Giovedì, 10 Ottobre 2019 - 16:07 Comunicato 2436

All’auditorium della Facoltà di lettere di Trento incontro del Festival dello sport con il pilota Loris Capirossi e il patron Dorna, Carmelo Ezpeleta
Il segreto della MotoGp? Spettacolo, talenti e… costi sotto controllo

“Ho amato e continuo ad amare le mote e le corse. Ho avuto una carriera bellissima, piena di ricordi straordinari. Fosse stato per me non avrei mai smesso: mi ha fermato la carta di identità. L’unico che resiste all’età è Valentino Rossi che, a 40 anni, continua a divertirsi e a trovare la forza per correre”. Loris Capirossi, ieri campione delle due ruote e oggi membro della direzione di gara della MotoGp, scalda il pubblico, fatto soprattutto di giovanissimi, del Festival dello Sport. Per lui la moto è un atto di amore, una missione a cui dedicare la propria vita. E pazienza se nel suo palmares manca quel podio che lo avrebbe portato a quota cento in carriera.
Ad affiancarlo sul palco c’era il Ceo Dorna, Carmelo Ezpeleta: è lui l’artefice della MotoGp degli anni Duemila, passata da sport per appassionati a “fenomeno” puro e business globale. Qualcuno lo paragona, per carisma e capacità a Bernie Ecclestone, padre-padrone per anni della Formula Uno. “Il nostro segreto? - si è chiesto Ezpeleta - Equilibrio tra le moto e costi sotto controllo, talenti sulla griglia di partenza, sicurezza in pista e tanto spettacolo”.

Pochi sport sanno calamitare l’attenzione e le emozioni degli sportivi come la MotoGP, una delle specialità maggiormente cresciute a livello mediatico internazionale in questo inizio secolo. Merito di piloti straordinari, da Valentino Rossi a Casey Stoner, da Jorge Lorenzo a Marc Marquez, che in quattro hanno conquistato 17 delle 19 stagioni dal 2000 al 2018. Ma il successo planetario della MotoGp va ascritto anche a Dorna, la società che gestisce il Motomondiale: contenimento dei costi e regolamento tecnico calmierato - introdotto dai padroni della MotoGp - hanno garantito grande equilibrio tecnologico tra le Case a vantaggio dello spettacolo di gare mai banali. Con un’unica eccezione, se vogliamo: Marc Marquez, il campione spagnolo che si appresta a battere i record, che fino a ieri sembravano irraggiungibili, di Valentino Rossi.
A raccontare la MotoGP a Trento sono stati il direttore esecutivo della Dorna, Carmelo Ezpeleta, e Loris Capirossi, uno dei piloti più amati di sempre, oggi membro della Direzione Gara.
La start dell’incontro è stato, guarda a caso, il “fenomeno” Marc Marquez, talento puro spagnolo che pochi giorni fa in Tailandia si è portato a casa il suo ottavo mondiale, con quattro gare del calendario ancora da correre. “Marc ha vinto in anticipo il titolo - ha sottolineato Ezpeleta - ma non è stato facile come può sembrare. Molte gare si sono decise sul filo di lana, basti pensare all’ultimo gran premio di Buriram, quello che gli ha regalato l’ottavo titolo, dove è caduto in prova e ha rischiato di compromettere l’intera stagione”.
La MotoGp è fatta di grande sfide e di continui paragoni. A Trento è ritornato il paragone tra Casey Stoner e Marc Marquez. “Due talenti indiscussi - ha commentato Capirossi - che rendono il paragone quasi impossibile perché non hanno mai gareggiato insieme. Se vogliamo, Marc è più completo e sa gestire la gara, Casey era più istintivo e dava sempre tutto se stesso”.
L’altro paragone è tra il motociclismo dei tempi eroici, con il suo campionissimo Giacomo Agostino, e il motociclismo globale dei social network, con la sua icona in Valentino Rossi. “Giacomo è stato un campione assoluto - ha spiegato Ezpeleta - raccontato dai giornali e dalle riviste, poi è arrivato Michael Dohaan con il pubblico televisivo ed oggi Valentino Rossi e Marc Marquez, celebrati con milioni di post e video online. Siamo stati bravi - ha continuato il ceo - ad avere in Dorna persone che ci hanno indicato la strada da seguire verso il pubblico, passando attraverso tutti i media. Ma siamo stati bravi anche a coltivare campioni che in questi anni si sono succeduti gli uni agli altri”. Con una costante: l’Italia resta per la gare di moto il primo bacino in termini di pubblico e di piloti.
L’altro ingrediente del successo della MotoGp è la sicurezza, parola di patron Ezpeleta: “Abbiamo avuto la forza di tenere fuori per alcune stagioni dal circuito del mondiale il circuito di Suzuka, che è di proprietà della Honda, perché aveva due o tre punti inaccettabili. Quello è stato un segnale importante per tutto il mondo delle gare di MotoGp che ci ha fatto crescere”.
Si chiude con un terzo paragone, quello tra Formula Uno e MotoGp. Quest’ultima è riuscita a fare quello che non è riuscito alla Formula Uno, ovvero mettere d’accordo le case costruttrici su un regolamento tecnico che permettesse a chi sta dietro di colmare, per quanto possibile, il gap con i migliori. “Nel motociclismo - ha aggiunto Expeleta - il pilota è molto più determinante rispetto alla Formula Uno, dove la macchina detta la griglia di partenza e l’ordine di arrivo. In questo mondiale abbiamo in gara più campioni del mondo di quanti avuti in passato. Investire sul talento è fondamentale perché è il pilota a creare lo spettacolo”.

(pff)


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