“Come aiutare le imprese ad uscire dalla pandemia”. Ma l'incontro al Festival con il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti (ha interloquito con Fabiano Schivardi, docente alla Luiss, e con la giornalista Lina Palmerini) ha preso in esame altri temi caldi come lo stop al blocco dei licenziamenti e la possibilità di trasferire le conoscenze tecnologiche dei vaccini, aldilà del copyright.
Il ritorno dello Stato in questi giorni sta avvenendo si è notato, per esempio, all’Ilva di Taranto: “Il caso è tipico della realtà italiana. Abbiamo capito che l’acciaio è strategico per l’industria, come prezzo e disponibilità. Mentre si discute di reshoring, tenere vicino agli utilizzatori la materia prima è decisivo. Sarà il Consiglio di Stato - ha detto il ministro - a delimitare la nostra operatività, ma non ci sono nel mondo, privati, disposti a gestire un impianto ecosostenibile. Ci metteremo poi al tavolo con l’investitore privato. In Europa c’è anche un nuovo quadro per l’acciaio green”.
E per quanto riguarda Alitalia, un caso che vede lo Stato impegnato da anni? Ecco Giorgetti: “Come andrà a finire la partita lo potrà dire solo un mago, il mercato è stato sconvolto dalla pandemia. Questa era già una compagnia a capitale tutto pubblico, fare partire la newco non sarà affatto facile. Sarà un soggetto pubblico ma dovrà avere un equilibrio economico. Non farà concorrenza alle low-cost che poi sono quelle che fanno i ricorsi, dovrà trovare un partner internazionale nel campo delle connessioni”.
Il ruolo dello Stato nella nutrita serie di aiuti e sostegni durante la Pandemia, si rischia l’assuefazione? “Ci sono troppi aiuti e fondi, c’è una grande confusione. Bisognerà capire chi merita da ora in poi, gli aiuti di Stato sono consentiti se l’azienda non era già decotta. Servono valutatori seri e debbono avere anche una copertura politica. Tutto questo funziona solo con un sistema di ammortizzatori sociali nuovo. Si dovranno fare scelte dolorose”.
E il blocco dei licenziamenti? “È stata una misura eccezionale e tale deve limitare. Ma deve essere declinato in modo diverso da settore a settore. Lo Stato deve usare le proprie leve: se nel Pnrr metto miliardi per i bus ecologici e nessuno al momento li produce in Italia, occorrerà muoversi perché qualcuno lo faccia. Servirà, ripeto, ripensare gli ammortizzatori sociali” ha detto Giorgetti.
C’ è il tema di un settore farmaceutico che la crisi non l’ha sentita. Anzi: “Da noi va rimessa in piedi la filiera del bio-farmaceutico. Ci sono in corso negoziazioni riservate con aziende internazionali per questo. Dopo il caso Raithera, ci muoveremo in modo più snello nel campo della ricerca farmaceutica, servono però anni. Sulla vicenda dei brevetti vedo la volontà di de localizzare più che di trasferire”.
Al Mise i tavoli di crisi aperti sono moltissimi: “Purtroppo spesso i tavoli sono per la soddisfazione mediatica, ma non rIsolvono. È uno strumento da affinare. Il mio ministero arriva da un ventennio declinato dalla ragioneria pubblica. Si deve tornare a fare politica industriale con uno Stato regolatore. Serve uno sforzo per semplificare. Occorrono una classe politica ed una burocrazia in grado di mettere a terra le risorse ora in arrivo con il Pnrr”.
E sulla riforma della giustizia? “Ci credo. Non c’è solo il penale, penso anche all’amministrativo. Dobbiamo fare passi in avanti, la ministra Cartabia sta lavorando molto seriamente su questo”.
Il tema è quello di un punto d’equilibrio tra Stato e mercato: “C’è un pendolo che va in una direzione. Dobbiamo fare in modo che nascano nuove imprese che sostituiscano quelle che moriranno. Anche nella Ue si ragiona in questa direzione, per rivedere il dogma della politica europea. Serve un poco di tempo ma non credo che lo Stato tornera’ a come era tre anni orsono”.
La Provincia Autonoma di Trento sta aiutando, si è notato anche durante il Festival, a crescere le piccole imprese: “Giusto, la piccola dimensione non aiuta nei mercati internazionali. Il modello va ripensato, anche dal punto di vista fiscale, aiutando le fusioni. La tassa globale sulle multinazionali? Sono a favore, anche i grandissimi Stati hanno capito che alcune multinazionali rischiavano di diventare troppo forti. Un riequilibrio di poteri era necessario”.
Ultimo passaggio, politico. Una possibile federazione di centrodestra. Cosa ne pensa Giorgetti? : “Non credo sia un mero cartello elettorale ma l’inizio di un ragionamento più ampio. Su tanti temi economici Lega e Forza Italia hanno già una visione economica comune. Dove va l’Europa? Vedremo dopo le elezioni autunnali in Germania” ha concluso il ministro Giorgetti.