Domenica, 05 Giugno 2016 - 19:47 Comunicato 1251

Il capitalismo tecnologico sfrutta i nostri dati personali: la denuncia di Evgeny Morozov

I dati personali diventano merce. Qui scatta la minaccia alla privacy dei cittadini. È il capitalismo tecnologico. A denunciarlo Evgeny Morozov, giovane tecnoscettico, ospite oggi al Festival dell’Economia di Trento: invece che essere sfruttati come operai, ora veniamo sfruttati come cittadini per i dati che generiamo e che vengono gestiti da altri. In assenza dei nostri dati – spiega - le aziende non potrebbero fornire servizi, sviluppare tecnologie di intelligenza artificiale. Noi siamo fonti di dati, ma non abbiamo le infrastrutture per gestirli e così vengono sfruttati dalle industrie informatiche. Che li acquisiscono e li vendono. E le smart cities? Per Morozov sono quelle che mettono tutti i sensori e permettono così di controllare i cittadini, le loro abitudini, i loro comportamenti, di regolamentarli.

A lui non piace la definizione di “tecnoscettico” - precisa nell’introdurlo Anna Masera, Public editor de “la Stampa” – ma è evidente la distanza di Morozov da coloro che vengono etichettati come “tecno-ottimisti”.Evgeny Morozov, è stato professore invitato alla Stanford University, Schwartz Fellow alla New America Foundation e ricercatore alla Georgetown University e in Open Society Foundations (dove è stato membro del Consiglio direttivo dell’Information Program), è stato direttore di New media presso Transitions Online, ma è noto soprattutto per i suoi articoli su varie testate internazionali e per i suoi libri nei quali indaga il lato oscuro della libertà e della gratuità di Internet.In tanti sono accorsi per ascoltare oggi a mezzogiorno nell’aula magna della Facoltà di Giurisprudenza il suo intervento, per il ciclo “Intersezioni”, dal titolo “Dietro la Smart city”.In realtà Morozov ha parlato a tutto tondo della proprietà e del governo dei dati personali.La sua analisi è partita dall’esplosione dei termini tecnologici. C’è come un’industria – ha affermato - che produce queste parole che poi penetrano nei bilanci pubblici. Si è soffermato sull’esercito di consulenti che operano con le amministrazioni locali. Sembra – ha osservato - che la smart city possa risolvere tutti i problemi e invece dietro non c’è che il tentativo delle aziende di vendere le proprie tecnologie alle città. Non ci sono nemmeno bandi. A scapito della privacy dei cittadini. È importante capire da dove viene la minaccia – ha ribadito - per difendersi.Il settore informatico – per Morozov – deve parte del suo successo alla crisi perché nel 2008-2009 il capitalismo si è scontrato con la crisi e ci si è rivolti alle aziende informatiche per trovare soluzioni. Per fare di più con meno. Il settore informatico è riuscito a indicare la salvezza, l’uscita dal tunnel.Morozov cita Google: non paghi nulla per avere una serie di servizi che usi ogni giorno. In realtà è la pubblicità che li paga perché Google vende le informazioni su di noi. Ciò ha portato al fiorire di aziende della Silicon Valley e all’espandersi di ciò che definisce «estrattivismo di dati». Un potere immenso e una grande fonte di guadagno.



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