Lunedì, 12 Marzo 2012 - 02:00 Comunicato 629

Welfare Trentino 2 / L'intervento dell'esperto austriaco Kai Leichsenring
"IL WELFARE SI DECIDE NEL CONTESTO LOCALE"

E' di Kai Leichsenring, esperto austriaco dell'European Centre for Social Welfare Policy and Research di Vienna il secondo intervento - dopo quello dell'assessore Ugo Rossi - agli stati generali del welfare trentino in corso alla sala della Cooperazione di Trento. Il welfare - ha detto - si decide nel contesto locale. Dobbiamo creare un welfare che sia capace di essere orientato alle fasi diverse della vita, per evitare le emergenze e per evitare che le famiglie debbano inventarsi le soluzioni, come è successo con le badanti per quel che riguarda l'assistenza alle persone anziane. L'integrazione socio-sanitaria ha bisogno di nuovi modelli organizzativi che siano vicini all'utente, dove il nucleo familiare è una risorsa da sostenere e dove ci sia innovazione professionale".-

In precedenza Leichsenring aveva delineato un quadro comunitario del welfare. L'Europa - ha detto - ha promosso un modello basato sul lavoro, sulla crescita. Lisbona fissava come target per il 2010 un tasso di partecipazione al lavoro al 70%, per le donne almeno il 60% e per lavoratori anziani almeno il 50% con una crescita annuale del 3%. Questo non ha funzionato del tutto, è arrivata la crisi e bisognava cambiare i target, ma non è stato fatto: perché è rimasto come indicatore il tasso di partecipazione al lavoro anche se è stato un ridotto di poco e nazionalizzato, cioè ogni paese può cambiarlo, mentre un altro obiettivo è quello di ridurre il numero di cittadini a rischio povertà. Per Italia si tratta così di raggiungere il 67-69% di cittadini occupati e di ridurre i 2.200.000 cittadini a rischio povertà.
"La spesa sociale - ha aggiunto - è aumentata in tutti i paesi, anche durante la crisi, quindi il welfare State funziona. Certo, non c'è un modello europeo ma ci sono svariati modelli, la flexicurity (flessibilità unita alla sicurezza dal punto di vista lavorativo) è stata implementata solo in alcuni paesi, ad esempio la Danimarca, dove il welfare è già sviluppato, i target non sono stati raggiunti neanche prima della crisi, i nuovi target sono un po' meno ambiziosi ma sempre focalizzati su crescita e aumento dell'occupazione. Va però detto che il settore socio-sanitario è uno dei pochi settori che negli ultimi dieci anni ha contributo in maniera superiore alla media all'aumento del tasso di occupazione. Questo dunque è anche un settore che può creare lavoro. Peraltro l'aspettativa di vita è cresciuta sempre di più negli ultimi trent'anni ed è cresciuto quindi anche il periodo pensionistico".
Infine un accenno alla "sussidiarietà alla rovescia" e le sue conseguenze. "Abbiamo una generazione sandwich - ha concluso l'esperto austriaco - che si trova tra la cura prestata ai bambini e l'assistenza agli anziani nel mentre è in atto una crisi della famiglia, con pressione sociale e mancanza di servizi. Quindi assistiamo alla globalizzazione della cura e dell'economia domestica. A questo proposito ecco che le badanti possono essere definite una nuova invenzione della "società civile", forse una soluzione con una data di scadenza. Dunque pressioni che arrivano sull'individuo e sulla famiglia. La sfida è quella di arrivare ad un'Europa, nel 2020, capace di introdurre innovazioni sociali. In questa direzione va il fatto che questo sia l'anno dedicato all'invecchiamento attivo e sano: fatto di attività, progetti, ricerca, prevenzione". (at)

In allegato slide di approfondimento

Video intervento

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