Domenica, 28 Maggio 2023 - 13:06 Comunicato 1638

I nuovi rapporti di collaborazione tra pubblico e Terzo Settore

Quella dell’amministrazione condivisa è una tematica che, al di là dei tecnicismi, ha un impatto molto forte sulla vita di tutti noi, toccando aspetti che riguardano il welfare e l’intercettazione dei bisogni della comunità, dove le relazioni interpersonali contano tantissimo per rispondere concretamente ai bisogni delle persone. Sono questi i servizi di welfare nei quali si intravedono spazi per innescare azioni di tipo collaborativo. Per comprendere gli sviluppi attuali dell'amministrazione condivisa in Italia, il panel coordinato da Euricse durante il Festival dell'Economia di Trento ha focalizzato l'attenzione sui nuovi modelli di collaborazione tra il settore pubblico e il Terzo Settore. Esperti provenienti da diversi ambiti, come giurisprudenza, sociologia, ricerca e appunto Terzo settore, si sono riuniti per discutere di questo argomento.
FESTIVAL DELL'ECONOMIA Nuovi modelli di collaborazione tra il pubblico e il terzo settore Nella foto: Riccardo BODINI, Daria DE PRETIS, Linda Laura SABBADINI, Daniela CIAFFI, Vanessa PALLUCCHI e pubblico Data 28 maggio 2023 Luogo: CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO, Sala Marangonerie [ Michele Lotti - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Daria De Pretis, vicepresidente della Corte Costituzionale, ha passato in rassegna le principali novità legislative degli ultimi anni che hanno contribuito a disciplinare le forme di collaborazione tra cittadini e amministrazione, finalizzate allo svolgimento di attività di interesse generale in condizioni di parità. La sentenza della Corte costituzionale 131 del 2020 ha rappresentato un punto di svolta nei rapporti tra la pubblica amministrazione e il Terzo settore, attribuendo pieno riconoscimento all’articolo 55 del relativo Codice e, in particolare, agli istituti della coprogettazione e della coprogrammazione come modalità privilegiate di relazione tra sfera pubblica e sfera del privato sociale.  In sintesi, l'amministrazione condivisa si basa su una concezione di relazioni più orizzontali, partecipative e collaborative tra cittadini e amministrazione. Tuttavia, non esclude la presenza e l'applicazione di modelli tradizionali, ma si affianca ad essi, consentendo la coesistenza di approcci diversi a seconda delle circostanze e delle esigenze specifiche.
Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell'Istat, ha presentato alcuni dati che mostrano come sta cambiando, o potrebbe cambiare in futuro, il rapporto tra pubblica amministrazione e Terzo Settore in Italia. L'ultimo Censimento permanente delle istituzioni non profit ha evidenziato le peculiarità, il ruolo e la dinamicità di un settore strategico che può contare su 363.499 istituzioni non profit attive in Italia, fornendo un quadro statistico ufficiale al 31 dicembre 2020. In calo, ma sempre determinante, il ruolo degli oltre quattro milioni di volontari, questione che solleva interrogativi sull'impatto che i nuovi modelli collaborativi potrebbero avere a fronte della spontaneità del civismo organizzato. Come si può quindi creare una cultura dell'amministrazione condivisa su vasta scala? Come può evolversi la collaborazione tra pubblica amministrazione e Terzo Settore? Oltre ai dati, è importante fare anche un'analisi di quello che si sta muovendo.
Riccardo Bodini, direttore di Euricse e moderatore dell'incontro, ha ricordato la recente indagine a livello nazionale condotta dall'istituto di ricerca (disponibile sul sito ufficiale www.euricse.eu), per approfondire l'applicazione concreta dell'articolo 55 del Codice del Terzo Settore, offrendo una panoramica articolata di esperienze, punti di forza, criticità e prospettive di sostenibilità e sviluppo del welfare collaborativo. Dalle analisi emerge che per raggiungere questo obiettivo, è importante superare le differenze culturali e di approccio, creando una comprensione reciproca e una collaborazione basata sulla fiducia, attraverso una comunicazione aperta e un dialogo costante. È inoltre essenziale affrontare le questioni tecniche legate alla collaborazione, come l’armonizzazione delle normative e dei regolamenti, l’accesso alle risorse finanziarie e la condivisione delle competenze e delle conoscenze. La creazione di meccanismi di collaborazione efficaci e trasparenti può facilitare il flusso di risorse e promuovere lo sviluppo di iniziative congiunte. Per cogliere le opportunità di una collaborazione più stretta con la pubblica amministrazione.
Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, ha sottolineato che si tratta di un cambio di paradigma culturale prima ancora che tecnico, un cambiamento dello status degli attori e delle loro relazioni.  Il Terzo Settore deve imparare a riconoscersi in un corpo unitario che è di fondamentale importanza nel sostenere le reti sociali, come dimostrano le situazioni di emergenza. D'altro lato, la pubblica amministrazione deve essere disposta a condividere parte delle proprie funzioni, quando si tratta di affrontare i problemi sempre più complessi della comunità. È inoltre importante avere una visione a lungo termine di ciò che può e deve essere fatto, per far si che i principi dell'azione collaborativa possano entrare concretamente in essere.
Daniela Ciaffi, docente di sociologia urbana al Politecnico di Torino e vicepresidente di Labsus, un laboratorio che promuove l'amministrazione condivisa in Italia e all'estero, ha sottolineato che questa sfida coinvolge anche il tema delle competenze, da incentivare su entrambi i fronti. Bisogna saper superare l’individualismo e la cultura della delega. L'Italia è vista come un esempio da seguire all'estero, poiché sta attuando concretamente possibilità di collaborazione e sinergia tra i vari attori coinvolti nella cura dei servizi di interesse generale e dei beni comuni, funzionali all’esercizio di diritti fondamentali e al libero sviluppo della persona.

(sg)


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