Venerdì, 27 Novembre 2015 - 02:00 Comunicato 3017

Stamane alle Gallerie di Piedicastello analizzate prospettive e strategie
IL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE, INTERPRETE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE

Il sistema delle aree protette del Trentino è una vivace realtà che coinvolge molti soggetti istituzionali a vari livelli a partire da quelli provinciali, dipartimento territorio, agricoltura, ambiente e foreste e dal servizio preposto (sviluppo sostenibile e aree protette), dai Parchi Naturali e dalle Reti di Riserve (istituto innovativo di gestione della Rete Natura 2000) con più di 90 Comuni trentini, dal mondo dell'associazionismo e dai privati. Stamane tutto il mondo delle aree protette si è riunito nelle Gallerie di Piedicastello per la conferenza provinciale. Ai lavori ha partecipato l'assessore alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi che ha portato anche il saluto del governatore Ugo Rossi e di tutta la giunta. "A dieci anni dalla precedente conferenza sugli stati generali delle aree protette - ha sottolineato l'assessore - si è passati da una stretta visione di vincolo ad una prospettiva di grande partecipazione, poi di consapevolezza e, ora auspicabilmente, al nuovo corso, alla fase più operativa che mette in primo piano la progettualità, vale a dire lo sfruttamento sostenibile del territorio delle aree protette a fini agricoli, turistici e artigianali per creare economia sostenibile a beneficio dell'intero territorio. Politicamente questo significa, anche, creare nuovi posti di lavoro, pensare al Trentino del domani che mette a frutto l'immensa ricchezza del suo patrimonio ambientale. Una prospettiva incentivata, in questa ultima fase, dal riconoscimento UNESCO per il territorio della Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria". I lavori sono stati coordinati da Romano Masè dirigente generale dipartimento territorio, agricoltura, ambiente e foreste che ha ringraziato, innanzitutto, la struttura guidata da Claudio Ferrari dirigente del servizio sviluppo sostenibile e aree protette e tutti i soggetti istituzionali, associazionistici e privati che concorrono a rendere questo sistema così dinamico. Questo pomeriggio si sta svolgendo una tavola rotonda moderata dal direttore de "L'Adige" Pierangelo Giovanetti a cui partecipano: l'assessore Mauro Gilmozzi, il presidente della SAT - Società degli Alpinisti Tridentini - Claudio Bassetti, il direttore dell''Associazione Cacciatori Trentini Ruggero Giovannini, il presidente del Club "Qualità Parco" del Parco Naturale Adamello Brenta Marco Katzenberger, il presidente della Rete di Riserve Alta Val di Cembra-Avisio Simone Santuari e il presidente del Coordinamento provinciale aree protette del Trentino Giacobbe Zortea.-

Una stagione nuova quella che sta vivendo il sistema delle aree protette impegnato ad interpretare lo sviluppo sostenibile del territorio. Dopo otto anni dalla promulgazione della legge provinciale n. 11 del 2007 che ha riordinato la materia della gestione forestale e montana, le aree protette del Trentino godono di una percezione - fra la gente - esattamente opposta a quella del contesto del 2007. Sono divenute un valore, non sono più vissute come "ostacolo da rimuovere" perché percepite come vincolo. Coinvolgono con entusiasmo tanti interessati a fare delle aree protette un'opportunità significativa di sviluppo sostenibile del territorio. La mission delle aree protette si può sintetizzare come conservazione della natura in modo partecipato, integrato e inclusivo. Superato il concetto di conservazione per soli fini protezionistici, la gestione delle aree include pienamente anche obiettivi economici e sociali: in altre parole, per poter svolgere bene il compito primario di conservazione attiva della natura, le aree protette sanno di doversi proporre anche come strumenti di valorizzazione sostenibile del territorio. Questa filosofia dell'integrazione della conservazione nelle politiche economiche, turismo e agricoltura in primis, oltre ad essere praticata da tempo dai Parchi, è sancita per legge per le Reti di Riserve, l'istituto innovativo di gestione della Rete Natura 2000 che coinvolge ormai più di 90 Comuni trentini. Su questo approccio è basato anche il progetto Life+ TEN - acronimo di Trentino Ecological Network - progetto europeo con l'obiettivo di definire un nuovo modello gestionale di Natura 2000, che prevede processi partecipativi in tutte le valli del Trentino per sensibilizzare ulteriormente riguardo ai valori e alle potenzialità anche economiche della biodiversità. La conferenza provinciale di stamane è stata una bella opportunità di riflessione strategica per il futuro sia rispetto al contesto nazionale e alpino, sia rispetto al territorio locale. Il dirigente generale Masè con quattro parole chiave - qualità, innovazione, partecipazione, opportunità e responsabilità - ha sintetizzato il sistema delle aree protette: un percorso innovativo si è caratterizzato anche con la legge del 1986, quella sui biotopi, la legge del 1988 sui Parchi e l'ultima, quella del 2007. Molti gli interventi che si sono succeduti, a partire da quello di Giampiero Sammuri presidente di Federparchi che ha illustrato la causa della perdita di biodiversità nel mondo: distruzione, degradazione e frammentazione dell'habitat; introduzione di specie alloctone inquinamento da azoto dei suoli e acqua, cambiamenti climatici. Tutto ciò ha causato, per esempio, la riduzione delle zone umide del 40%. L'Italia è il primo paese per biodiversità in Europa cioè il paese che ha un habitat ricchissimo per tante specie della biodiversità. Claudio Ferrari, dirigente del servizio sviluppo sostenibile e aree protette ha illustrato tutto il sistema trentino soffermandosi, soprattutto, sulle prospettive gestionali e di governance. Ha introdotto la sua relazione comparando Expo 2015 e la capacità che ha avuto di far emergere la biodiversità e l'enciclica "Laudato Sì" di Papa Francesco di cui ha sottolineato la lungimiranza. "Fra un antropocentrismo dispotico e la sacralità della natura, a me piace l'antropocentrismo debole che difende i valori strumentali evidenziando connessione fra queste e il benessere dell'umanità". Il dirigente Ferrari ha illustrato l'intero sistema delle aree protette(schede allegate a questo comunicato). "Il 34% per cento del territorio trentino è parte del sistema delle aree protette e, se lo guardiamo in termini della nuova prospettiva di progettualità, il coinvolgimento del territorio è, percentualmente, molto più vasto". Quindi è intervenuto Roberto Zoanetti, direttore Parco Naturale Adamello Brenta che in premessa ha evidenziato come già con l'istituzione dei Parchi da parte della Provincia autonoma, datata 1967, si parlasse, in prospettiva, di sviluppo sostenibile. "Fu negli anni Ottanta che l'idea di Parco prende corpo in modo più sostanziale tanto da essere oggetto di attenzione da parte del Pup del 1987. I Parchi rappresentano fattori di attrazione virtuosi e di competitività di un territorio e riconoscerne i valori ecosistemici non fa che aumentare il grado di competitività del Trentino. Tre assi strategici su cui si elabora l'attuale attività dei Parchi trentini sono: conservazione e biodiversità, fruizione e turismo, educazione ambientale". Micaela Deriu in rappresentanza delle 9 Reti di Riserve del Trentino (Val di Cembra Avisio, Basso Sarca, Bondone, Monte Baldo, Sarca Medio e Alto corso Noce, Val di Fassa, Fiemme Destra Avisio e Alpi Ledrensi) ne ha illustrato il panorama. Le Reti di Riserve sono degli strumenti gestionali, non possono mettere vincoli, sono caratterizzati da una grande partecipazione e coordinazione verso l'interno e verso l'esterno. E' seguito l'intervento, efficace e sintetico, del direttore della Fondazione Dolomiti UNESCO Marcella Morandini "il sistema di governance delle Dolomiti UNESCO è fondato sulle reti ed è nato grazie ad un forte traino della Provincia autonoma di Trento. E' un bene seriale compreso in cinque territori diversi. Staleholders, luoghi, settori e saperi, valori e strumenti, collegio dei sostenitori lavorano insieme per la governance del Bene Naturale. Il ruolo delle reti della gestione Dolomiti è di fondamentale importanza per il sistema della governance". Vanda Bonardo membro del direttivo CIPRA ha parlato di "vivacità, una situazione dinamica che non si ritrova facilmente. Provengo dalle Alpi occidentali, una realtà che non presenta queste belle caratteristiche. Le aree protette sono sempre più qualcosa di indispensabile all'interno delle politiche ambientale per garantire qualità della vita, sviluppo e benessere della popolazione". Laura Ricci, sindaco di Croviana, in rappresentanza del Consiglio delle Autonomie Locali ha portato il saluto del presidente Paride Gianmoena, ha illustrato le connessioni che questo ente istituzionale ha con il resto degli enti locali (Comunità di Valle, BIM ASUC etc. ) e ha ricordato che dentro la cabina di regia delle aree protette e dei ghiacciai sono designati 4 membri del Consiglio delle Autonomie. "Dalla Rete Natura 2000 la regia, alla fine, torna ai Comuni che diventano soggetti attivi e devono fare della conservazione un'opportunità di sviluppo sostenibile". (fs)
In allegato presentazione sistema aree protette del Trentino a cura del dott. Claudio Ferrari
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