
"Aumentare le conoscenze su questi argomenti di grande interesse per la conservazione implica affinare la capacità dei ricercatori di acquisire dati sul paesaggio sensoriale” affermano i ricercatori Francesca Cagnacci, responsabile dell’Unità di ecologia animale e Valerio Mazzoni, responsabile dell'Unità protezione delle piante.
Gli esseri umani con le loro attività modificano il paesaggio sonoro e vibrazionale in modo importante, andando a influenzare il comportamento degli animali selvatici. Suoni e vibrazioni, insieme altri segnali - come luce, colori e odori- compongono il più complesso "paesaggio sensoriale" degli animali.
"Qui al Centro Ricerca e Innovazione -spiegano i ricercatori- , abbiamo molta esperienza nello studio delle risposte animali agli stimoli antropici utilizzando ad esempio collari GPS e trappole fotografiche". Di qui la necessità di includere nuovi sensori e dunque nuove variabili per meglio definire l’interazione tra animali e ambiente. Nel workshop si è parlato per la prima volta di integrare ai segnali acustici, già noti nel panorama scientifico, i segnali vibrazionali. A questo proposito FEM ha acquisito nel corso degli anni una grande competenza sulla biotremologia, la disciplina che si occupa della comunicazione vibrazionale animale, che finora è stata applicata principalmente agli agroecosistemi, ma che da adesso verrà impiegata anche in campo ecologico per la rilevazione delle vibrazioni ambientali.
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