Lunedì, 09 Settembre 2019 - 15:55 Comunicato 2114

Il vicepresidente Tonina: “Una realtà che ha garantito lo sviluppo del territorio”
Il Consorzio elettrico di Storo ha celebrato i suoi 115 anni

Orgoglio e fiducia. Il Consorzio elettrico di Storo (Cedis) ha raggiunto il traguardo dei 115 anni, che i soci hanno celebrato domenica con il proprio presidente Giorgio Rossi e le autorità locali. Nel corso della sua storia, questa realtà ha consentito al Basso Chiese e ad una parte della Val di Ledro di svilupparsi ed evolvere, affrontando e superando diverse sfide. Oggi continua a guardare al futuro. “E’ giusto condividere con l’intera comunità i traguardi raggiunti in così tanti anni di attività” sono state le parole del vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Mario Tonina, assessore all'urbanistica, ambiente e cooperazione. “Sono le realtà come la vostra ad aver consentito la crescita della cooperazione in Trentino: di questo dobbiamo essere riconoscenti ai fondatori che, con lungimiranza, unirono le forze per il bene della collettività” ha aggiunto Tonina, che è apparso rammaricato per la sopravvivenza di appena tre consorzi elettrici sull’intero territorio provinciale: “Avete resistito alla nazionalizzazione, garantendo lo sviluppo del vostro territorio: l’amministrazione provinciale vi garantirà ulteriori opportunità di crescita che voi potrete cogliere e di cui beneficerà in maniera tangibile la compagine sociale".

Emozionato è apparso il presidente Rossi, che nella sua relazione ha ripercorso la storia del consorzio iniziata nel 1904: “Il Cedis nacque con lo scopo di portare l’elettricità nelle strade e nelle case dei nostri paesi. Il contesto era completamente diverso da quello attuale: diverso dal punto di vista politico con il Trentino appartenente all’Impero d’Austria, e diverso dal punto di vista sociale. Così, fu bandito un concorso per una piccola centrale sul Palvico che nel giro di 8 mesi consentì alla luce elettrica di illuminare le strade di Storo”. Poco tempo dopo la luce arrivò anche a Darzo, Lodrone, Bondone e Baitoni che avevano aderito alla fondazione del Cedis, e, poi anche a Tiarno di Sopra e Tiarno di Sotto, che si erano in seguito uniti, fino a Bezzecca. Un secolo dopo, ancora una volta il consorzio ha anticipato i tempi portando nella valle del Chiese internet veloce mediante una rete in fibra ottica posata lungo le condutture elettriche. “Oggi lo scopo del consorzio è quello di garantire ulteriori vantaggi ai soci. Nel 2018 il valore totale dei benefici, sotto forma di sconti sull’energia, accise risparmiate, ristorni, omaggi, borse di studio e sostegno alle associazioni del territorio, è ammontato complessivamente a poco meno di 1,5 milioni di euro”. Nel corso del tempo, il consorzio si è anche molto rafforzato: nel 2014, il Cedis aveva un debito totale pari al doppio del capitale netto: “Oggi, dopo soli 5 anni, è il capitale netto ad essere il doppio del debito residuo” ha evidenziato il presidente Giorgio Rossi, che ha espresso ottimismo per il futuro. Secondo il numero uno della coop, in questo momento non ci sono minacce e rischi particolari: “Il Cedis è una piccola azienda che opera in campi diversi, produzione di energia, distribuzione, vendita di energia e telecomunicazioni. In ciascuno di questi campi operano aziende enormemente più grandi della nostra cooperativa. È come una piccola navicella che naviga in un mare, talvolta tempestoso, in mezzo a transatlantici”. Intanto, nel dicembre scorso l’Unione europea ha emanato una delibera sulla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili che promuove l’istituzione delle “Comunità di energia rinnovabile” con lo scopo di produrre, consumare, immagazzinare, scambiare e vendere energia. “Grazie a questa direttiva sarà più difficile incontrare ostacoli pesanti sul nostro cammino e, inoltre, possiamo sperare che alcuni degli ostacoli oggi esistenti vengano rimossi” ha concluso il presidente Rossi.
Alla platea dei soci si è rivolta anche la presidente della Federazione trentina della cooperazione Marina Mattarei, che ha evidenziato come il Cedis abbia saputo dare risposte ai bisogni del territorio: “I padri fondatori hanno avuto un’intuizione straordinaria. La cooperazione garantisce benefici economici e favorisce la coesione e la capacità di evolvere culturalmente”.

(a.bg)


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