Sabato, 25 Maggio 2024 - 17:04 Comunicato 1348

Imprese più responsabili e finanza più trasparente: così il matrimonio di interesse diventa d’amore

Quello fra finanza e sostenibilità è un matrimonio di interesse? Questo il quesito cui i relatori del panel omonimo sono stati chiamati a rispondere oggi, presso la Sala di Rappresentanza della Regione, nell’ambito del Festival dell’economia. Ebbene la risposta da parte di tutti è affermativa. Perché “sono state le istituzioni comunitarie in primis a volere questa unione, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica nel 2050” ha spiegato Paola Agnese Bongini ordinario all'Università Bicocca. Ma dall’interesse è scaturito poi anche l’amore, come ha sottolineato Claudia Parzani e come dimostrano i progetti sostenibili descritti da Diego Cattoni AD di Autostrada del Brennero, che ha annunciato: “Pronti a emettere un green bond per finanziare il Green Corridor”
Tra finanza e sostenibilità matrimonio d’interesse Nella foto: Diego CATTONI; Maria Cristina FERRADINI. [ Daniele Paternoster - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Alla professoressa Paola Agnese Bongini il giornalista de Il Sole 24Ore Vitaliano D'angerio ha affidato il compito di descrivere il quadro in cui si è inscritta questa unione. “Il matrimonio all’inizio non è stato voluto dai due sposi, quanto piuttosto dalle istituzioni europee”. L’obiettivo era quello dato dall’accordo sul clima di Parigi (2015) ossia “raggiungere entro il 2050 la neutralità climatica. Per farlo erano necessarie moltissime risorse e ci si rese conto che, per riorientare i flussi finanziari, bisognava portare il settore privato a investire in attività ecosostenibili, decarbonizzando il portafoglio e indirizzando gli investimenti su aziende e progetti green”. Le pietre miliari di questo processo sono la tassonomia “che cerca di dare un codice comune per capire cosa è sostenibile e cosa no” e la disclosure regulation. “Alla fine il matrimonio è andato bene - ha concluso - perché lo sposo ha investito tanto e le imprese hanno acquisito consapevolezza dell’importanza degli impatti economici”. Un esempio è fornito da Autostrada del Brennero. “Quando si pensa a un’infrastruttura come un’autostrada – ha affermato l’Amministratore Delegato Diego Cattoni - sembra difficile conciliare i temi della mobilità e della sostenibilità”. Non è, per Cattoni, il caso di Autobrennero, che ha pronto un piano da 7.5 miliardi di investimenti finalizzati a fare dell’A22 il primo Green Corridor d’Europa. “Autobrennero è un asse che collega il Mediterraneo con la Mitteleuropa, da cui transita il 10 per cento circa dell’import export italiano. La nostra attenzione all’ambiente ha radici storiche: ne sono esempi tangibili la barriera fotovoltaica di Isera, l’utilizzo dell’acciaio più costoso ma più sicuro e meno impattante in Cor-ten per i guardrail e oggi il progetto del Green Corridor, un corridoio cioè a emissioni e incidenti zero”. Tre i pilastri: “L’investimento in intermodalità, per spostare sempre più merci dalla strada alle ferrovia in cui investiamo dagli anni Novanta, la digitalizzazione e l’offerta sempre più ampia di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici e l’apertura di centri di produzione e distribuzione di idrogeno verde. Per fare questo avremo bisogno di risorse finanziarie e dunque vogliamo emettere un Green bond aperto a istituzioni e territori”.

Che l’attenzione ai territori sia una via per essere sostenibili lo ha spiegato Maria Cristina Ferradini, Consigliere Delegato Fondazione Amplifon: “Dotarsi di una Fondazione, come ha fatto Amplifon, è un modo per portare a compimento la relazione con il territorio nel modo più completo, facendo sì che le azioni siano più ordinate e sistemiche”. Soprattutto quando i territori sono molti: “Oggi oltre all’Italia siamo in Portogallo, Francia, a luglio inauguriamo in Australia e speriamo di arrivare presto negli Usa”. A sottolineare come in effetti dal matrimonio “forzato” sia nata poi un’unione positiva ci ha pensato anche Claudia Parzani Chair Borsa Italiana: “Le aziende oggi si trovano a operare in un contesto non semplice con obblighi normativi in termini di sostenibilità ma la spinta normativa impone alle aziende di essere sostenibili perché gli investitori hanno la capacità di orientare in qualche modo le scelte aziendali”. Inoltre Parzani ha citato corollari virtuosi della relazione, come gli investimenti in ricerca e sviluppo e tutto il sistema degli ecoincentivi. E in tutto questo cosa fa la Borsa? “Rappresenta un ponte tra i due soggetti e cerca di accompagnare questo cambiamento che è anche culturale”.

Anche per Katia Riva, Chief Sustainability & Transformation Officer Mundys “la finanza è effettivamente un’opportunità per la sostenibilità”. Non è utile, per dirla in termini spicci, solo all’ambiente ma anche alle aziende stesse. “Faccio un esempio: a noi conviene fare un parco solare a Porto Rico, perché, trattandosi di un’area dove ciclicamente si presentano dei cicloni abbiamo bisogno di essere autonomi sul fronte energetico”. Ma la convenienza è anche, appunto, sui mercati finanziari. “La tassonomia europea ci porta a ragionare sempre più in quest’ottica, perché investimenti sostenibili ci porteranno a essere sempre più allineati” e dunque meritevoli di finanziamenti. Tre gli strumenti d’azione in questo campo: i green bond per i singoli progetti, linee di credito  e emissioni di obbligazioni, e gli sustainability linked.

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