“Siamo in un ambiente confuso, in cui è difficile capire come muoversi e, soprattutto, come aggiustare un mondo a pezzi – ha sottolineato il Nobel in prima battuta. In questo periodo storico abbiamo avuto diversi shock: i cambiamenti climatici, le pandemie, le tensioni geopolitiche e i grandi conflitti a cui stiamo assistendo. Ci sono inoltre tendenze secolari che perdurano, con una capacità produttiva che, a livello globale, sta aumentando come mai prima”.
Spence si è poi soffermato sulle tre trasformazioni tecnologiche in corso che stanno scandendo la quotidianità: quella digitale, con l’avvento dell’intelligenza artificiale; poi la rivoluzione delle scienze mediche e della vita, che cambieranno radicalmente entrando in contatto con l’IA; infine, la transizione energetica, la cui accelerazione è sotto gli occhi di tutti e con strumenti sempre più importanti. “L’intelligenza artificiale potrà sicuramente dare un grande contributo alla produttività, ma prevedere oggi ciò che succerà è difficile: non possiamo fare altro che monitorare la situazione, di certo immagino un’Europa che in futuro investirà molto sulla trasformazione digitale – ha aggiunto Spence. – Non sappiamo quanti posti di lavoro perderemo, ma c’è il timore da parte delle persone che l’IA possa sostituirle, in tanti settori. Di certo, nell’economia di oggi è praticamente impossibile trovare un settore in cui l’intelligenza artificiale non possa essere applicata. Ecco perché bisogna rendere accessibile questo strumento nel modo più ampio possibile, pur con ragionamenti e normative per mitigarne i rischi: su questo, dovranno intervenire i governi”.
Un accenno infine alla transizione energetica: “Siamo in ritardo, anche se Europa, USA e Cina, in particolare quest’ultima che è tra le maggiori produttrici di emissioni, stanno iniziando a muoversi. Credo che servirà un mix di sussidi, da un lato, e controlli dall’altra, per perseguire questi obiettivi. Ai giovani dico si sperimentare e trovare la propria passione”.