Domenica, 03 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1609

Sotto "La tenda aperta" in Piazza Duomo: alternative territoriali di welfare
IL FONDO INTEGRATIVO SANITARIO TRENTINO: UN'ALTERNATIVA DI PREVIDENZA GESTITA IN MODO BILATERALE

La domanda di un fondo sanitario integrativo sta crescendo anche in Trentino, dove la sanità pubblica soddisfa già molte prestazioni. Uno dei principali fattori che la determinano è quello dell'invecchiamento della popolazione. La questione al centro della conversazione nella ‘Tenda aperta' del Festival dell'Economia, è duplice: come preservare la territorialità dei fondi e farli rimanere nell'ambito tributario locale e come evitare che ciò che pubblicamente è già garantito non venga smantellato. A parlarne sono stati Roberto Pallanch (Coordinamento imprenditori), Michele Bezzi (Cisl) , Franco Ianeselli (Cgil), Walter Largher (Uil).-

E' sostanzialmente un via libera ‘bilaterale' al fondo sanitario integrativo territoriale quello che oggi hanno dato le parti sociali e datoriali durante l'incontro organizzato nella ‘Tenda aperta'. "Rappresenta un risparmio di molti costi se manteniamo la bilateralità a 360 gradi dei fondi sanitari integrativi territoriali – ha affermato Roberto Pallanch del Coordinamento imprenditori - il fatto è che questa tipologia è già prevista dalla normativa nazionale allo scopo di dar prestazioni aggiuntive a quelle già erogate dal sistema sanitario pubblico. La domanda c'è se pensiamo che la spesa sanitaria dei privato: va per il 46% all'acquisto di farmaci, per il 37% alle prestazioni sanitarie e il 16% per i ricoveri ospedalieri. La crescita di domanda dipende anche dall' invecchiamento della popolazione. E' evidente che ci sia bisogno di un fondo territoriale pubblico dove far confluire tutti i versamenti già previsti dalla categorie. Inoltre con questo sistema si potrebbero far rimanere le risorse destinate ai fondi sul territorio locale".
Per Franco Ianeselli (Cgil) inoltre "la sanità non si può più finanziare a spese del debito pubblico, eventualmente si prevede la tassazione che produce offerta di servizi di sanità pubblica. Oggi in Italia non siamo in un contesto di totale copertura pubblica , perché esiste quella privata che copre il 30- 40% (spese dentistiche, ticket, o sblocco delle liste d'attesa). La sanità integrativa territoriale è una mutua già prevista nei contratti aziendali: dagli artigiani ai metalmeccanici oppure come fondi aziendali. Siamo decisi a stabilire in Trentino un fondo territoriale guardando al fatto che così possiamo concentrarci su settori scoperti come l'odontoiatria, e sul lungo periodo anche sull'autosufficienza. Ma la governance deve essere bilaterale come le parti sociali e datoriali che evitino il rischio che la Provincia dismetta quello che già è erogato come sanità pubblica".
Michele Bezzi della Cisl ha aggiunto che "in particolare nel contesto c'è la criticità del coinvolgimento a livello nazionale per eventuali accordi su come lasciare i fondi in Trentino".
Walter Largher (Uil) si è definito favorevole alla modalità integrativa, "pur di non ricreare il meccanismo che esiste già a livello nazionale, perché si rischia di avere tante piccole forme di accordi integrativi con la potenzialità di creare un groviglio normativo. , Bisogna inquadrare fin dall'inizio la direzione che si vuole dare e verificare che i fondi non vadano a livello nazionale, inoltre bisogna creare il giusto rapporto con la Provincia per capire fin dove arriva il pubblico e dove inizia l'integrativo, senza che la Provincia faccia un passo indietro. Il Trentino è visto come un possibile laboratorio virtuoso, quindi si potrebbe iniziare la sperimentazione dei fondi territoriali".

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