Sabato, 05 Giugno 2021 - 21:16 Comunicato 1436

Il capitalismo dell'elefante

Parlando di capitalismo, possiamo individuare due rami. Quello occidentale, ovvero “il capitalismo liberale” degli Stati Uniti e dell’Europa, che sta scricchiolando sotto il peso della crescita dell’iniquità e quello di “stampo orientale”, ovvero “il capitalismo politico” di Cina, Russia e altri Paesi, che invece sgretola sotto il peso della corruzione. Alla luce di quanto è successo con la pandemia da Covid-19, quale sarà il modello che avrà la meglio? La tesi dell’economista serbo-statunitense Branko Milanovic cerca soprattutto di capire l’effetto della pandemia sui diversi modelli, quali tendenze sono rafforzate e quali indebolite, quali proposte politiche reggono ancora.

Branko Milanovic, economista, si occupa di ricerche sulla disuguaglianza globale, e di altri importanti studi sulla distribuzione del reddito. E’ stato economista presso la Banca Mondiale, e si è poi dedicato allo studio della disuguaglianza da una più ampia prospettiva, indagando quali sono le disuguaglianze all’interno nei singoli paesi. Oggi, le diverse risposte date alla crisi nelle diverse parti del mondo hanno modificato sia la globalizzazione che il ruolo dello Stato. Ne è nato prima un libro “Capitalism, alone” uscito nel 2019 e poi pubblicato in Italia con il titolo “Capitalismo contro capitalismo”. La tesi di fondo è che nel mondo ora c’è solo il capitalismo: che non è più il sistema dominante, o vincente, ma l’unico modello di produzione esistente. E che, comunque, non possiamo fare a meno del capitalismo.

Il forte cambiamento epocale è stato stabilito dall’ascesa dei Paesi asiatici e dunque il riequilibrio del potere economico tra Stati Uniti ed Europa, da un lato, e l’Asia dall’altro. E forse per la prima volta dai tempi della rivoluzione industriale i redditi dei tre continenti si sono avvicinati, tornando più o meno agli stessi livelli relativi di allora (anche se in termini assoluti più alti).

Nelle pagine l’autore spiega il senso di questa affermazione perché se intendiamo il capitalismo come quel sistema ben definito nel quale la produzione ha come fine il profitto, la diffusione di un lavoro salariato libero e un capitale prevalentemente privato, e con un coordinamento decentralizzato, tutto il mondo allora è capitalismo.

Incrociando i  dati,  Branko Milanovic ha elaborato un proprio “grafico” - chiamato anche “dell’elefante” – che utilizza in tutti i suoi studi e ricerche e attraverso il quale mostra  l’andamento dei redditi mondiali negli ultimi 20 anni per ogni scalino della distribuzione del reddito. La rendita visiva dimostra che i pochi super-ricchi mondiali si stanno impennando come, appunto, la proboscide di un elefante. A supporto della sua tesi, in effetti, se guardiamo ad un “livello mondo” la diseguaglianza tra i Paesi è diminuita. Invece, è aumentata quella nei Paesi dove regna sovrano il capitalismo “liberale”. A fronte di un assottigliamento del divario mondiale, in realtà il trasferimento di ricchezza e benessere dalle classi medie occidentali a quelle orientali, ha aumentato la diseguaglianza nella nostra parte del mondo.

(sg)


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