Venerdì, 24 Maggio 2024 - 14:38 Comunicato 1253

Investire sulla giustizia per sostenere l’economia

Una giustizia civile lenta, incapace di dare risposte veloci ai cittadini e alle imprese può rappresentare un freno allo sviluppo economico del Paese. Ne ha parlato al Festival dell’economia di Trento il ministro della Giustizia, intervistato dal giornalista del Sole 24 Ore Alessandro Galimberti. Il ministro ha spiegato che la priorità per il Governo è sempre stata quella di investire sulla giustizia civile che spesso interferisce sulla vita dei cittadini e può bloccare gli investimenti, soprattutto dall’estero. La lentezza della giustizia civile ci costa all’incirca fra i 2 e i 2,5 punti di Pil.
Festival dell'Economia Come conciliare economia e giustizia [ Daniele Paternoster- Archivio Ufficio Stampa PAT]

In due anni, ha evidenziato il ministro, abbiamo già investito oltre 818 milioni di euro per migliorare l’efficienza della macchina della Giustizia di cui 133 milioni in digitalizzazione. È stato, inoltre, ridotto sensibilmente l’arretrato delle cause civili e penali e anche la durata dei processi si sta riducendo. Entro il 2026 – ha annunciato il ministro – avremo l’assunzione di 1900 nuovi magistrati e questo ci permetterà di colmare pienamente, per la prima volta, l’organico della magistratura.

Sollecitato da Galimberti, che ha ricordato la sentenza della Corte europea sui diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia sul tema delle intercettazioni, il guardasigilli ha sottolineato che “sulle intercettazioni i diritti sono stati devastati”, confermando che verrà fatta una riforma per tutelare chi viene intercettato, ma non c’entra nulla con le indagini. Non ci sarà nessuna limitazione - ha chiarito - per le indagini contro la mafia e contro la criminalità organizzata. 

Infine Chico Forti, l’imprenditore trentino condannato all’ergastolo negli Stati Uniti e rientrato in Italia dopo 24 anni di detenzione. Il ministro ha evidenziato che il rientro di Chico Forti è stato un grande risultato diplomatico del Governo italiano. “Abbiamo convinto il Governo americano che il nostro sistema giudiziario è in grado di garantire la prosecuzione della pena, considerando tuttavia anche la questione umanitaria e quella tendenza alla rieducazione del condannato che è scritta nella nostra Costituzione”.

(fm)


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