L’assessore provinciale alla salute, nel ringraziare l’operato di tutti coloro che sono intervenuti, ha spiegato come il sistema dell’emergenza abbia reagito prontamente e permesso di risolvere il problema in tempi molto ridotti ed evitare danni peggiori. L’assessore ha quindi concluso ricordando che la Provincia ha riservato risorse importanti per implementare il programma antincendio dell’ospedale in quanto, pur essendo finalmente partito l’iter per la costruzione del Nuovo ospedale universitario, è necessario prestare massima attenzione e fornire risorse adeguate per garantire la massima efficienza del nosocomio attuale e la sicurezza per lavoratori e pazienti.
Al momento sono in corso le attività di bonifica, pulizia e controllo dell’unità operativa e non ci sono interruzioni nelle attività di ricovero dell’ospedale. Per precauzione i pazienti ricoverati nelle stanze al piano superiore dell’area interessata dall’incendio sono stati spostati in un'altra ala del reparto. Al piano inferiore, invece, è stata inibita l’attività della sala operatoria. L’attività ambulatoriale di endoscopia digestiva è stata sospesa e le colonscopie prenotate per la giornata odierna saranno effettuate in altre sedi dell’unità operativa e sarà riprogrammata l’attività in collaborazione con gli altri ospedali (Borgo, Arco e Rovereto); l’ospedale di Rovereto coprirà le urgenze di endoscopia e gastroenterologia.
“La segnalazione del principio d’incendio – ha spiegato la comandante dei Vigili del Fuoco di Trento Ilenia Lazzeri - è arrivata due minuti dopo le sei. Il corpo permanente ha immediatamente attivato tutto il personale presente in caserma e richiesto la collaborazione al corpo dei vigili del fuoco volontari di Pergine (per il supporto con l’autoscala) e ai corpi volontari di Gardolo e Povo per effettuare la copertura in caso di ulteriori segnalazioni in città. Il personale è arrivato tempestivamente al presidio ospedaliero ed è intervenuto per “attaccare” il principio d’incendio sia dall’esterno che dall’interno della struttura. Grazie anche al personale dell’azienda sanitaria e alla collaborazione creata 'in tempi di pace', la macchina del soccorso si è attivata velocemente e alle 6.40 le fiamme erano già estinte. Dopo lo spegnimento, il nostro personale ha svolto sopralluoghi assieme a quello dell’ospedale. Ora saranno necessarie attività di bonifica, il corpo permanente fornirà supporto all’azienda sanitaria per rimuovere materiali e le attrezzature danneggiate o da verificare”.
“Il primo allarme in ospedale è scattato poco prima delle 6 – ha ribadito l’ingegner Debora Furlani, direttrice del dipartimento infrastrutture dell’Apss -. Immediatamente il personale formato all’interno dell’ospedale ha verificato come l’area di endoscopia del secondo piano fosse invasa dal fumo. L’Incendio, sviluppatosi nella sala endoscopica dell'area ambulatoriale le cui cause sono in via di accertamento, ha interessato tutto il blocco B del secondo piano e ha danneggiato in maniera importante sia le finiture della struttura sia le attrezzature che dovranno essere in parte smaltite, in parte bonificate e verificate ed eventualmente rimesse all’opera. Il sistema di rilevazione incendi ha funzionato perfettamente ed è stato possibile confinare il principio d’incendio in quel comparto della struttura. Per precauzione una parte della degenza ginecologica è stata spostata nella rimanente parte del reparto allo stesso piano. Al piano superiore sono stati chiusi due ambulatori di oculistica. Attualmente abbiamo attivato le procedure di bonifica dell’area per verificare in maniera puntuale quali e quante delle attrezzature siano ancora in buone condizioni per essere riutilizzate. Per il ripristino dell’attività saranno necessari un paio di mesi”.
“Il reparto gestisce 28 pazienti quotidiani – ha riferito il direttore dell’ospedale Michele Sommavilla - tra gastroscopie e colonscopie che sono stati trasferiti negli altri ospedali della provincia – Rovereto, Arco e Borgo Valsugana – mentre le urgenze sono state spostate tutte a Rovereto. Sono state sospese cautelativamente alcune attività ai piani superiori, l’ambulatorio oculistica e reumatologico, ma sono garantite le urgenze e gli interventi non procrastinabili. Durante l’evento abbiamo limitato i flussi dei pazienti lungo gli accessi della palazzina e così sarà per prossimi giorni. Riorganizzeremo l’attività ordinaria sugli altri ospedali trasferendo medici e infermieri e garantendo orari di apertura più lunghi. Ci stiamo attrezzando per spostare la sala emergenze in un’altra area”.
Ha speso parole di elogio per lo svolgimento delle operazioni anche il direttore generale dell’Apss Antonio Ferro: “Sono molto soddisfatto che non sia stato coinvolto nessuno né tra i pazienti né tra gli operatori – ha affermato -. Aver risolto il problema in così poco tempo dimostra che quando accadono gli eventi negativi il sistema è capace di reagire con rapidità e competenza. Ora viene la parte difficile, ovvero dare risposta agli utenti in un momento di difficoltà, ma grazie all’idea vincente di ospedale diffuso riusciremo a smaltire le liste d’attesa che si andranno a creare e confermare l’efficacia del sistema sanitario trentino. Se non ci fossero gli altri nosocomi, ora Trento sarebbe fermo e i nostri pazienti avrebbero dovuto spostarsi a Bolzano, Verona, o in altre strutture del Veneto”.
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Rassegna stampa ad uso interno: Articoli da L'Adige, IL T, Corriere del Trentino - 25.04.2024 - Articolo da IL T - 26.04.2024