Sabato, 12 Ottobre 2019 - 16:35 Comunicato 2520

Il rapporto tra sport, giovani e famiglie

Sport, giovani e famiglie. Un trinomio al centro del partecipato appuntamento ospitato questo pomeriggio a palazzo Geremia, che ha visto intervenire il consigliere della Figc Mario Beretta, il coach dell'Under 18 dell'Aquila Basket Tomas Ress e la psicologa dello sport Valentina Di Mattei. Nell'ambito della tavola rotonda moderata dal giornalista del Corriere della Sera Giuseppe Ripamonti, i relatori hanno parlato del corretto approccio che le famiglie devono avere rispetto all'accompagnamento dei ragazzi nel mondo dello sport, anche alla luce dell'importante percentuale di giovani (pari a circa il 50%) che abbandonano la pratica sportiva dopo l'età adolescenziale.

Naturalmente le famiglie incidono sullo sviluppo dei ragazzi, anche sotto il profilo sportivo. “Peccato che in questo ambito l'influenza dei genitori sia prevalentemente negativa” ha evidenziato Di Mattei, che ha parlato degli errori più comuni commessi da papà e mamme a bordo campo e sugli spalti: “Tendono ad essere eccessivamente intrusivi o iper protettivi e in alcuni casi arrivano persino a sostituirsi all'allenatore. Ciò che non andrebbe fatto è spingere i giovani, sin da piccoli, al raggiungimento dei risultati piuttosto che puntare su miglioramenti, socialità e divertimento. Questo rischia infatti di portare i ragazzi a demotivarsi”. Fondamentale, secondo i relatori, è evitare la specializzazione in un solo sport, favorendo piuttosto la conoscenza di diverse discipline per consentire a bimbi e ragazzi di scegliere lo sport più adatto a loro. “I miei genitori mi hanno lasciato grande libertà - ha confessato Ress -, così ho iniziato ad allenarmi con la Virtus Bologna. Oggi, da allenatore, cerco di tirar fuori il meglio da ogni atleta ma ho notato che le nuove generazioni mancano di una visione verso il proprio futuro. Sono convinto che i ragazzi debbano mettere pressione a se stessi e in questo senso lo sport rappresenta una grande scuola di vita”. Beretta, già allenatore di squadre giovanili di calcio, ha sottolineato come le famiglie debbano essere coinvolte dai club (anche quelli dilettantistici) in merito al percorso formativo: “In questo modo i genitori imparano ad apprezzare il lavoro svolto da allenatori e tecnici. Allo stesso tempo, bisogna distinguere i ruoli, favorendo la collaborazione”.

(a.bg)


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