Dopo la visita ai Giardini Vaticani la delegazione ha avuto un incontro ufficiale con il segretario generale del Governatorato, monsignor Fernando Vergez, in occasione del quale il progetto della mappatura dei Giardini Vaticani è stato ufficialmente consegnato. Si è anche parlato delle ipotesi di lavoro per i prossimi due anni - il progetto infatti è triennale - con il passaggio dalla fase della mappatura e dei test a quella più operativa, con la presa in cura delle piante ed alcuni abbattimenti mirati.
Ma come è nato questo rapporto fra il Servizio Foreste e Fauna della Provincia e la Giardineria vaticana? Esso rientra nella più ampia amicizia sviluppata nel tempo fra il Trentino e la Santa Sede, sul solco delle indimenticabili visite di papa Woytila, a Trento e anche in Adamello, e che ha portato anche ad allestire il presepio in piazza san Pietro, o il palco di Tor Vergata per il Giubileo del 2000, o ancora a donare, sempre per le festività natalizie, un abete rosso della valle di Fiemme. "Su questo terreno - spiega Rossi - si innestano le competenze maturate dai nostri servizi, che in questo campo specifico sono davvero molte e che siamo orgogliosi di mettere a disposizione della Santa Sede e della giardineria vaticana".
L'impegno ora si è spostato sul versante del Giardini Vaticani. Il Visual Tree Assessment, utilizzato per l’effettuazione del censimento degli oltre duemila alberi presenti al loro interno, è una metodologia di indagine, riconosciuta in molti paesi, che viene eseguita per la valutazione delle condizioni strutturali di ciascuna pianta. L’obiettivo è identificare eventuali sintomi esterni che l’albero evidenzia in presenza di anomalie a carico del legno interno. In questo modo, è possibile riconoscere, in maniera non invasiva e anche in assenza di lesioni o buchi sul tronco della pianta (o di altre tracce di un decadimento in corso, come ad esempio la presenza di funghi del legno) eventuali malattie o difetti all'interno dell'albero, che potrebbero comprometterne l’esistenza futura e persino, in qualche caso, suggerire il suo abbattimento.
Un vasto campione di alberi è stato inoltre sottoposto a test di stabilità, effettuati con l'impiego di un resistografo (si misura la resistenza della pianta alla penetrazione con una punta rotante), mediante trazione controllata (con l'ausilio di una fune si sottopone l'albero a trazione), e con metodologia Sim (un software simula gli effetti dell'azione del vento, di intensità e direzioni diverse).
Gli alberi sono stati quindi riclassificati in base alla loro classe di pericolosità o di "propensione al cedimento" (al fatto cioè di essere più o meno stabilmente piantati a terra). La classificazione va da A (la più alta) a D. Solo un numero molto esiguo di piante è rientrato in quest'ultima categoria.
Al termine dei test è stato anche consigliato di intervenire su circa 250 piante con interventi di potatura, nella gran parte dei casi ordinaria. (mp)
Immagini e interviste a presidente Rossi e tecnici del Servizio foreste e fauna a cura dell'ufficio stampa.