Venerdì, 09 Agosto 2013 - 02:00 Comunicato 2313

A Mezzolombardo l'incontro con visite alle prove sperimentali della FEM
IL FRUTTETO DEL FUTURO? SOSTENIBILE, A PARETE E PEDONABILE

Le attività di sperimentazione della Fondazione Mach sono sempre più all'insegna della sostenibilità in agricoltura. In frutticoltura, come del resto anche in viticoltura, l'obiettivo è validare e diffondere un modello altamente "green" che richieda meno chimica e consenta di semplificare le operazioni colturali e la raccolta. Porte aperte e visite guidate, dunque, al "frutteto sostenibile" di Maso Part che ha chiamato a raccolta in questa edizione oltre 300 frutticoltori.-

L'incontro, promosso dal Centro Trasferimento Tecnologico, ha affrontato quattro grandi tematiche: difesa, meccanizzazione, forme di allevamento e nuove varietà di mele, con una attenzione particolare alle esperienze di difesa in frutticoltura biologica.
Si tratta della tradizionale giornata di presentazione dell'attività condotta dagli sperimentatori di San Michele nei frutteti dell'azienda agricola che si occupa da più di 40 anni di ricerca sul melo. Un appuntamento che si ripete ogni anno e che sarà articolato con visite guidate per gruppi, in modo da consentire ai frutticoltori di seguire e approfondire tutte le tematiche illustrate.
"L'incontro consente agli operatori del settore di tenersi aggiornati e mantenere quel gap tecnologico che la forza dell'agricoltura trentina" ha spiegato il direttore generale Mauro Fezzi intervenuto col dirigente Michele Pontalti.

FORMA DI ALLEVAMENTO: COL SISTEMA "A PARETE" MENO CHIMICA IN CAMPAGNA
La forma di allevamento in parete è il fulcro intorno al quale ruotano le moderne tecniche oggi a disposizione per ridurre gli input di manodopera e chimica in frutticoltura. Nelle aziende sperimentali della Fondazione sono state sviluppate quelle conoscenze che stanno conquistando l'interesse di ricercatori e tecnici di tutto il mondo, e che riguardano la meccanizzazione del diradamento e del diserbo, della potatura estiva brachizzante ed invernale a finestre per favorire il rinnovo dei rami, l'uso delle reti polifunzionali, la rivoluzione nella distribuzione degli agrofarmaci, fino al frutteto pedonabile che non necessita di scale o carri raccolta.
Per quanto riguarda i problemi di riduzione della deriva e degli input chimici, lo studio dell'adattabilità degli impianti in parete alle irroratrici a tunnel con recupero della deriva, finora impiegate solo in viticoltura, pur con i limiti attuali degli impianti in Trentino, potrebbe rappresentare una risposta risolutiva per il futuro della frutticoltura. Le reti polifunzionali uniscono ad una difesa dalla grandine più economica dei tradizionali impianti antigrandine, anche un controllo efficace e puramente meccanico contro i più pericolosi insetti. Oltre a questo, se ben impiegate, le reti offrono persino interessanti vantaggi agronomici, tra i quali spicca la possibilità di regolare la carica dei frutti in modo assolutamente naturale.

ARCHITETTURA IMPIANTI E PORTAINNESTI: SPINDLE E BI-ASSE ADATTI AL TRENTINO
Dalle prove condotte a Maso Part "Spindle" e "Bi-asse" risultano forme di allevamento adatte agli impianti intensivi dell'areale frutticolo trentino. Queste tipologie di impianto richiedono una appropriata gestione capace di mantenere nel sesto prestabilito la pianta nel corso degli anni. L'adozione di diverse strategie di potatura manuale ha lo scopo di ottimizzare la performance del frutteto per ottenere produzioni sostenibili sia dal punto di vista produttivo che qualitativo.
La problematica legata al fenomeno della stanchezza dei terreni, connesso alla successione degli impianti negli anni della stessa specie, ha portato alla ricerca di portainnesti tolleranti o resistenti al reimpianto provenienti da diversi istituti nazionali e internazionali. L'introduzione di genotipi alternativi all'ormai consolidato M9 può portare a cambiamenti nella gestione della pianta sia per quanto riguarda la potatura che la forma di allevamento. Alcuni di questi portainnesti sono importanti perché resistenti a diversi patogeni e avversità atmosferiche; per tale ragione sono stati testati su più cultivar e in differenti zone per valutarne l'adattabilità al nostro territorio.

DIFESA: SOTTO LA LENTE PROVE DI CONTENIMENTO DELLA TICCHIOLATURA
Ampio spazio è stato dato alla ticchiolatura. Si è parlato del comportamento di questo patogeno osservato nel 2013 e le esperienze di contenimento concordate con i frutticoltori biologici del Trentino. Da diversi anni queste prove risultano interessanti anche per la produzione integrata, sia come strategia di contenimento della ticchiolatura, sia come prodotti utilizzati. Si è parlato della situazione scopazzi ed è stata sottolineata l'importanza di investire sullo sviluppo delle conoscenze e della formazione che sono basi essenziali nel costruire quel filo conduttore che fa del produrre il punto di incontro fra mondo del biologico e dell'integrato. L'Unità agricoltura biologica monitora i principali patogeni del melo e sviluppa alcuni fungicidi (polisolfuro, rameici, zolfi, bicarbonato di potassio) per il contenimento della ticchiolatura e gestisce un ettaro e mezzo di frutteto con il sistema biologico.

NUOVE VARIETA': RIFLETTORI SU 43 ACCESSIONI PARTICOLARMENTE RESISTENTI
Le gravi infezioni di ticchiolatura avute nella primavera di quest'anno portano a valutare con maggior attenzione le possibilità d'impiego delle varietà resistenti. Nella visita alle parcelle sperimentali sono state presentate alcune delle più promettenti accessioni in valutazione, ed in particolare i nuovi ottenimenti che hanno caratteri di rusticità e resistenza.
Dal 1999 ad oggi, presso FEM, sono state sviluppate più di 400 diverse combinazioni d'incrocio, ottenendo oltre 100.000 semenzali. Dalla valutazione vegeto-pomologica, di circa 70.000 semenzali andati in produzione, sono state selezionate 360 accessioni con caratteri d'interesse, 43 delle quali con resistenza a ticchiolatura per la presenza del gene Vf. Altre accessioni sono caratterizzate dalla presenza di più geni di resistenza a ticchiolatura, geni di resistenza ad oidio e ad erwinia. Un numero limitato di accessioni presenta il carattere polpa rossa del frutto. (sc)



http://goo.gl/zN3psB






-