Lunedì, 02 Giugno 2014 - 02:00 Comunicato 1363

IL PREZIOSO TEMPO DEI MANAGER GLOBALIZZATI

"Time is money" è una frase ricorrente, ma per il manager dei nostri giorni è legge che va applicata in azienda e, soprattutto, al proprio lavoro. Quindi il manager moderno deve essere un attento pianificatore e stratega. Ma c'è chi, come Andrea Guerra, Ceo (Chief Executive Officer) del Gruppo Luxottica, aggiunge alle variabili legate alla performance (le mani, ovvero il lavoro, e la testa, intesa come responsabilità) anche il cuore e le orecchie, ovvero la capacità di includere dentro lo spirito dell'azienda le migliaia di dipendenti (75 mila nel cosa del gruppo leader nel settore degli occhiali) e la capacità di prendersi il tempo per ascoltare le diverse voci dentro e fuori l'azienda. Di certo, il tempo è una risorsa sempre più preziosa per i capitani di ventura dei grandi gruppi.-

Gli amministratori delegati sono chiamati a grandi responsabilità e, di conseguenza, a carichi di lavoro importanti, almeno dieci ore di lavoro al giorno. È una quota preponderante della giornata tipo di un manager, destinata ad aumentare se il gruppo è globale e quindi l'amministratore delegato deve "rimbalzare" tra i diversi fusi orari.
Tre sono le attività che scandiscono i tempi in azienda dei manager: il lavoro in ufficio (50 %), la preparazione di riunioni e meeting (10) e i viaggi (15). Questi ultimi sono difficili da comprimere e quindi i manager li affrontano in una dimensione tempo lavoro.
Le aziende determinano il lavoro dei propri manager: "L'azienda americana - secondo Aldo Uva, presidente della divisione Flavors di Firmenich - è molto più orientata ai risultati, mentre nelle aziende europee i manager vengono valutati anche sulla capacità di mettere in atto le migliori strategie".
Secondo Rodolfo De Benedetti, presidente di Cir e Cofide, il mestiere del Ceo è cambiato e ad incidere hanno concorso globalizzazione e tecnologia: le email hanno sostituito il telefono fisso. "Credo - spiega De Benedetti - che la sfida di un Ceo passi anche attraverso la capacità di gestire il proprio tempo, evitando di cadere prigionieri delle agende che non ti consento di definire le priorità".
Alle quote rosa dentro i cda non crede invece Anna Maria Artoni, amministratore unico dell'omonimo gruppo di trasporti: "L'Italia è un Paese che non investe nelle donne e le quote rosa non sono la soluzione, perché credo che debba valere il principio della meritocrazia. La sfida di genere rimane in ogni caso attuale e le donne devono partecipare sempre di più al mondo del lavoro. perché il Paese ha bisogno delle risorse migliori".
L'intervento che più ha toccato le corde dell'emozione è stato quello di Andrea Guerra, Ceo di Luxottica Group: "Chi ha la responsabilità di un'azienda, la nostra conta 75 mila dipendenti, deve contare sulle mani per costruire il lavoro, sul cuore per includere chi lavora a qualsiasi livello nello spirito aziendale, sulle orecchie per sapere ascoltare, e sulla testa perché su di te grava la responsabilità di lavorare al meglio nell'interesse generale". -