Venerdì, 01 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1527

Barry Eichengreen, docente di economia a Berkeley, traccia lo scenario finanziario dei prossimi dieci anni
IL DECLINO DEL DOLLARO E L'ASCESA DELLO YUAN

Il futuro passerà attraverso nuove monete e le future generazioni avranno la possibilità di scelta tra diverse valute internazionali. Il dollaro non sarà più la moneta di riferimento e dopo 70 anni di dominio economico e finanziario cederà il passo a nuovi coni: su tutti lo yuan, la moneta cinese. Barry Eichengreen, docente di economia presso l'Università di Berkeley (California) traccia lo scenario finanziario dei prossimi dieci anni al Festival dell'Economia 2012 a Trento.-

Il dollaro è stato la valuta del ventesimo secolo e ancora oggi è prevalente rispetto, ad esempio, all'Euro: l'85 per cento delle transazioni di natura estero si svolge in dollari, così come in dollari sono il 60 per cento delle riserve in valuta estere dei governi e banche centrali, e sempre il biglietto verde è la principale valuta di finanziamento delle banche internazionali. Le ragioni del dominio del dollaro risiedono nella regola economica che riconosce solo ad un'unica valuta il ruolo di riferimento internazionale e nella forza (passata) del mercato statunitense.
"E' probabile - aggiunge Barry Eichengreen - che il dollaro continuerà a dominare anche in futuro". Tutto deciso? Nemmeno per idea. E' lo stesso Eichengreen ad aggiungere il sequel dello scenario attuale: "Le generazioni future avranno una scelta tra diverse valute internazionali, tempo dieci anni e vedremo altre valute affermarsi e su tutte metto lo yuan".
Secondo il docente di economia dell'Università californiana di Berkeley, lo status di valuta internazionale è a rischio per il dollaro se gli Stati Uniti non si rimettono in sesto: "E anche se ciò accadesse, è molto probabile che il dollaro dovrà condividere con altre valute il ruolo di leader". Gli Usa hanno perso la posizione di monopolista finanziario ed i nuovi mercati crescono in maniera più rapida rispetto agli States.
L'economia mondiale ha bisogno di liquidità e monete solide, ma soprattutto - secondo Eichengreen - deve risolvere e uscire da due situazioni di forte rischio: il circolo vizioso del debito sovrano sul sistema bancario, e la tendenza dell'economia a contrarsi in un sistema bancario con forti problemi.
Il riferimento alle monete asiatiche è chiaro. E l'Europa? Male, anzi peggio. La Banca europea non ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per la crescita economica e, in futuro, dovrà decidere delle misure concrete. A preoccupare il professore di Berkeley sono la Grecia e la Spagna: "Le elezioni in Grecia non cambieranno nulla, nemmeno se vincerà il centro-sinistra: servono misure specifiche che oggi non vediamo e quindi prevedo ulteriori licenziamenti e calo della produzione". La nuova moneta forte sarà lo yuan: la Cina sta spingendo e in futuro sarà la moneta unica asiatica, sebbene fino ad oggi non venga utilizzata negli scambi commerciali e non sia mai stata una moneta internazionale. L'ascesa dello yuan non risolverà tutti i problemi. Il maggior rischio è la crisi finanziaria che sta fiaccando l'euro, non aiuterà il dollaro a reggere la sfida delle economie emergenti con il risultato di uno yuan debole. Se accadesse questo, l'intero primo secolo di globalizzazione sarebbe a rischio".

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