Sabato, 03 Giugno 2017 - 13:42 Comunicato 1462

Investire nella genitorialità positiva

Il tema dell'importanza della genitorialità nei primi anni di vita di un bambino è stato affrontato oggi al Festival dell'Economia, nell'incontro "Dove nascono le disuguaglianze: i primi 1000 giorni di vita", da Giorgio Tamburlini, Andrea Brandolini e Paola Milani, rispettivamente dal punto di vista, medico, economico e pedagogico. Nei primi mille giorni di un individuo, partendo dal suo concepimento, qualsiasi cosa accada è determinante per il suo sviluppo futuro. Il ruolo nevralgico spetta ai genitori, ma anche alla società che ha la responsabilità di metterli nella condizione di esercitare la loro funzione nel modo migliore.

Livia Ferrario ha introdotto Giorgio Tamburlini, Andrea Brandolini e Paola Milani, che si sono confrontati sul tema delle disuguaglianze, dimostrando come esse nascano nei primi mille giorni della nostra esistenza e che intervenire nella fascia precocissima è la strada da percorre per andare ad irrobustire la capacità di stare al mondo.
Il tema è stato affrontato dai tre relatori rispettivamente dal punto di vista medico, economico e pedagogico.
Il dottor Giorgio Tamburlini ha specificato che questo tempo particolarmente importante conta i mille giorni dal concepimento, non dalla nascita. In questo periodo tutti gli organi principali vengono formati e qualsiasi cosa accada ha una incidenza determinante. Si aprono quindi delle finestre di vulnerabilità e di opportunità su cui è bene porre l’attenzione.  In questo lasso di tempo, il patrimonio genetico si presenta al mondo per poi ricevere una serie di influenze ambientali, relazionali e di interazione. Tutto questo influisce sullo sviluppo e determina le modalità di comportamento. I fattori per i quali è dimostrato un rapporto causale con gli esiti di salute e di sviluppo sono i seguenti: il contesto socio culturale, il contesto socio economico, l’utilizzo e la qualità dei servizi, in particolare sanitari e socio educativi precoci (nidi), la genetica della madre, le relazioni primarie, gli eventi e situazioni avversi, in particolare se gravi e cronici, la nutrizione e altre esposizioni ambientali. In questo contesto, lo sviluppo del cervello è particolarmente interessante, perché tra tutti è l’organo più sensibile e le reti neurali hanno il loro massimo sviluppo nei primi due-tre anni. Quello che emerge, è che vi è, soprattutto per i redditi più bassi, una correlazione tra stato socio-economico e spessore della corteccia celebrale e questo è mediato dai comportamenti genitoriali. Gli effetti dell’ambiente familiare nei primi anni possono modificare significativamente quelli derivanti dal corredo genetico. Quindi, noi possiamo agire affinché questi ambienti socio economici e relazionali siano migliori se si pensa che i pattern di crescita di tutti i bambini del mondo sono gli stessi se vengono loro offerte le stesse opportunità. Tutte le buone pratiche per lo sviluppo giocano intorno alla relazione precoce. Ecco perché le strategie fondamentali del lavoro con le famiglie devono essere basate sulla precocità, l’universalità, la multisettorialità e la proattività.
Da parte sua, il dottor Andrea Brandolini ha spiegato come anche a livello economico, i primi mille giorni di vita abbiano particolare rilevanza. Perché questo periodo interessa agli economisti? Essi affrontano il tema con attenzione per quanto riguarda l’accumulo del capitale umano, ovvero tutto ciò che determina la capacità produttiva personale, capacità cognitive e non e salute. Sotto due aspetti: in primo luogo, lo sviluppo del capitale umano è un fattore legato allo sviluppo economico dei paesi, in secondo luogo, ci sono grandi differenze in base alle situazioni socioeconmiche. Attraverso il condizionamento del capitale umane si condizionano i percorsi futuri delle persone e si rendono più persistenti le disuguaglianze. La salute dei bambini è positivamente correlata con il reddito delle famiglie. Il tempo cosiddetto qualificato, ovvero quello che la madre trascorre con i figli è determinante per la formazione delle loro abilità, soprattutto cognitive. Anche il titolo di studio della madre è importante, come il reddito. Gli economisti oltre ad essere attenti sulla causalità di questi fenomeni, analizzano quali sono i meccanismi sui quali si incardinano. Ciò che emerge è che l’investimento nei bambini nei primi anni della loro vita è determinante al fine dello sviluppo delle loro capacità e questo suggerisce la strada da seguire per disegnare le politiche sociali ed economiche.
Paola Milani ha portato il suo contributo con una lettura del tema dal punto di vista pedagogico. A livello europeo si chiede di investire in particolare nel sostegno alla genitorialità, nel ruolo dei genitori, nel metterli nelle condizioni migliori per svolgere la loro funzione in maniera positiva. Si propongono interventi universali integrati tra sistemi diversi, dove si mobilizzi il capitale dei genitori per i bambini, dove l’integrazione tra genitori bambini e società diventa il cuore di un progetto di investimento a lungo termine, nella consapevolezza che la debolezza delle cure genitoriali impatti sulla crescita dei bambini e quindi della società. Si parla di genitorialità positiva non come una caratteristica innata nei genitori, ma come il risultato di un contesto sociale allargato che mette nelle condizioni il genitore. Questo rimanda inevitabilmente alla responsabilità delle politiche da porre in essere.



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