“Dobbiamo aiutare le donne a denunciare le violenze – ha detto in apertura l’assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana – e in questo senso anche la comunicazione può avere un ruolo molto importante. Non dobbiamo parlare della violenza sulle donne – ha sottolineato Stefania Segnana – solamente nelle ricorrenze dell’8 marzo o del 25 novembre o quando si verificano episodi di cronaca. L’attenzione su questo tema deve essere costante e quotidiana. Solo così possiamo davvero aiutare le donne a chiedere aiuto e in questo senso il modo in cui vengono raccontati i tragici fatti di cronaca può avere una notevole importanza affinché le vittime non si sentano, in nessun modo, colpevolizzate”.
Parole condivise dal procuratore della Repubblica di Trento, Sandro Raimondi che ha evidenziato quanto sia difficile per le donne rivolgersi alle forze di polizia per denunciare anni di sofferenze psicologiche, fisiche ed economiche. “In Trentino – ha detto Raimondi – c’è grande collaborazione fra le varie istituzioni per contrastare il fenomeno. Pensiamo, ad esempio, al servizio di assistenza psicologica, attivo ogni giorno per tutto l’anno, che affianca gli agenti di polizia giudiziaria nell’ascolto delle donne vittime di violenza. Purtroppo – ha detto il procuratore – esiste ancora un retaggio culturale, che si manifesta anche attraverso la comunicazione e anche in alcune sentenze scritte dalla magistratura, che tende a colpevolizzare le vittime. Per questo occorre fare molta attenzione al linguaggio che si utilizza”.
“Per noi è complicato - ha detto il questore di Trento, Maurizio Improta – comunicare i drammi familiari. L’attenzione su questo fenomeno, purtroppo, è attiva solo alcuni giorni dell’anno mentre ci vorrebbe un impegno costante e l’interesse ad educare. Bisogna comprendere – ha detto ancora Improta – cosa c’è dietro il nostro lavoro, perché noi siamo i primi a intervenire. Ogni iniziativa o progetto che possano aiutare a sensibilizzare e a educare sono dunque molto importanti, soprattutto se rivolti alle scuole e alle famiglie.
Il corso, a cui hanno partecipato più di quaranta giornaliste e giornalisti, ha voluto approfondire la conoscenza del fenomeno della violenza sulle donne, introducendo e inquadrando l'argomento in maniera generale, presentando i dati sul territorio trentino, per poi proseguire in un approfondimento legato alla comunicazione giornalistica scritta e visiva con un particolare focus sul linguaggio della violenza.
In apertura è intervenuta Sigrid Pisanu, operatrice del centro antiviolenza e della casa rifugio gestiti dall'associazione "Donne contro la violenza - Frauen gegen Gewalt - ONLUS" di Merano, che ha approfondito e definito il fenomeno della violenza di genere e le sue dinamiche.
Laura Castegnaro, dirigente dell’Unità di missione semplice pari opportunità, prevenzione della violenza e della criminalità della Provincia, partendo dall’analisi dei dati nazionali e provinciali, ha presentato la Rete antiviolenza provinciale, i servizi specializzati rivolti alle donne vittime di violenza e agli uomini maltrattanti, le varie iniziative di sensibilizzazione e di formazione in corso sulla tematica. Nel 2021 le denunce sono state 479 in aumento del 22,55% rispetto al 2020 e in linea con la media degli anni precedenti la pandemia; nel 2021 sono stati avviati 135 procedimenti di ammonimento di cui 107 provvedimenti emessi.
Annamaria Maggio, primo dirigente della Divisione Anticrimine della Polizia di Stato presso la Questura di Trento, dopo una panoramica sull’evoluzione dei diritti delle donne da un punto di vista giuridico, ha illustrato le procedure amministrative e penali conseguenti alle richieste di ammonimento e alle denunce relativi a episodi di violenza di genere in Trentino.
Nel suo intervento, Marina Cosi, vicepresidente di GiULiA e giornalista presso vari quotidiani nazionali, sottolineando l’importanza di utilizzare un linguaggio che rispecchi le differenze, ha offerto alle persone presenti un approfondimento legato alla comunicazione giornalistica con uno specifico focus sul linguaggio della violenza e sugli elementi critici emergenti dalla rappresentazione dei media.