Venerdì, 08 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1706

Interessante confronto tra esperienze d'avanguardia in Italia, oggi, al Seminario Iprase
ISTRUZIONE TECNICA, TERRENO VIRTUOSO PER CREARE CONOSCENZA CON I GIOVANI

L'istruzione tecnica superiore è terreno favorevole per un circolo virtuoso Impresa – Educazione - Ricerca, non solo per trasferire la conoscenza, ma per creare valore aggiunto agli studenti. Una prospettiva che implica però un cambiamento radicale nella visione di cambiamento tra insegnamento e apprendimento. Queste, in sintesi, le conclusioni del Seminario di oggi promosso dall'Iprase Trentino su "Istruzione tecnica in Italia e in Trentino" al Palazzo dell'Istruzione in via Gilli a Trento. Dopo il saluto iniziale dell'assessore provinciale Marta Dalmaso e del dirigente generale del Dipartimento della Conoscenza, Marco Tomasi è toccato a Carmela Palumbo, direttore generale per gli ordinamenti scolastici e per l'autonomia scolastica, annunciare l'importante appuntamento di mercoledì prossimo, 13 giugno, della Conferenza di servizio sui poli formativi su base territoriale proprio dell'istruzione tecnica. Apprezzamenti per l'eperienza trentina dal Ministero e da altri relatori esterni.-

Dopo aver fatto il punto sullo stato di salute e sul futuro dell'istruzione liceale in Italia, in Europa e in Trentino, la scuola trentina oggi ha avuto modo di confrontarsi con le più avanzate esperienze italiane di istruzione tecnica. Opportunità promossa in collaborazione dall'Iprase, come ha ricordato il direttore Beatrice De Gerloni in apertura, in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria di Udine, il Ministero (MIUR), Trento Rise e Confindustria nazionale.
Nel saluto iniziale, l'assessore Marta Dalmaso ha apprezzato "questa necessaria e importante apertura sul territorio, la voglia di condividere esperienze e riflessione anche con entusiasmo e siamo certi che con momenti come questi la scuola trentina e la scuola tutta può crescere in modo ancora più adeguato".
Marco Tomasi, dirigente generale del Dipartimento della Conoscenza, ha richiamato il tema del confronto nel Festival dell'Economia, appena concluso a Trento, per rimarcare l'importanza delle relazioni del mondo della scuola coi giovani e col territorio su esperienze positive: "nel festival si è toccato con mano la complessità di una crisi anche generazionale , ma anche il fatto che la crisi non è solo una bestia nera o un pericolo, se saranno i giovani a dare un contributo forte per indicare soluzioni, come ha ricordato lo piscoterapeuta Charmet, sapremo tutti vivere la crisi come potenzialità e non come dramma. Nei nostri programmi a scuola si parla spesso del passato invece i nostri ragazzi hanno in mano il futuro e potranno essere solo loro a produrre il cambiamento."
Per il Ministero Istruzione Università e Ricerca (MIUR), Carmela Palumbo, direttore Generale per gli ordinamenti scolastici e per l'autonomia scolastica, ha ripercorso il cammino delle Indicazioni e delle Linee Guida sull'istruzione tecnica, insistendo sul fatto che dall'alto possono giungere indicazioni normative e delle riflessioni anche di contenuto, ma solo nelle singole realtà territoriali possono essere messi i punti fermi sull'innovazione vera, attraverso la sperimentazione concreta.
A Roma – ha esordito la rappresentante del Ministero - quando si parla del modello trentino, si pensa ad una realtà decisamente d'innovazione. Considerazione d'apprezzamento per la scuola trentina, ripresa anche da Laura Mengoni,Responsabile Area Scuola, Università e Ricerca dell'Assolombarda, che ha parlato a nome di Confindustria a nome di Claudio Gentili che ha dovuto assentarsi all'ultimo momento.
Nei prossimi giorni – ha invece anticipato Palumbo – ci sarà un importante appuntamento, nel quale sarà affrontato nel concreto il discorso dei poli formativi dell'istruzione tecnica su base territoriale. Oggi, ovviamente, ci sono realtà avanzate, come quella del Nord Est e del Trentino, ma la situazione non è così nel resto d'Italia. Le Linee Guida nazionali hanno come obiettivo proprio quello di trasferire anche nelle altre regioni ciò che si fa già in queste zone avanzate.
Novità sono annunciate anche su un altro versante che ha a che fare comunque con l'istruzione tecnica, quello dell'educazione permanente, sul quale è in arrivo dal Ministero un disegno di legge, già approvato al Senato; un passaggio importante, "anche perché le indagini OCSE-PISA ci ricordano sempre che siamo tra i più arretrati da questo punto di vista. Un disegno di legge che si lega al discorso dell'apprendimento per competenze e alle loro certificazioni. "È importante che si recuperi valore alla certificazione al termine dell'obbligo di istruzione, si tratta di agire sulla didattica e sulle prove valutative che si adottano nelle scuole e di avere più attenzione alla certiificazione delle competenze che la persona accumula nella vita lavorativa e non".
Stimoli interessanti sul "Triangolo della conoscenza: Ricerca, Education, Business" sono giunti in particolare da Fausto Giunchiglia, Presidente di Trento Rise, che ha insistito – presentando come si muovono Trento Rise ed FBK – sul cambio di paradigma: l'università (e per altri versi anche l'insegnamento superiore) deve portare sul mercato CONOSCENZA, non dobbiamo trasferire persone. Spostando il paradigma, cambia il punto di vista e diventa centrale il metodo di studio: al centro di tutto c'è la creatività, la capacità di pensare che si muove tra i tre assi, education, research, business. Aumentare la conoscenza del saper fare, diversità negli obiettivi, internazionalizzazione.
Lo snodo della difficoltà è che la tecnologia sta diventando pervasiva e quindi non si può fare in laboratorio; l'internazionalizzazione non è un dettaglio. Passare dal sapere al saper fare, vuol dire cambiare anche il modello di educazione, dall'ossessione unica per la iper-specializzazione alla necessità (dal modello della formazione ad "A") ad un nuovo approccio a "T", l'approccio a pensare, al metodo, alla flessibilità che deve sapersi riconvertire. Non perché prima si preferiva una teoria ed oggi un'altra; ma perché il cambiamento è diventato talmente veloce che ci impone questa scelta per essere competitivi. "Il mondo in cui ci stiamo formando va alla velocità della luce, perciò serve sapere e saper fare, gestire le diversità. Il profilo del futuro tecnico ha tre requisiti fondamentali: flessibilità, flessibilità, flessibilità."
Per l'intera giornata, ancora contributi, da Alberto F. De Toni, Preside della Facoltà di Ingegneria di Udine, Laura Mengoni,(Assolombarda), Antonella Zuccaro, che ha riportato i risultati del MIUR sul come gli istituti tecnici hanno recepito le Linee Guida del passaggio al nuovo ordinamento e poi le esperienze innovative dalle altre regioni, coordinate da esperti nazionali dell'istruzione tecnica e le conclusioni del referente del Seminario, il preside della Facoltà di Ingegneria dell'università di Udine. (mc)

Fotoservizio e filmato a cura dell'Ufficio Stampa -