Giovedì, 28 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1937

Lo scorso week end a San Lorenzo in Banale e al castello di Stenico un convegno, una mostra e il premio "Homo Probo"
IN RICORDO DI DON LUCIANO CARNESSALI

Lo scorso sabato al castello di Stenico si è tenuto il convegno "Ricordo di don Luciano Carnessali: sacerdote, uomo di montagna, artista", che ha rievocato la figura poliedrica dell'uomo di chiesa e artista, sotto il patrocinio del Consorzio dei Comuni Trentini in collaborazione con il Comune di Stenico. Presso "Casa Osei" a San Lorenzo in Banale anche l'apertura di una mostra con le opere del sacerdote, che è stata inaugurata dall'arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan, e la partecipazione dell'assessore alla cultura, rapporti europei e cooperazione della Provincia autonoma di Trento, Franco Panizza. Gli eventi ricorrono nel decennale della benedizione dell'Edicola Sacra del Cacciatore, opera di don Carnessali in Val d'Ambiez nel Gruppo Brenta. La mostra presso il Museo di San Lorenzo rimarrà aperta fino al 19 agosto 2012, il sabato dalle 18 alle 22 e la domenica dalle 10 alle 112 e dalle 16 alle 22.-

Sabato 23 giugno al mattino, l'inaugurazione della mostra retrospettiva dedicata a don Luciano Carnessali", presso "Casa Osei" a San Lorenzo in Banale ha aperto la due giorni dedicata alla figura del sacerdote trentino. Autodidatta, egli iniziò a dipingere già durante la frequentazione del seminario a Trento, negli anni '50. La mostra allestita a San Lorenzo fino al 19 agosto, aperta durante i week end, presenta alcune delle opere pittoriche e scultoree di don Luciano, solo una minima parte della sua immensa produzione.
Nel pomeriggio il convegno in ricordo di don Carnessali: moderati da Graziano Riccadonna, gli interventi dei relatori hanno presentato le diverse sfaccettature del personaggio: Monica Mattevi, sindaco Stenico, ha espresso l'affetto della comunità per un sacerdote al quale chiunque sapeva di potersi rivolgere anche per un consiglio o una chiacchiera; Marco Zeni, direttore di "Vita Trentina", ha introdotto la figura del maestro, umile ma capace di sostenere in pittura e scultura l'identità umana e cristiana della società rurale in una visione quotidiana e al tempo stesso assoluta. Monsignor Sergio Nicolli ne ha riproposto la figura di parroco a Seo e Sclemo: "un prete atipico, fuori dai modelli e sincero nell'ammettere le proprie difficoltà in un'ottica di semplicità spontanea e coerente. A nove anni dalla sua morte causata da un incidente stradale, la nostalgia è ancora viva "come quando viene a mancare una persona cara".
Sulla stessa linea don Vittorio Cristelli ha detto che: "Eravamo fratelli e di lui l'umiltà era un carattere dominante", come testimonia la sua formazione artistica sostanzialmente da autodidatta (solo nel 1964 Carnessali frequentò a Parigi l'Accademia La Grand Somiér per formarsi nella tecnica). Di qui l'illuminante idea di annunciare il Vangelo con l'arte, e soprattutto nei portali delle chiese quale luogo di passaggio e contatto tra interno ed esterno del luogo sacro. Tante le sue opere presenti in Italia, portali (Sirmione, Nomi e Sclemo, Cerro Veronese, Padergnone e Zambana per dirne poche) e monumenti ai caduti, Vie Crucis (Milano, Como e Sacile), battisteri e tabernacoli, altari e pale d'altare, ma anche in Germania e Brasile.
L'assessore provinciale alla cultura, Franco Panizza, nel suo intervento ha segnalato anche l'assegnazione del riconoscimento "Homo Probo" a don Vittorio Cristelli: "Persona che continua a rappresentare i valori e la saggezza della nostra comunità trentina, tenendo ferma la capacità di comunicare, in particolare ai giovani".
Aldo Merli, maestro del coro di Sclemo, ha delineato la partecipazione di don Luciano alla vita quotidiana della parrocchia. Infine, la storica Serena Morelli ha analizzato la figura del Carnessali, che nella seconda metà del Novecento ha coniugato l'arte con la vocazione sacerdotale: "L'incontro con Depero e l'interesse per Guttuso prime fonti di ispirazione pittorica, fra' Silvio Bottes e Mascherini, Martini e Casarini per la successiva formazione scultorea, che lo portarono a un'ispirazione creativa concreta soddisfacendo insieme l'estetica e le esigenze morali e catechetiche. Le sue opere di scultura, pittura, grafica e ceramica rappresentano l'ininterrotto colloquio dell'artista con le bellezze del creato che esprimono l'umano, ma soprattutto il divino".
Domenica 24 giugno, infine, la giornata della montagna in Val d'Ambiez, il conferimento ufficiale del premio "Homo Probo" a don Vittorio Cristelli, promosso dal Comune di San Lorenzo in Banale con il Circolo Ars Venandi, presso l'Edicola del Cacciatore. -