Sabato, 02 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1575

Sotto "La tenda aperta" in Piazza Duomo al Festival dell'Economia: come cambiano le professioni
IN TRENTINO CERCANO OPERATORI WELLNESS, INGEGNERI DEL LEGNO, TECNICI E INFORMATICI

Alla luce dei recenti dati Istat sull'occupazione, oggi nella "Tenda aperta" della Provincia autonoma di Trento in piazza Duomo, si è parlato di quali settori in Trentino possono offrire risorse future per nuovi posti di lavoro. Tra i principali sono emersi: il settore del benessere della persona, incluso quello alimentare, quello dell'edilizia del legno, della tecnica legata alla meccatronica, delle filiere informatiche per il turismo e il commercio. A delineare i possibili scenari futuri della professioni più richieste in Trentino in tempo di crisi sono stati Stefano Zeppa (Agenzia del lavoro), Roberto Busato, (direttore Confindustria Trento), Elisa Armeni (Associazione artigiani) e Stefano Chelodi (Confcommercio Trentino).-

Alla luce dei recenti dati Istat anche in Trentino nel primo trimestre del 2012 aumenta la disoccupazione, c'è un + 2,1%, a fronte di un + 3,3% nel Nord est. Se nel 2011 gli occupati erano cresciuti di 1700 unità, ora in un solo trimestre sono aumentate di 5000 i disoccupati". Ad affermarlo oggi è stato il vicedirettore dell'Osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia autonoma di Trento, Stefano Zeppa. "Sono più i maschi a perdere il posto di lavoro – ha spiegato Zeppa - mentre le donne lo guadagnano tra i settori meno qualificati e più flessibili. E' il manifatturiero a registrare un – 6.300 di occupati, tiene invece il terziario, nel commercio e nel turismo. Sono aumentati solo i lavori a chiamata nella forma più flessibile".
Il calo di occupati è dovuto anche in parte alla mancata uscita dal mondo del lavoro di molte persone per via del rialzo dell'età pensionabile. Trovano lavoro tuttavia le fasce anziane della popolazione, ma con lavori dequalificati e flessibili, tra cui le donne. I giovani soffrono di più: anche se nel 2011 la disoccupazione giovanile si attestava al 17 % in Trentino, laddove in Italia era al 35%. Anche in Provincia di Trento - in linea con l'Italia - tengono le professioni elevate, i laureati, con un tasso di occupazione del 16,5%, sono le cosiddette le professioni ‘high –skill', mentre si registra un calo molto forte nel commercio e nel turismo. I settori di lavoro non qualificati vedono maggiori assunzioni tra gli stranieri e tra le fasce femminili, con contratti molto flessibili. Sale di un 1/4 l'occupazione nel settore della ristorazione e l'unico settore dove aumenta l'occupazione giovanile è quello dei lavori a progetto, il cosiddetto settore del ‘para subordinato' dove il 70% è fatto da lavoro qualificato, che assorbe la mancata offerta del settore pubblico".
Il direttore di Confindustria Trento Roberto Busato ha esternato preoccupazione soprattutto per la disoccupazione giovanile. "Anche in Trentino dobbiamo risolvere questo nodo per dare slancio all'economia. Anche da noi c'è la gerontocrazia, ci sono anziani in pensione che ricoprono cariche, che non lasciano il posto ai giovani. Il tasso di disoccupazione è del 10% in Trentino e in Alto Adige, sempre più basso che nel resto d'Italia dove la disoccupazione si attesta al 35,2%. I giovani tuttavia in Trentino hanno un tasso di disoccupazione pari al 15 %, mentre in Germania è del 7,9 % e in Austria del 7,8%. E' maggiore la disoccupazione poi tra i giovani tra 15 e 24 anni. Nel mondo dell'industria si ha bisogno di persone, ma 15% di disoccupati non è quello adatto per entrare nel mondo del lavoro. Come ad esempio gli ingegneri civili. Oggi l'edilizia è in crisi: a fine anno 142 aziende edili hanno chiuso i battenti. Invece il tessuto delle aziende meccaniche non trova persone: c'è bisogno di tecnici in Trentino".
E' stata quindi Elisa Armeni a parlare dell'angolo di visuale del mondo dell'artigianato, che in Trentino tiene, ma con pochi giovani. "Oggi bisogna anche ridare nobiltà a professioni manuali, artigianato e scuole professionali. Le professioni più richieste sono professioni altamente tecnologizzate: "non è più l'artigianato di una volta, perché con le nuove tecnologie e le nuove normative oggi il boscaiolo non è quello che con l'ascia in mano , ma uno che ha conoscenza di discipline scientifiche, di macchinari altamente sofisticati. Il falegname non usa lo scalpello, ma conosce la chimica. Uno dei settori in espansione è il wellness: il benessere della persona, inclusa l'alimentazione. ed è un biomedico.
Nel settore del terziario per Stefano Chelodi (Confcommercio trentino) la ripresa deve essere affidata alla comprensione delle vocazioni territoriali: "Un territorio votato al turismo e all'agricoltura non può diventare un luogo di alta industria". Il commercio vive un momento difficile legato al consumo, dove anche l'e -commerce non risolleva, inoltre 500 negozi di una città come Trento non possono vendere tutti prodotti trentini. E' il settore dell'informatica a dare segnali di ripresa, ma le imprese del terziario devono imparare a fare insieme a creare filiere, a fare sistema, e dovrebbe essere l'alta formazione a portarle verso questa evoluzione. La provincia di Trento ha agito bene perché ha sviluppato la ricerca e questa sta offrendo posti di lavoro, come quelli delle biotecnologie oppure come l'esperienza dell'azienda Futura che oggi è una wi-fi gratis in tutto il mondo supportata da aziende che vogliono far veicolare la pubblicità su tablet e I-pad".

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