Domenica, 02 Giugno 2013 - 02:00 Comunicato 1627

"IL DENARO NON PUÒ COMPRARE I BENI MORALI E CIVICI"

Ci voleva un filosofo, al Festival dell'Economia, per porsi una domanda particolarmente scomoda, ma quando mai attuale: "Vogliamo un società in cui tutto è in vendita, oppure ci sono beni morali, civici che il mercato non può acquistare?". Michael Sandel, filosofo, professore alla Harvard University e autore di numerosi libri, è uno da milioni di contatti. Una delle sue ultime conferenze, in Corea, è stata seguita da 14 mila persone, come ha messo in evidenza Giuseppe Laterza, nel dare la parola al filosofo. La tesi di Sandel è quanto mai semplice ma efficace: "L'economia, come scienza, deve cambiare, non bisogna porsi domande solo sull'efficienza economica, quando piuttosto se i meccanismi che si vogliono introdurre nel mercato eroderanno le norme sociali e se questo avviene, dobbiamo chiederci se l'aumento di efficienza vale la perdita di questi comportamenti". E ancora: "Una delle debolezze portate avanti dal mercato è che ci sono sempre meno occasioni in cui fare esercizio di virtù sociali e civiche; il risultato è che non siamo più abituati a chiedere gli uni agli altri".-

Per dimostrare le sue tesi Michael Sandel ha portato una serie di esempi, come è solito fare, coinvolgendo nel dibattito il numeroso pubblico del Teatro sociale. "Oggi ci sono poche cose che il denaro non può comprare, in alcune carceri possiamo comprarci una cella migliore, in certi parchi divertimento possiamo saltare la fila, ci sono società di pubblicità che, in America, vendono spazi pubblicitari sul corpo delle persone". In sostanza, negli ultimi anni, si è passati senza rendersene conto "da una economia di mercato ad una società di mercato". E la differenza è sostanziale: "La prima - ha spiegato Sandel - è uno strumento per organizzare la produzione, la seconda è una società dove tutto è in vendita, dove il pensiero di mercato permea tutte le sfere del vivere".
Ci sono alcune cose che il denaro non può ancora acquistare, come l'amicizia: "Possiamo comprare degli amici ma il denaro depaupera questa amicizia del suo valore". Soprattutto il denaro cambia la natura del bene acquistato, lo deprezza; introdurre un meccanismo di mercato nella vita sociale potrebbe cambiare le dinamiche. E qui gli esempi portati da Michael Sandel sono stati numerosi: da alcune scuole in America che si sono messi a pagare gli studenti in cambio di bei voti o di libri letti, ad una cittadina svizzera che ha fatto un sondaggio sulla possibilità di accogliere gratis o a pagamento scorie radioattive sul proprio territorio, ad una scuola israeliana che ha introdotto una multa per i genitori che arrivavano in ritardo a prendere i loro figli. Ebbene, in molti casi, si sono ottenuti effetti diversi da quelli previsti. Nel caso della scuola israeliana sempre più genitori sono arrivati in ritardo. Questo perché: "Quando non c'era la multa i genitori si sentivano in colpa se arrivavano in ritardo, dopo avevano invece la percezione di pagare un servizio". La scuola ha quindi sospeso la multa ma il numero dei genitori in ritardo è aumentato: "Questo ci suggerisce - ha spiegato Sandel - che una volta introdotti gli incentivi in un mercato, questi corrompono gli atteggiamenti non basati sul mercato, come il senso di responsabilità, e non è così facile invertire la rotta. La condotta, le regole morali possono essere svilite dal mercato e poi non è così facile ripristinarle".
Due le implicazioni: "Il mercato non è neutro, contrariamente a quanto sostenuto. Ovvero il mercato non lascia immutato il mondo. Dobbiamo quindi porci il problema se le regole economiche che introduciamo eroderanno le norme sociali". Uno degli esempi più famosi di mercato che elimina i valori è quello della donazione del sangue: "In Inghilterra il sangue si può solo donare, mentre negli Usa si può donare o farsi pagare. Il sistema più efficiente è quello inglese, consentire un mercato del sangue elimina l'impulso altruistico di donare". Per altri economisti invece i valori, i comportamenti etici vanno conservati ed utilizzati solo dove il sistema dei prezzi non può funzionare: "Ma queste regole economiche - sono state le conclusioni di Michael Sandel - non possono essere applicate alla virtù, alla generosità, alla solidarietà. I valori civici non possono essere consumati, sono dei muscoli che via via che si utilizzano funzionano di più, mentre invece il mercato ci ha abituato ad avere sempre meno occasioni di fare esercizio di virtù sociali e civili". Infine c'è un'altra abitudine fuorviante di questa società di mercato: "Ci sono sempre più disuguaglianze, una separazione sempre maggiore fra chi ha e chi non ha. La democrazia non richiede un'uguaglianza perfetta, ma richiede che gli uomini e le donne di estrazione diversa si incontrino". E quindi, per Sandel, la domanda che dobbiamo porci è la seguente: "La questione posta dal mercato non è principalmente di natura economica, ma è di come vogliamo vivere. Vogliamo un società in cui tutto è in vendita, oppure ci sono dei beni morali civici che il mercato non può acquistare?".

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