
Il volume sviluppa un percorso sulla genesi dell’Inviolata e del suo monastero, alla luce di documenti inediti e di quanto osservato durante la straordinaria occasione di conoscenza offerta dal cantiere di restauro. I contributi, in particolare, si soffermano sui propositi della prestigiosa committenza, la nobile famiglia Madruzzo, sui caratteri architettonici del complesso, sull’organizzazione funzionale degli spazi e sulle loro trasformazioni.
Il convento venne eretto un decennio dopo il santuario diventando il fulcro di una secolare attività religiosa, sociale, educativa. Il monastero fu affidato dapprima agli Eremiti di San Girolamo, una congregazione legata ai cardinali Madruzzo, successivamente nell’Ottocento passò ai Francescani conventuali e poi alle suore dell’Istituto delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù.
I saggi offrono un’ampia indagine iconografica e artistica sul corredo decorativo, in particolare quello commissionato dai frati girolamini negli anni Trenta del Seicento, i dipinti di Pietro Ricchi per i quali si aprono nuove aperture e confronti, e l’interessante ciclo della sagrestia dove l’esuberante raffigurazione di episodi sacri si lega al mistero dell’inusuale intitolazione della chiesa. Accanto al prestigioso contenuto artistico del tempio, grazie alla complessa operazione di restauro svolta, è possibile ora illustrare il ciclo del chiostro, un’articolata e fresca trattazione delle storie della vita di San Girolamo dipinta da Giovanni Antonio Italiani.
Un ulteriore approfondimento è riservato alla preziosa fontanella bronzea che ornava il chiostro, e alle vicissitudini storiche che ne hanno visto dapprima il trasferimento in Austria e poi il ritorno in Trentino negli anni Venti, nelle collezioni del Castello del Buonconsiglio.
Un filo rosso unisce i dati materiali a quelli archivistici, una ricerca dove si espongono e trascrivono integralmente documenti ancora inediti, come il manoscritto settecentesco di un priore girolamino, recentemente ritrovato, con una dettagliata cronologia sulla storia del convento e della sua preziosa biblioteca. Ne emerge un quadro storico e artistico ancora poco conosciuto, che contribuisce alla conoscenza di un complesso religioso tra i più rilevanti del Trentino.
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