Sabato, 24 Marzo 2012 - 02:00 Comunicato 748

Il 26 marzo alle ore 11 nella sala stampa della Provincia
IL "MANIFESTO DEI RIFUGI", LUNEDÌ LA PRESENTAZIONE

Mattinata dedicata ai rifugi di montagna quella di lunedì 26 marzo 2012, con la presentazione degli atti del convegno "I rifugi fra tradizione ed innovazione: quale rapporto con la montagna" e del Manifesto dei Rifugi. L'appuntamento è alle ore 11 presso la sala stampa della Provincia, in piazza Dante 15 a Trento. Nell'occasione saranno anche consegnati gli attestati di partecipazione ai gestori di rifugio che hanno partecipato lo scorso anno ad un corso di formazione sulla sicurezza in montagna organizzato con il Soccorso Alpino Trentino.-

All'incontro interverranno l'assessore al turismo, promozione, agricoltura e foreste Tiziano Mellarini, il presidente di Accademia della Montagna Egidio Bonapace, il presidente dell'Associazione rifugi Ezio Alimonta, il presidente del Soccorso Alpino Roberto Bolza, il presidente della Sat Piergiorgio Motter.
L'idea di un Manifesto dei Rifugi è stata abbozzata durante il convegno promosso nel maggio 2011 dall'Accademia della montagna del Trentino e successivamente elaborata dai partecipanti al corso di formazione "Pianificazione e gestione delle aree montane" con il coordinamento dei curatori scientifici del medesimo corso ed in collaborazione con il comitato scientifico dell'Accademia.
Nel Manifesto si affrontano tutte le "dimensioni" ed i ruoli che nel tempo hanno assunto i rifugi di montagna - da ricovero e base per alpinisti ma soprattutto e sempre più per gli escursionisti a luogo di relazioni e costruzione dell'immaginario alpino, punto di collegamento tra territorio antropizzato e ambiente naturale "selvaggio", da presidio ambientale a possibile modello per la gestione sostenibile del territorio - e vengono messe a fuoco, accanto ad alcuni limiti che ne frenano la valorizzazione, le opportunità e gli ambiti nei quali i rifugi possono "crescere" coniugando i propri caratteri legati alla tradizione con scelte innovative capaci di rispondere, senza snaturare la propria identità, ad una nuova domanda di fruizione della montagna.
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