confronta con le “frontiere” della Cina

Hanno iniziato con 3000 dollari, oggi sono un colosso che fattura oltre 60 miliardi di dollari all’anno e che impiega 8000 ricercatori solo nel centro di ricerca di Chengdu, la capitale del Sichuan: una storia che parrebbe “californiana”, ma che invece è tutta cinese, quella di Huawei, colosso delle telecomunicazioni e delle ict, lanciato verso le frontiere del 5G, la rete senza limiti, ovunque e per tutti. La sede Huawei di Chengdu, centro di ricerca alle porte della metropoli cinese che nulla ha da invidiare ai campus americani, è stata una delle tappe della visita della delegazione trentina nel paese della Grande Muraglia (ma oggi sarebbe meglio chiamarlo anche paese dell’innovazione scientifico-tecnologica). Il sistema-Trentino si è presentato inoltre al Dipartimento dell’istruzione del Sichuan, provincia di 90 milioni di abitanti che manifesta interesse per l’apertura di corsi di lingua e cultura italiana sul proprio territorio, accrescendo la cooperazione con l’università di Trento (con cui sono già stati avviati da tempo dei contatti, anche attraverso studenti studenti cinesi che hanno studiato nell’ateneo tridentino), e al Dipartimento della scienza e della tecnologia, che nel 2014 ha siglato un accordo con il Cnr italiano. Ed ancora, i giganteschi parchi tecnologici Tianfu, ai poli opposti della città, dove hanno sede, oltre ai centri di ricerca cinesi, completi di alloggi per il personale e le proprie famiglie, anche alcune delle maggiori sigle mondiali nel campo dell’innovazione, sia essa ict, biotecnlogie, nuovi materiali o quant’altro, dove Foxconn assemla il 50% dei laptop (circa 40 milioni), dove ha sede Ali Baba, il più serio e agguerrito competitor di Amazon. Insomma, oggi a Chendu bisogna esserci. Per capire dove va il mondo e dove vanno i mercati. “Noi – spiegano gli assessori provinciali Sara Ferrari e Carlo Daldoss, che hanno guidato le delegazioni in questi giorni in visita nel Sichuan – vogliamo esserci con la consapevolezza che i nostri numeri non sono minimamente comparabili con quelli cinesi, ma che il Trentino ha delle eccellenze che possono incontrare l’interesse di nuovi partner in questa parte dell’Asia. E questo sia sul versante dell’alta formazione e della ricerca – Università, Fondazioni Mach e Kessler – sia sul versante delle imprese. Potendo magari presentare a nostra volta alcune caratteristiche peculiari del nostro modello di sviluppo che in Cina possono rappresentare una novità, come quella della cooperazione”.

Mentre le delegazioni scientifiche e istituzionali (Provincia, Fbk, Fem, Trentino Sviluppo) si dedicavano alle visite previste dall’agenda, molto fitta, le imprese trentine – una quindicina - che hanno partecipato a questa missione hanno continuato i loro incontri con i possibili partner industriali cinesi. Un paio di accordi sono stati siglati, e altri probabilente ne seguiranno in seguito ai contatti stabiliti in questi giorni.
Ultimi incontri, prima della partenza, con il Dipartimento del Commercio provinciale; l’interscambio con l’Italia nel 2015 è stato di 600 milioni di dollari, mentre gli investimenti di imprese italiane verso il Sichuan sono stati pari a 45 milioni di dollari, a fronte di circa 13 milioni investiti da imprese della provincia cinese in Italia, e con il Dipartimento di Urbanistica, impegnato a pianificare lo sviluppo futuro della metropoli. La delegazione universitaria e della ricerca ha anche incontrato i vertici della South West University of Finance and Economics ed il Dipartimento dell’Agricoltura, interessato in particolare alle ricerche della Fem di San Michele all’Adige.
Il bilancio lo si trarrà nei prossimi mesi, quando il Sichuan verrà in visita in Italia e prevede di inserire il Trentino fra le tappe previste nel nostro Paese.

(mp)


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