Giovedì, 02 Agosto 2012 - 02:00 Comunicato 2361

Oggi il ministro Profumo a Trento. In mattinata l'incontro con Dellai e poi la partecipazione ad un seminario alla Fbk
IL TRENTINO "LABORATORIO ALPINO" NEL BANDO SMART CITIES


Il ministro per l'istruzione, l'università e la ricerca Francesco Profumo, accompagnato dal consigliere per le politiche della ricerca Mario Calderini, è stato oggi a Trento, dove in mattinata ha incontrato il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai e a seguire i responsabili del sistema della ricerca trentino, assieme ai rappresentanti di alcuni dei principali partner industriali, anche nazionali, del territorio, in particolare sul versante delle Ict. Nel corso dei colloqui si è discussa la partecipazione del sistema dell'alta formazione e della ricerca del Trentino al bando del Ministero "Smart Cities and Communities", che prevede uno stanziamento globale di 650 milioni. Dal presidente Dellai la piena disponibilità a fare del Trentino un "laboratorio alpino" nel quale testare nuove tecnologie e buone prassi nell'interesse degli altri sistemi regionali e dell'intero paese. In mattinata il dibattito è proseguito con un seminario pubblico alla Fbk di Povo, introdotto dal presidente della Fondazione Massimo Egidi e al quale hanno preso parte anche Davide Bassi, rettore dell'Università di Trento, Giulio Bonazzi, vicepresidente di Assoindustria, Fausto Giunchiglia, presidente di Trento Rise, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta.-

L'Italia fatica a capitalizzare le molte risorse di cui pure dispone nel campo della ricerca e dell'innovazione. Il passaggio dalle idee ai prototipi e poi alla produzione industriale, ma anche ai servizi innovativi che vadano a vantaggio di tutta la società, è farraginoso e difficile. L'investimento in ricerca è diseconomico e grava sul sistema fiscale nel suo complesso: su 15 miliardi investiti ne ritornano 10 (in Inghilterra, solo per fare un esempio, per ogni miliardo destinato a questo settore ne ritorna 1,4). Per invertire la rotta ci vogliono capacità ci confronto e trasparenza, valorizzazione delle intelligenze e dell'impegno delle persone, tempi più rapidi e semplificazione burocratica. Tutto questo può essere ottenuto anche con un approccio che valorizzi i territori e le comunità. Questo in sintesi il messaggio lanciato oggi dal ministro Profumo a Trento, nell'ambito della presentazione del bando "Smart cities ad communities". Un messaggio prontamente raccolto da Dellai: "Da sempre - ha detto il presidente della Provincia autonoma - il Trentino è interessato a come far sì che le nuove tecnologie, ma anche le prassi 'virttuose', nell'ambito della stessa amministrazione pubblica, diventino un patrimonio di tutta la comunità e possano essere utilmente messe a disposizione del resto del Paese. Solo due esempi: stiamo approntando una spending review locale che consentirà un risparmio delle spese di back office in capo alla Provincia di 120 milioni di euro. Siamo inoltre impegnati ad arrivare con la fibra ottica nelle case di tutti i trentini entro il 2017. Abbiamo le carte in regola per essere a tutti gli effetti partner del Governo in questo sforzo, che guarda al di là della crisi e si propone di costruire un futuro migliore peri cittadini. Vogliamo essere uno dei possibili laboratori in cui queste innovazioni si sperimentano, un laboratorio naturalmente diverso rispetto a quello delle aree più urbanizzate del paese, un laboratorio alpino, che rifletta peculiarità ed esigenze delle aree alpine."

Il seminario svoltosi a Povo, dopo gli incontri in Provincia, a cui erano inviate anche alcune delle principali realtà industriali del paese, in particolare sul versante delle tecnologie della comunicazione e dell'informazione, è stato aperto dal presidente della Fondazione Massimo Egidi, che ha ricordato come lo sviluppo accelerato di paesi come la Cina potrà essere 'sopportato' dall'Europa solo con un surplus di innovazione e l'ausilio delle nuove tecnologie.
Il bando "Smart cities and communities", illustrato dal consigliere Calderini, va appunto in questa direzione. Con un budget complessivo di 650 milioni di euro, di cui 480 a fondo perduto e 170 in conto capitale, esso si colloca nel più ampio quadro delle iniziative europee in questo settore strategico per il futuro dell'Unione nonché dell'azione del governo in materia di ricerca e innovazione. A partecipare possono essere università e enti pubblici nazionali di ricerca (i cosiddetti enti "vigilati" dal Ministero) che devono però coinvolgere anche alti soggetti, a partire dalle imprese. 30 i giorni previsti per la valutazione dei progetti, conformemente ad uno degli imperativi indicati dal ministro, la velocità. La pubblica amministratore ha in questo quadro un ruolo fondamentale, ad ogni livello - comuni, regioni, comunità, ma anche scuole, Asl e così via - perché è chiamata a sperimentare e utilizzare le soluzioni sviluppate nei bandi in tutti i settori (per fare qualche esempio dalla gestione dei rifiuti alla mobilità urbana, dal welfare alla giustizia, dai servizi agli studenti all'energia). Soluzioni che non saranno solo tecnologiche - su questo si è molto insistito - ma anche sociali e culturali, perché nella realtà odierna "tutto si tiene".
"La ricerca e l'innovazione - ha detto non a caso Calderini - devono intersecarsi con la dimensione del mercato e della pubblica amministrazione in modo tale da incidere sulla qualità dei servizi e della vita dei cittadini. Devono creare sistema e diventare patrimonio di tutti.
'Smart cities' serve anche a questo. Per la prima volta non si parte da un settore ma da un perimetro abitativo, identificato per il suo racchiudere tutte le potenzialità di sviluppo necessarie ma anche tutti i problemi. L'approccio quindi deve essere per forza di cose multidisciplinare.
Coprendo il bando praticamente tutti i bisogni dei cittadini, dalla sanità alla sicurezza, dalla mobilita all'energia, tutta l'industria nazionale può essere coinvolta. Ciò si interseca a sua volta con l'agenda digitale italiana e con gli strumenti di finanza innovativa che possono essere messi in campo.
Il bando nasce dopo un'esperienza sviluppata inizialmente nelle regioni del Mezzogiorno. Ciò che abbiamo constatato è che non sempre le idee innovative si trasformano in prodotti, in facilities, in attività in grado di generare reddito e anche imposte che servono allo Stato per sistemare i conti."
Giulio Bonazzi ha ricordato come il Trentino si configuri come una realtà 'virtuosa' rispetto al resto del Paese. "L'Italia è al 16esimo posto sui 27 Paesi della Ue per percentuale di risorse da destinare alla ricerca sul pil, circa l'1,24 per cento. Il Trentino investe circa il 2,1 per cento sul pil."
Ma non è solo una questione di risorse, né solo di tecnologie, come richiamato da Fausto Giunchiglia.
"Non siamo ancora in grado di capire le conseguenze sociali della nuova tecnologia. Il vero futuro sta nell'innovazione sociale, un 'innovazione che generi un miglioramento della qualità della vita. Noi abbiamo il Made in italy, un'insieme di gusto, atteggiamenti, stili di vita, produzioni. Come possiamo aggiungere valore a questo dato incontestabile? La risposta è; non puoi più fare innovazione senza una conoscenza approfondita della società e della cultura e viceversa. Per questo è importante mettere al centro dei processi di innovazione le città, i territori, le comunità."
Il sindaco Andreatta ha ricordato che "per Trento offrire una scuola moderna e aggiornata, agganciata a ricerca e all'alta formazione, è una vocazione antica, che si sta ulteriormente consolidando. Anche da questo emerge la disponibilità di Trento ad accogliere la sfida di 'Smart cities'; Trento è una città che vuole cambiare, in maniera, però, condivisa."

Al presidente Dellai e al ministro Profumo le conclusioni. "E' molto importante innanzitutto la filosofia di questa iniziativa - ha detto Dellai - e il valore anche simbolico di incontri di questo tipo. Aiutano a fare capire a tutti che si può superare questa crisi puntando sul futuro. Il Governo nazionale ha una grande responsabilità in questo senso: è un Governo che ha certamente un compito legato all'emergenza drammatica che l'Italia sta attraversando ma e un Governo che ha anche un'altra responsabilità, 'cucire' l'emergenza con alcune linee di futuro che diano ai cittadini e ai territori il senso del perché dei sacrifici che stanno sopportando. Il Trentino sarà su questo terreno un naturale alleato. Dobbiamo recuperare un'idea di collaborazione vera fra istituzioni locali e governo sui temi del futuro. Noi come trentini siamo un sistema, fatto di scuola, ricerca, imprese, innovazione, amministrazione pubblica. Abbiamo fatto delle scelte irreversibili sotto questo punto di vista, che non sono legate ad un tempo preciso né alla mia presidenza. Per questo vogliamo essere partnership del governo e di chiunque voglia costruire il futuro assieme a noi. Vogliamo essere un laboratorio alpino, al servizio anche di altre realtà regionali che possano trarre vantaggio dal nostro ruolo di apripista, ad esempio nel campo delle Ict. Il Trentino, insomma, c'è, e vuole continuare ad esserci."
"Negli ultimi 20 anni sono state investite molte risorse per rendere più intelligenti le nostre attività - ha ripreso a sua volta il ministro Profumo - . Si è parlato di città cablate, di città digitali. Ma il digitale non e necessariamente più intelligente dell'analogico. Oggi diciamo qualcosa di diverso: diciamo che in Italia non si è superato il gap fra la sperimentazione e il prodotto, e soprattutto non si è stati capaci di fare sistema, di riusare quanto già brevettato. Vengo dalla Liguria: mi è stato insegnato fin da bambino ad essere parsimonioso. Oggi però risorse non ne abbiamo più molte, per diverse ragioni, fra cui il debito pubblico. Dobbiamo mettere a disposizione del Paese tutto quanto abbiamo fatto in questi anni in termini di applicazione ma anche di buone prassi e di procedure, e questo ovunque. Il modello può essere ad esempio quello dell'apple store. Ciascuna applicazione viene messa a disposizione di tutti per una cifra irrisoria. Se provassimo a pensare ad uno store dell'innovazione e dell'intelligenza in Italia, avremmo fatto un grande passo in avanti. Tutti possono contribuire: enti locali, scuole, università e così via. L'idea e chiedere alle regioni di individuare le loro priorità, di perseguirle e di rendere le soluzioni riutilizzabili. Ciò passa per una ricerca che sia molto vicina all'applicazione, che metta assieme in una filiera ricerca, impresa, amministrazione, utenza finale. Mi auguro che dentro i centri di ricerca come quelli del Trentino possa nascere una nuova imprenditoria. C'è bisogno anche, in molti campi, di dematerializzazione e semplificazione. Pensiamo all'esame di maturità. Abbiamo eliminato la carta e trasmesso titoli e quant'altro alle scuole via internet. Abbiamo superato diffidenze e scoraggiamento, cambiando per la prima volta una procedura in vigore dal 1923. Solo in termini di carta abbiamo risparmiato 240.000 euro. E' solo un esempio, ma importante. Dobbiamo recuperare il senso del bene comune. Il problema e prima di cultura che tecnologico. Quindi, uno degli scopi di questa iniziativa è individuare per ogni regione delle priorità, in Trentino possono riguardare le Ict e il loro uso in un territorio alpino, che poi possano essere condivise dal sistema paese e possano aiutarci a diventare più competitivi in Europa. Cosa serve? Efficienza, che è anche capacità di confronto, trasparenza, valorizzazione di capacita e impegno (fattori che si coltivano innanzitutto a scuola), tempi rapidi e semplificazione. Il Paese ha bisogno di generosità, fiducia nel futuro e passione." (mp)

Link:
- intervista al ministro Profumo
- parte dell'intervento del presidente Dellai
Immagini a cura dell'ufficio stampa
Interventi audio del ministro Profumo e del presidente Dellai.
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