
"L'Italia ha due problemi principali: la dipendenza dai mercati dell'energia e l'altro è il debito pubblico. I costi che stiamo pagando sono danni di guerra. E quindi i danni si pagano con debiti di guerra. L’Europa, come ha fatto con il Pnrr, così deve fare con l'enorme costo per la battaglia della libertà in Ucraina che stiamo facendo. Si deve pagare con un debito comune europeo” ha sostenuto il ministro. Secondo Giorgetti, resta il tema del potere d’acquisto ma, ha avvertito, “non si può mettere in carico alle aziende un ulteriore costo”. Il tema del cuneo fiscale ora potrebbe dunque tornare di attualità: “La vera anomalia del nostro Paese è che lo Stato si prende buona parte del cuneo contributivo e retributivo dei lavoratori”. Il salario minimo, infine, “non deve essere un tabù ma bisogna vedere come si fa. Oggi credo che la priorità sia il recupero del potere d’acquisto, perché i salari in Italia sono bassi: questo è un dato oggettivo”.
Il ministro dello sviluppo economico ha quindi auspicato senso di responsabilità da parte delle diverse forze politiche - portatrici di sensibilità diverse - che compongono il Governo: “L’esecutivo deve avere il coraggio di proporre una razionalizzazione di tutte queste forme di bonus”. A partire dal Superbonus energetico che “deve essere regolamentato e spalmato: andava bene per fare ripartire l’economia, mentre eravamo ancora in emergenza sanitaria. Ma non può essere distribuito a tutti”. E ancora, sul reddito di cittadinanza: “Il tema è spinoso, ma non è possibile che gli imprenditori non trovino manodopera: chi rifiuta per due volte l'occupazione deve perdere il reddito”.